A grandi linee:
Possente piramide di roccia che si innalza ad est di Solda e che domina incontrastata la spettacolare vedretta di Lasa. La salita si effettua dall'amena Val Rosim, costeggiando l'ormai ritirato ghiacciato che ne colora la testata; nonostante il dislivello cospicuo da superare, l'ascensione non è complessa e mai pericolosa se non sulla piramide sommitale dove si sale a naso per i grigi sfasciumi instabili. Per abbreviare l'escursione, si può sfruttare la seggiovia del Pulpito ma la tarda apertura dell'impianto in mattinata, rischia di accorciare il tempo utile per effettuare la salita. Ricordate di dosare le vostre forze e di effettuare una colazione sostanziosa, per non incappare nell'inevitabile affaticamento dovuto alla quota piuttosto elevata.
Difficoltà:
EE escursionisti esperti, brevi tratti alpinistici quando si tocca il ghiacciaio e sulle roccette sommitali
Tempi:
La salita da Solda di Dentro si effettua in 5 ore circa, con il Pulpito si accorcia di circa un'oretta
Dislivello:
1680 metri partendo da Solda, mentre, sfruttando la seggiovia Pulpito, si riduce a 1200 metri
Come raggiungerlo:
Da Merano, seguire per la Val Venosta fino a Spondigna, girate quindi per il Passo Stelvio. Arrivati a Gomagoi, si segue per Solda di Fuori, quindi per Solda di Dentro. All'altezza del primo Hotel di Solda di Dentro, inizia il percorso sulla sinistra (segnavia n°11)
Descrizione:
Seguite il sentierino che si inoltra nel bosco, in direzione Val di Rosim: si sale con alcune svolte nella vegetazione già costituita di larici guadagnando l'ingresso della vallata. Si prosegue in costa in leggera salita fino ad arrivare ai prati di Rosim, una bella conca verdeggiante: in corrispondenza del primo bivio verso il Pulpito, il sentiero si impenna per rimontare un costone erboso che termina all'altezza del secondo bivio. Da qui si segue per la Vedretta di Rosim della quale si intravede, lontana, la lingua terminale: una pacifica ed amena valletta adibita a pascolo precede la prima e più lunga tirata che inizia in maniera piuttosto tranquilla per impennarsi maggiormente con il cambio di paesaggio che si fa sempre più austero e roccioso fino ad un ampia conca glaciale completamente morta, sovrastata dall'impressionante lingua glaciale sospesa, con un immenso ponte di ghiaccio che sembra pronto a crollare. Qui scompaiono i segni ed iniziano i vaghi ometti, che puntano sulla sinsitra della vedretta e che portano su di un impenno parecchio scosceso e friabile, dove l'esile traccia si inerpica a strette svolte, rimontando così la parte scoscesa del ghiacciaio e pervenendo ad un tratto più pianeggiante dove conviene sconfinarci per comodità (nessun crepaccio). Camminando sul manto bianco, seguite il bordo fino ad arrivare ad un tratto crepacciato che però non lo si attraversa in quanto gli ometti ricominciano sul pendio roccioso a sinistra. Si sale per un canalino impervio e franoso che rimonta il livello superiore della vedretta, quindi, lo si evita puntando a sinistra sempre seguendo le pile di sassi. Dopo un paio di strappi piuttosto secchi, ci si ritrova già più in alto del Passo di Rosim e già la vista si apre immensa anche sull'Ortles. Ora bisogna affrontare il nevaio facile ma da non sottovalutare (ramponi in caso di ghiaccio) perchè piuttosto inclinato verso gli strapiombi sulla sinistra; volendo si può anche puntare in cresta su sentiero libero, ma bisogna fare attenzione all'esposizione. Giunti sotto la piramide terminale si punta la centro sempre su percorso casuale tra grossi e suggestivi sfasciumi grigiastri e, facendo attenzione ai nevaietti terminali, si perviene alla grossa croce di Cima Vertana (3545 metri). La spettacolare vista ripaga della faticosa ed impegolata salita: Ortles, Gran Zebrù, Cevedale e tutto il gruppo a perdita d'occhio, la vedretta di Lasa che si estende ai nostri piedi. Puro godimento per gli occhi e l'anima.
Come proseguire:
Il giro ad anello, segnato sulle cartine, sembra non sia più percorribile in quanto la via (Walterweg) sta crollando completamente, almeno secondo i gestori del Rifugio Serristori.