Iniziamo oggi a parlare di alcune chitarre elettriche non più in produzione, ma che sono state celeberrime nel periodo in cui erano presenti sul mercato e che sono tuttora ricercatissime sia dai collezionisti che dai musicisti moderni per la loro qualità.
La serie di cui parliamo oggi è quella che riguarda l’Ibanez RG 550, occupandoci del modello costruito nel 1996.
Caratteristiche tecniche:
Manico: Wizard II (19-21mm) in un pezzo di acero avvitato al corpo
Tastiera: acero/palissandro
Corpo: tiglio
Tasti: Jumbo
Ponte: Lo-Pro Edge
Pick-up manico: V7
Pick-up centrale: S1
Pick-up ponte: V8
Hardware: Cosmo Black
I tasti della chitarra sono 24, con dei segnaposizione rotondi; la scala del manico è lunga (25,5) e il radius è di 430 mm (16”).
Possiede un selettore (blade) a 5 posizioni, un controllo per il volume ed uno per il tono.
La prova
Da spenta
Bisogna dire che la serie RG, soprattutto con i modelli 5xx, nacque come alternativa economica (ma non per questo meno professionale) rispetto alla neonata JEM, la chitarra elettrica costruita da Ibanez sotto apposite specifiche di Steve Vai. Sia nella forma che nella costruzione che nella scelta dei materiali, quindi, risulta essere piuttosto spartana, senza però sacrificare la parte sonora, che in fondo è la cosa più importante di una chitarra elettrica.
Detto questo, lo strumento è veramente bello. Non presenta una risonanza enorme paragonabile a quella delle Gibson per via dei materiali molto diversi, ma comunque ottima.
Una caratteristica che risalta subito, su questa nuova versione, è lo spessore del manico, che è stato aumentato. Infatti, Ibanez decise di usare lo spessore minimo del manico solo per i suoi modelli di punta, fattore indicativo del fatto che la RG 550 era stata detronizzata dalla sua precedente posizione.
Il ponte Lo-Pro Edge, invece, è la versione a basso profilo (studiata per disturbare il meno possibile la mano destra del musicista). Sebbene sia ottimo, non riesce ad eguagliare il suo predecessore, in quanto a tenuta dell’accordatura.
Con l’ampli
I magneti V7-V8 sono di sicuro fra i più odiati di casa Ibanez. Sebbene siano abbastanza spinti, risultano essere anche piuttosto freddini e plasticosi, ed in più non particolarmente adatti per i suoni clean.
Detto questo, non sono insuonabili, semplicemente lo sono meno dei loro predecessori.
Suoni distorti
Qui la situazione migliora leggermente, anche perché sembra che i pick-up siano stati pre-impostati con una sorta di equalizzazione a V, enfatizzando le alte e basse frequenze a discapito delle medie.
Questo crea sicuramente un suono meno confuso e più adatto all’esecuzione di ritmiche in stile heavy-metal. Torniamo a dire, comunque, che questi magneti non sono studiati per generi estremi.
In sintesi
La RG 550 è, nonostante tutto, un ottimo strumento anche in questi anni; sicuramente di fascia professionale. Tuttavia ha perso alcune delle sue caratteristiche principali che sono state “cedute”, invece, ai modelli di fascia più alta, come quelli della serie 7xx.
Purtroppo, questa involuzione è un fatto molto comune in tanti modelli della casa di Fujijen.