Prezzo: 190/250 euro (solo software); 280 (software+pedaliera)
Per la sezione amplificatori oggi iniziamo a parlare di software per chitarra elettrica, che non sono altro che programmi per computer in grado emulare i più famosi modelli di amplificatori ed effettistica in generale.
Uno delle società pioniere in questo campo fu proprio l’italianissima IK Multimedia, che lanciò sul mercato, nel 2002, quello che poi divenne il celebre Amplitube. Da quel momento molti altri software per chitarra elettrica dello stesso tipo (come Guitar RG, Revalver, PodFarm) con buoni risultati. Adesso che la concorrenza è alta, vediamo come se l’è cavata la IK Multimedia con Amplitube 3.
Principali contenuti:
5 moduli separati: Tuner, Stomp effetti pedaliera, Testata, cassa+microfoni, effetti a Rack
Più di 160 modelli di amplificatori
51 effetti a pedale
31 Testate
46 casse
15 microfoni da studio
17 effetti a Rack
Accordatore
Requisiti Minimi di Sistema Consigliati:
Risoluzione schermo 1024x768 a migliaia di colori
2GB di RAM,
Macintosh® Power Pc Macintosh® dual 2 GHz G5 processor, Mac OS X 10.4 o superiore
Macintosh® Intel based Macintosh® 2.3 GHz Intel Core Duo processor, Mac OS X 10.4.4 o superiore
Windows® 2.33 GHz Intel Core Duo processor, Windows XP, Windows Vista or Windows 7
La prova
Prima di iniziare
Cominciamo subito col dire che bisogna settare qualche impostazione affinché il software funzioni, soprattutto il buffer size, fondamentale per definire la latenza. Quest’ultima consiste nella differenza di tempo fra il momento in cui il segnale entra nel computer e quello in cui il suono viene avvertito dalle orecchie dell’ascoltatore. Consiglio, per avere una buona latenza, di non andare oltre i 26ms. Certo, con un software del genere è possibile che serva un buffer size più alto e, quindi, se la CPU non è in grado di elaborare i calcoli abbastanza velocemente si rischia di avere una latenza fastidiosa. Questo, però, dipende dal computer dell’utente, non dal software.
L’interfaccia grafica
Il software Amplitube 3 offre una presentazione grafica abbastanza “calda”, sempre di essere nel nostro salotto, o nella nostra sala prove.
In questa atmosfera si possono scegliere varie funzioni e programmazioni. Possiamo, ad esempio, suonare attraverso dei preset creati in fabbrica dalla IK Multimedia, che li ha creati cercando di soddisfare le esigenze più disparate (dal jazz, al rock, al pop, al funky etc…).
Ovviamente possiamo scegliere di creare dei preset tutti nostri e di salvarli, ovviamente, ma per farlo bisogna prima agire sulla catena di passaggio del segnale, ovvero il percorso che intendiamo far fare al suono dalla chitarra, passando per il computer (e, quindi, Amplitube 3), fino alle cuffie (o le casse) del computer stesso.
Anche in questo caso ci sono varie opzioni: si può scegliere di usare due catene diverse in parallelo (quindi due amplificatori, due catene diverse di effetti a pedale etc…) o una soltanto. Il risultato, certamente, cambia molto, e bisogna fare prima un po’ di pratica per vedere come cambia l’insieme.
Al lavoro!
Una volta stabilita la catena sonora, possiamo passare a visionare la gran quantità di contenuti che questo software per chitarra elettrica mette a disposizione dell’utente.
Cominciamo dagli effetti a pedale: ce ne sono tantissimi, e tutti i più celebri sono stati inclusi in questa raccolta. C’è solo l’imbarazzo della scelta e non credo che un chitarrista non sia in grado di trovare il suo effetto preferito nel software: delay, overdrive, chorus di tutte le marche (Ibanez, Roland, Dunpop etc…).
Una volta scelto, basta selezionare l’effetto con il mouse e trascinarlo nella catena. Possono anche essere cambiati di posizione (cambia anche il risultato) a seconda del proprio gusto.
Dopo gli effetti a pedale, nella catena si arriva alla scelta dell’amplificatore. Anche qui vale lo stesso discorso: basta cercare per trovare il proprio preferito visto che i modelli vanno dal Fender al Mesa Boogie.
Ognuno possiede i controlli e l’equalizzazione tipica per il suo modello, consentendo quindi una grande varietà sonora. Ricordo, infatti, la possibilità di utilizzare con due catene diverse in parallelo.
Una volta scelto l’amplificatore, nel caso questo sia una testata bisogna collegarci una cassa, la cui scelta è vastissima: si va dalle classicissime 4x12 fino al Leslie per arrivare anche alle 1x10.
A questo punto dobbiamo scegliere il microfono o i microfoni (se ne possono usare fino a due contemporaneamente). Ci sono 15 modelli diversi, dinamici o a condensatore. Questa sezione è molto ben curata, perché consente di spostarli in senso sia in senso verticale che orizzontale. In più, c’è anche il controllo della distanza dalla cassa, molto utile per definire l’ambiente in cui si suona. Ad esempio, si può collegare un condensatore più distante dall’amplificatore ed un dinamico in posizione più vicina, per riprendere il maggior numero di frequenze e sfumature sonore possibile.
L’ultima sezione è dedicata agli effetti a rack: questi non sono altro che delle versioni più fedeli e complete degli effetti a pedale. Molto di moda negli anni ’80, nascono principalmente come effetto da studio per la loro poca praticità. Infatti, necessitano di un carrello ed un mobile realizzato apposta per trasportarli.
La loro modalità di funzionamento è molto simile a quella degli effetti a pedale, solamente c’è più possibilità di personalizzazione e qualche effetto nuovo.
Il suono
Premetto subito una cosa: le prestazioni di questo software per chitarra elettrica variano a seconda del computer, specialmente per quanto riguarda la sua scheda madre, processore e scheda audio. Ovviamente, con un computer dotato di piccole prestazioni non si possono ottenere grandi risultati. Quello su l’ho provato io è un portatile nella media, quindi penso di poter dare dei giudizi riscontrabili da tutti coloro che possiedono computer “normali”.
Detto questo, il risultato secondo me è più che mai buono: soprattutto sui suoni puliti, dove c’è una grandissima varietà sonora, passando da suoni molto vintage ad altri più moderni.
Anche nei distorti si ottengono effetti simili, ma c’è un filo meno di differenziazione. In ogni caso, anche questi suoni, regolati opportunamente, regalano un certo calore.
Ottimo il lavoro svolto nella sezione microfoni: effettivamente cambiando la loro posizione si possono ottenere tantissime sfumature diverse. Per fare un esempio, per avere un po’ di riverbero (invece di andare a cercare l’effetto a rack o a pedale si può ottenere lo stesso effetto allontanando il microfono dalla cassa).
In sintesi
Nel complesso si può dire che rimane un ottimo software per chitarra elettrica, anche se ne esistono altri un po’ più intuitivi.
L’unica nota veramente negativa è data dal rumore di fondo, davvero troppo. Appena si alza un po’ il guadagno di un qualsiasi amplificatore questo cresce a dismisura. Non è certo un dramma, ma si è sempre costretti ad inserire un bel noise gate fra la catena di effetti.
Speriamo che con le prossime edizioni la situazione migliori. Nel frattempo si può proprio dire: gran bel lavoro!