Prezzo: 390/420 euro
Parliamo oggi della Ibanez RGD 420.
Questa serie presenta caratteristiche molto particolari. Innanzitutto è pensata in partenza con l’accordatura in Re (Drop D), quindi, partendo dalla più bassa, le corde seguono quest’ordine: Re (D) –Sol (G) – Do (C) – Fa (F) – La (A) – Re (D). Esistono anche le versioni a 7 corde, che seguono la stessa impostazione ma con una corda in basso in più, che è un La (A).
In virtù di queste caratteristiche anche la scala del manico è più lunga del solito (26,5” o 672 mm) proprio per mantenere una tensione delle corde ottimale.
Anche i pick-up sono pensati apposta per questa linea: insomma, Ibanez ha fatto le cose per bene, regalando al pubblico una vera ascia da battaglia. Per le sue caratteristiche, infatti, è indirizzata più che altro a musicisti che suonano il genere metal, anche perché, effettivamente, non troverebbe molte altre applicazioni.
Caratteristiche tecniche:
Manico: Wizard III, composto da 3 pezzi di acero avvitato al corpo
Tastiera: palissandro
Corpo: tiglio
Tasti: Jumbo
Ponte: Edge Zero II bridge w/ZPS3Fe
Pick-up manico: CAP – VK1
Pick-up ponte: CAP – VK2
Hardware: nero
I tasti della chitarra sono 24, con dei segnaposizione rotondi, tipo fender; la scala del manico è molto lunga (26,5”) e il radius è di 400 mm (16”).
Possiede un selettore (toggle) a 3 posizioni, un controllo per il volume.
La prova
Da spenta
Premetto che questa è la chitarra meno bella della serie, ed infatti già da spenta si sente la sua poca risonanza, ed in generale una certa opacità. Purtroppo, poi, questa caratteristica è acuita dal ponte tipo Floyd Rose Edge Zero II, che mangia sempre un po’ di sustain. Anche manico e tastiera non sono granché, nonostante il Wizard III sia ottimo per assoli veloci.
Anche se il ponte toglie corpo allo strumento bisogna dire che fa il suo lavoro molto bene, tenendo l’accordatura in praticamente tutte le situazioni, anche di dive bomb e simili.
Con l’ampli
Suoni puliti
Abbiamo già visto come questa chitarra sia molto metal-oriented, quindi non aspettiamoci grossi puliti.
Il suono generale è piuttosto scuro, molto adatto, quindi, a creare le atmosfere dark tipiche del metal moderno, ma niente di più.
Suoni distorti
Qui si rivela la natura dello strumento: abbiamo già incontrato i pick-up CAP nelle Ibanez Premium RG ed S. Quindi sono un po’ diversi, molto più scuri e potenti, adatti, del resto, allo scopo con cui è stata progettata questa chitarra. E’ stata una buona idea quella di allungare la scala in vista dell’accordatura in Re, perché in effetti consente di creare quelle atmosfere cupe di cui il metal moderno si ciba continuamente senza però correre il rischio di trovarsi con sonorità slabbrate o corde un po’ molli sotto le dita.
Aggiunge molta aggressività soprattutto alle ritmiche con palm muting.
E’ doveroso, infine, aggiungere un elogio all’aggiunta del ponte Edge Zero II a questo strumento, con cui si possono fare dei giochi di leva davvero lancinanti, del tutto in carattere con il genere per cui è stato progettato.
In sintesi
Nonostante questa sia una chitarra entry-level, possiamo già dare un piccolo giudizio su questa serie.
Io la trovo buona, almeno come idea; è probabilmente una delle chitarre meno versatili che mi siano capitate, ma in fondo non vuole neanche esserlo.
Per i principianti può essere un ottimo modo per approcciarsi a delle sonorità metal e alla presenza del ponte floyd rose senza spendere grosse cifre, ma consiglio di farlo solo se si è veramente interessati a suonare metal moderno e basta.