Prezzo: 70/100 euro
Quello di cui parliamo oggi è un pick-up storico, anche perché è stato il primo prodotto apposta, nel 1972, per essere usato come parte di ricambio delle chitarre elettriche: il Super Distortion della Dimarzio.
Sin dal suo esordio, questo magnete è stato subito apprezzato per la sua capacità di spingere l’amplificatore ai suoi massimi livelli di guadagno, ed è per questo che è stato utilizzato, nel tempo, da molti chitarristi celebri: da Al Di Meola a Paul Gilbert passando per Ace Frehley dei Kiss.
Caratteristiche tecniche:
Wiring: 4 conduttori
Magnete: ceramico
Output: 425 Mv
DC Resistence: 13.68 KOhm
EQ: T: 5,5; M: 7,5; B: 8
La prova
Suoni puliti
D’accordo, già dal nome bisognerebbe intuire che non è pensato per i clean, ma è giusto citarli per la cronaca.
La prova è stata effettuata su una Gibson Les Paul Standard, e bisogna comunque dire che i puliti non sono affatto male. Certo bisogna sempre starci attenti e controllare bene la pennata, ma si possono ottenere sonorità più che discrete, soprattutto in territorio blues.
Suoni distorti
Nonostante il nome, non rende bene solo con distorsioni enormi. Ricordiamoci che è stato inventato nel 1972, e a qual tempo non c’erano le distorsioni degli Slayer Tutto l’ambito rock esce che è una meraviglia con questo magnete. Rock ‘n’ roll, blues-rock, hard rock ed anche, ovviamente, heavy metal (sia classico che modernissimo).
Bisogna però stare attenti a non mettere un livello di distorsione eccessiva e troppe frequenze medie, perché altrimenti si rischia di impastare il suono, rendendolo incomprensibile.
Può essere utilizzato tranquillamente anche nella posizione al manico (come faceva Paul Gilbert), anche se in questo caso il risultato è molto scuro. Basta comunque ricordarsi di attenuare un po’ le frequenze medio-basse ed il gioco è fatto.
In sintesi
Un pick-up che ha fatto la storia del rock, sicuramente. Non lo consiglio a tutti, nel senso che è un magnete che può non piacere. Certo, se si vuole fare metal può essere un eccellente soluzione, ma anche se ci si volesse fermare su territori meno spinti (come l’hard rock) andrebbe benone.
Bisogna comunque tenere presente che ha un suo particolare timbro, e non sempre piace.