Prezzo: 680/800 euro
Il modello oggi qui recensito è il DK2 Dinky, prodotto dalla casa Jackson in Giappone.
Il fatto che vengano prodotte in terra nipponica comporta un significativo aumento di qualità. Fino a metà anni ’90, infatti, le chitarre costruite in Giappone (chiamate Professional) venivano paragonate senza nessun timore alle sorelle americane, come qualità.
Oggi questo non è più possibile, il divario fra le due produzione c’è, ma in ogni caso la produzione nipponica può essere tranquillamente considerata, come minimo, di livello semi-professionale. Non è infatti raro trovare anche professionisti che le utilizzano. Il primo che mi viene in mente è Sam Totman (chitarrista dei Dragonforce), che per anni ha suonato una Jackson RR3 (Randy Rhoads di produzione giapponese) durante le sue esibizioni dal vivo.
Caratteristiche tecniche:
Manico: acero, avvitato al corpo
Tastiera: palissandro
Corpo: ontano
Tasti: Jumbo
Ponte: Floyd Rose® Licensed Jackson® Low Profile JT580 LP Double Locking 2-Point Tremolo
Pick-up manico: Seymour Duncan STK-1
Pick-up central: Seymour Duncan STK-1
Pick-up ponte: Seymour Duncan SH-4
Hardware: nero
I tasti della chitarra sono 24, con dei segnaposizione a dente di squalo; la scala del manico è lunga (25,5); il radius della tastiera chitarra è, come per tutte le Jackson, costruito secondo la tecnica compound. Di conseguenza, al primo tasto avrà una curvatura e alla fine del manico un’altra. In questo caso il registro va da 12” a 16” (forse la miscela più comoda in assoluto). Possiede un selettore (blade) a 5 posizioni, un controllo per il volume ed uno per il tono.
La prova
Da spenta
Come detto in precedenza le chitarre Jackson prodotte in Giappone sono sempre state di buona qualità, e questa non fa eccezione: ricorda moltissimo la risonanza di una Fender Stratocaster, quindi con molto punch e predominanza di frequenze medie e medio-acute.
Completamente differente, invece, è il feeling di questo modello con la Fender Stratocaster: il manico è piuttosto sottile (non a livello del Wizard di Ibanez) ma anche comodo e si abbraccia volentieri. La tastiera è piuttosto liscia e il compound radius è veramente utile per passare dall’accompagnamento in cima alla tastiera ad un assolo in fondo ad essa.
Spendiamo due parole anche sul ponte, che è fondamentalmente un Floyd Rose a basso profilo marchiato Jackson. Di tutti i ponti licenziati presenti sul mercato questo è sicuramente uno dei migliori. Unisce la grande tenuta di accordatura tipica del Floyd Rose (anche con giochi di leva estremi) alla comodità del basso profilo, che, in pratica, consente alla mano destra di plettrare con più facilità, non essendo disturbata dalla presenza ingombrante del ponte “normale”, che ha un profilo più alto.
Con l’ampli
Suoni puliti
I pick-up Seymour Duncan si comportano sempre benissimo sui clean, ed in più, essendo che questa chitarra possiede tre magneti, abbiamo anche una grandissima versatilità. Bellissime tutte le posizioni (escludendo forse solo quella al ponte, che è sempre un po’ più difficile da gestire sui puliti), soprattutto le intermedie, che creano sonorità molto fenderose. Possiamo dunque spaziare con facilità per tutti i generi: pop, funky, fusion, jazz, country etc… Arpeggi ed accordi sono ottimi, così come gli assoli e le melodie.
Suoni distorti
La distorsione dei pick-up Seymour Duncan è quasi leggendaria (specie quella del JB), e ne ha ben donde: calda, spinta ma non troppo aggressiva e con una buonissima definizione generale. Nonostante questo magnete abbia una certa tendenza ad enfatizzare le frequenze acute (e che, quindi, lo renderebbe più adatto su chitarre tipo Gibson Les Paul) in realtà si trova probabilmente ancora meglio su chitarre come la Fender Stratocaster (quindi anche la nostra Jackson DK2 Dinky).
Ogni genere, fino ad un heavy metal non troppo estremo, è perfettamente riproducibile su questa chitarra.
Attenzione a non caricare troppo di distorsione il pick-up al manico perché, essendo un single-coil, si rischia di ritrovarsi con un eccessivo livello di rumore di fondo.
In sintesi
In assoluto la mia Dinky preferita, grazie alla sua enorme versatilità, data anche dalla presenza del ponte simil Floyd Rose. Dato il prezzo, è uno strumento su cui bisogna sempre farci almeno un pensierino.