Il primo strumento dotato di un pick-up elettromagnetico (un dispositivo elettronico in grado di trasformare le vibrazioni delle corde in impulsi di tipo elettrico) montato, per l’occasione, su due chitarre hawaiane, venne creato nel 1931, grazie agli esperimenti condotti da Adolph Rickenbacker. Senza questi studi la stessa chitarra elettrica sarebbe probabilmente venuta alla luce molto tempo dopo.
Da qui il passaggio all’applicazione su altri strumenti acustici, come per l’appunto la chitarra, fu breve. Questo perché si sentiva sempre di più l’esigenza di dotare questi strumenti di una maggiore potenza sonora, in quanto, durante le esibizioni, il loro suono era sempre “coperto” da quello della batteria, molto più efficace da questo punto di vista.
Alla luce di questa premessa, si può dire che la prima chitarra elettrica propriamente detta fu lanciata sul mercato nel 1935 dalla casa Gibson con il modello ES-150, con cassa di risonanza e aperture a "f" sulla tavola e un unico pick-up. Il modello riscosse un grande successo, visto che finalmente la chitarra – una volta collegata ad un amplificatore - poteva inserirsi senza essere sovrastata nelle formazioni jazz del tempo.
Certo il modello non era perfetto: tra i maggiori difetti c’era il feedback, dove la cassa dello strumento entrava in risonanza con l’amplificatore creando fischi ed armonici molto fastidiosi. A questo si pone parzialmente rimedio nel 1941 con il modello The Log della casa Epiphone, che prevedeva una specie di chitarra acustica attorno ad un massiccio blocco di legno, creando così lo strumento definito semi-solid.
La vera soluzione al problema feedback venne escogitata da Leo Fender, che – nel 1948 - mise sul mercato il modello Broadcaster, una chitarra con due pick-up single-coil miscelabili e con il corpo pieno in legno massiccio che annulla completamente le risonanze indesiderate e aumenta ilsustain delle corde, sviluppando il concetto di chitarrasolid body.
Da questo momento il concetto e il funzionamento della chitarra elettrica rimangono immutati fino ai giorni nostri, in quanto vengono cambiati solo i materiali a seconda delle esigenze delle varie costruttrici. Citiamo qui i due principali sia per la fama e l’influenza che hanno esercitato sia perché sono l’uno agli antipodi dell’altro.
La Gibson Les Paul, introdotta nel 1952, costituita da due pick-up ad avvolgimento doppio (per ottenere un suono più corposo) e costruita con i classici legni usati per le chitarre acustiche, quindi mogano e palissandro. Questo, per favorendo la qualità dello strumento, contribuisce anche ad alzarne notevolmente il prezzo.
La Fender Stratocaster, nel 1953, in cui si segnalano il corpo di minor spessore rispetto al modello Broadcaster, l’aggiunta del terzo pick-up single-coil e la leva del tremolo, rivoluzionaria per l’epoca. Da aggiungere, poi, che i legni usati per la sua costruzione sono più leggeri ed economici rispetto ad altri modelli presenti al tempo, proprio per facilitarne la diffusione sul mercato.
Lo strumento è rimasto sostanzialmente immutato rispetto alle intuizioni di Leo Fender e Les Paul, lo sviluppo attuale verte principalmente sull'acquisizione e manipolazione del suono da parte dei pick-up. Il bisogno di dialogare con interfacce digitali come il MIDI ha portato alla creazione di pick-up esafonici e convertitori analogico-digitali in grado di tradurre il segnale analogico in segnale digitale con accuratezza. Ottenuto un segnale in forma digitale lo si può immettere in un generatore di suoni campionati (expander) per avere a disposizione una varietà strumentale virtualmente infinita.
L’ultima frontiera dello sviluppo di questo strumento, comunque, può essere considerata l’introduzione sul mercato della chitarra elettrica usb, introdotta da Line 6, che consente di collegare lo strumento ad un computer. Infine, attraverso un software fornito dalla casa, è possibile suonare scegliendo i modelli di amplificatori preferiti.