A grandi linee:
Nonostante la sua relativa altezza, il Monte Pin svetta sopra la Val di Non come sentinella all'ingresso della splendida ed incontaminata Val Bresimo. Lo si nota subito per la sua forma piramidale già dai primi paesi come Ton, nella bassa Val di Non, dando la parvenza di essere inespugnabile: di fatto, i suoi fianchi sono molto scoscesi e d'inverno la sua salita può creare diversi problemi. Si possono percorrere due vie con la neve: la cresta sud che parte direttamente da Bresimo o la cresta ovest che si può raggiungere dalla Malga Binasia. Entrambe le vie richiedono piede fermo per l'esposizione e per l'inclinazione dei crinali.
Difficoltà:
EEA per tratti su cresta che richiedono ramponi e piccozza (presenza di cornici)
Tempi:
4 ore e 30 minuti, ma può variare a seconda del manto nevoso
Dislivello:
960 metri
Come raggiungerlo:
Da Trento, seguire per la Val di Non. Passato Cles, si prende per Rumo/Livo e, giunti al paese di Preghena, si svolta in Val Bresimo. Superato Bresimo, si passa il bivio in loc. Amol e si prosegue ancoro poco fino alla stradina per Malga Binasia dove si parcheggia (1450 metri).
Descrizione:
Si prende la stradina in direzione della Malga Binasia salendo in maniera abbastanza graduale nel bosco con numerosi tornanti fino alla Malga Binasia Bassa (2010 metri). Da qui, una comoda mulattiera abbastanza chiara anche in caso di innevamento, porta, con un traverso su pendenze moderate alla Malga Binasia Alta (2138 metri) dove possiamo ammirare lo splendido omonimo bivacco, una perla a dimostrare che non tutte le opere dell'uomo in montagna non sono solo invasive e distruttive.
Ci dirigiamo quindi verso la cresta secondaria che discende a sud, facilmente individuabile guardando verso Sud-Est (da non confondere con la cresta Ovest che parte già dal Passo Binasia, ad occhio molto più impervia). La si raggiunge su comode piane e con un breve strappo. Ora la via si fa molto più tosta: la crestina secondaria sale graduale, ma è stretta e la neve accumulata può dare problemi, oltre alla presenza di vegetazione fastidiosa: se il manto è duro, meglio passare subito dalle ciaspole ai ramponi poichè dopo un pò la lama nevosa si impenna parecchio portandoci direttamente al crinale Ovest. Dalla congiunzione la via è intuitiva ma non facile ne da sottovalutare: si scende un pò per poi risalire fino ad un'altura secondaria che si deve forzatamente aggiurare a destra tagliando il non sicuro pendio. Tornati sul filo, proseguiamo su un tratto impervio fino alla cima secondaria ma più alta del Monte Pin (2424 metri). Per raggiungere la cima con la croce si deve ridiscendere per poi risalire la cresta strettissima e pericolosa (che io non ho percorso per troppe cornici sporgenti sul lato nord). La vista meravigliosa domina la Val di Non e si spinge forzatamente sul Brenta e sulla Presanella; alle spalle si notano i giganti del gruppo Cevedale, mentre ad est le Dolomiti.
Come proseguire:
Riuscendo a raggiungere la croce, si può discendere per l'altra cresta, ovvero la Sud, dove corre la via scialpinistica.