Oggi ti voglio parlare di uno strumento prodotto dalla Epiphone, una marca statunitense acquisita dalla Gibson nel 1957. Nonostante il fatto che, attualmente, quest’ultima abbia adibito la Epiphone al ruolo di produttrice di sue chitarre-copie autorizzate, Epiphone ha prodotto (e, in qualche caso, produce ancora) strumenti di ottima fattura, come le famosissime “Sheraton” (usata da John Lee Hooker), “Casino” (John Lennon), “Texan” (Paul McCartney) e “Supernova” (Noel Gallagher); queste ultime, peraltro, sono ancora in produzione.
Oggi vedremo nel dettaglio la Epiphone “G-400”, copia della famosissima Gibson “SG” (la Diavoletto), che costituisce la mia chitarra di riserva.
Caratteristiche tecniche:
Manico: mogano avvitato
Tastiera: palissandro
Corpo: mogano
Tasti: medium/jumbo
Ponte: Tune o’ matic Epiphone
Tailpiece: stopbar
Pick-up manico: 650 R
Pick-up ponte: 700 T
Hardware: cromato
Da spenta
la prima sensazione, da spenta, conferma le aspettative: non è certo una chitarra professionale, ma per principianti o anche per gente che suona da anni ma non ha bisogno di una chitarra super-costosa per sentirsi a posto. Acusticamente parlando, infatti, si presenta un po’ scarna, soprattutto priva di medie e medio-basse. Questa mia chitarra, in particolare, ha anche un po’ di tasti che friggono (in fondo ha qualche annetto pure lei), ma la scala corta del manico la rende uno strumento molto “morbido” da suonare.
Le dimensioni del manico, infine, sono a metà strada (più o meno) fra quelle di una Les Paul (molto grosso) e di un’Ibanez (molto sottile): questo, insieme alla grandezza dei tasti, lo rende, a mio parere, uno strumento molto suonabile e anche versatile, con cui è possibile spaziare fra moltissimi generi.
Con l’amplificatore
collegando la chitarra si ha una piacevole sorpresa: i pick-up marchiati epiphone, infatti, sono tutt’altro che ciofeke. Molto caldi e grezzi, che offrono prestazioni di buon livello sia per i suoni puliti (ottimi gli arpeggi, così come i fraseggi blues) che per i distorti (rock ‘n’ roll a manetta!!). Da notare anche il buon equilibrio di volume che si avverte nel cambiare i pick-up con l’apposito selettore.
La silenziosità, infine, è quella che ci si aspetta da pick-up di tale configurazione.
In sintesi
io la reputo da sempre un ottimo strumento per principianti o per chitarristi con una buona anzianità di servizio che non hanno bisogno di chitarre di livello più alto.
In più, può essere conservata tranquillamente e tornare utile come chitarra di riserva nel caso in cui la nostra ammiraglia, per qualche motivo, dovesse dare forfait.
Un miglioramento che ti consiglierei di apportare è quello di cambiare i pick-up; un mio amico ne possiede una su cui ha installato due Seymour Duncan (JB-Jazz), con ottimi risultati: è diventata, infatti, molto più spinta ma anche più grintosa. In ogni caso, comunque, anche con il cambio di pick-up non diventa certo una chitarra professionale, ma io mi sento proprio di consigliarla a tutti, almeno per farci un giro e valutarla come seconda chitarra.