A grandi linee:
Morbida vetta che corona il lato sinistro, da nord, della vedretta di Ries occidentale. Essa, come si può vedere dalla foto, è una morbida collina che fuoriesce dal mansueto ghiacciaio e denota subito la facilità di salita. L'attacco, nella stagione scialpinistica, avviene ovviamente da nord, sfuttando così i dolci pendii della parte alta. Di fatto, partendo dalla ridente località di Riva di Tures, la prima parte che prende quota nel bosco è in realtà molto ripida e può rappresentare problemi per gli sciatori alle prime armi. La quota considerevole e la presenza del ghiacciaio possono però permettere la salita anche a tarda stagione: ciò implica lo scioglimento della neve nella parte bassa, il che può senza dubbio facilitare l'accesso ma aumenta lo sforzo fisico per il trasporto degli sci in spalla, considerando poi che il dislivello totale è molto impegnativo. Per questo, chi si vuole ulteriormente facilitare la vita, può sfruttare il periodo di apertura primaverile del bel Rifugio Roma, sito a 2274 metri, e, con pagamento e previo un soggiorno di più giorni, può usufruire del servizio teleferica per il trasporto sci. Ciò poi non toglie che nella parte alta si debba comunque faticare per raggiungere la suggestiva quota 3000, ma il ghiacciaio, a parte in caso di nebbia, non creerà alcun problema perchè non crepacciato e davvero dalle dolci pendenze. Suggestiva poi la vista dell'abisso sud da quell'alto balcone che può rappresentare la mèta più bella e facile delle Vedrette di Ries per sciatori alle prime armi.
Difficoltà:
MSA medio sciatore alpinista
Tempi:
4 ore e 30 minuti la salita
Dislivello:
1700 metri
Come raggiungerlo:
Uscita dell'Autostrada a Bressanone, percorrere la Val Pusteria fino a Brunico, quindi prendere per la Val Aurina. Giunti a Campo Tures si svolta verso Riva di Tures: poco prima del paese, seguire per il ristoro "Sage" su stradina e proseguire fino al termine della strada dove parcheggiamo (1586 metri)
Descrizione:
Passiamo il ponte sul torrente e cominciamo a costeggiare la staccionata giungendo così in breve su di una stradina forestale. Possiamo scegliere quindi di risalire frontalmente il canalone innevato sopra di noi, oppure percorrere la più lunga ma più sicura strada fino al suo termine (dipende anche dall'innevamento). Giunti al termine di questa, dobbiamo seguire i segni del percorso estivo che ci permette, con un sentiero ben costruito, di scavalcare la fascia rocciosa superiore e di entrare nelle zone più pianeggianti al di sopra. Ora, su pendenze più dolci, si prosegue nel bosco fino al suo diradarsi, in prossimità di un bivio dove vediamo alla nostra sinistra il rifugio adagiato su di una dorsale. Continuiamo su terreno pianeggiante e attacchiamo dunque la rampa che, in maniera un pò libera, ci permette di raggiungere il Rifugio Roma a 2276 metri. Subito alle spalle, saliamo in direzione di un capitello trovando quindi una pozza da passare sulla destra imboccando così la valletta che passa a fianco della caratteristica guglia del monte Covoni. Perveniamo così in una splendida ed estesa piana da dove si scorge tutta la parte alta del percorso verso la nostra sinistra: proseguiamo in direzione sud est, dove, in maniera evidente, i pendii sono più dolci e l'attacco del ghiacciaio è sicuro. Con un breve strappo e un traverso abbastanza sicuro, saliamo per l'immenso pendio glaciale cercando di tenerci a ridosso delle cime che ne segnano il confine sulla nostra sinistra: in maniera costante e interminabile si prende quota fino a scorgere finalmente la cupola sommitale della cima. Giriamo sulla destra della stessa, imboccando così l'evidente intaglio che ci permette di accedere comodamente alla sommità del Monte Magro a 3273 metri. Il vastissimo panorama ripaga del impegnativo dislivello superato: il Collalto regna sovrano con i suoi arditi profili innevati, quindi la vista cade sull'inespugnabile Collaspro. Dall'altro lato il Monte Nevoso, altra mèta scialpinistica per sciatori molto preparati: quindi, più distanti, il superbo Pizzo Rosso, il Picco dei Tre signori, le meravigliose Dolomiti di Sesto a sud e la spettacolare parete della nostra cima che precipita sul sottostante Lago di Anterselva.
La discesa avviene dalla stessa, con buon innevamento si può tagliare per la parte più inclinata del ghiacciaio facendo attenzione ad eventuali crepacci.