A grandi linee:
Ascensione integrale alla vetta più nota e frequentata del Monte Baldo. La parte bassa, sicuramente la più selvaggia e poco battuta, si può evitare salendo in macchina alla Malga Zovel, ma per chi ha gamba consiglio la salita integrale per assaporare al meglio un'escursione altrimenti più convenzionale. Anche se il dislivello è scoraggiante e la natura nella parte bassa regna incontrastata con un bosco talvolta spinoso e non troppo attraente, l'ascensione darà quella soddisfazione che avrebbe dato in antichità ai primi salitori di queste montagne, quando non c'erano strade e le cime si dovevano conquistare facendo affidamento solo alle proprie gambe. Inoltre le varianti di discesa e salita possono rendere ancor più colorita quest'escusione alla cima superpanoramica del Lago di Garda. Vista la partenza da bassa quota, la gita è consigliabile ad inizio stagione estiva o in autunno.
Difficoltà:
E , EE la variante del Forzelin
Tempi:
5 ore la salita
Dislivello:
2100 partendo da Assenza di Brenzone
Come raggiungerlo:
Da Verona portarsi al Lago di Garda (uscita Affi dell'A22 o uscita Peschiera dell'A4), seguire la statale Gardesana verso Riva del Garda/Malcesine. Arrivati ad Assenza, cercare parcheggio sulla trafficata strada (possibilmente vicino all'antica chiesetta del paese) oppure poco sopra, nella frazione di Sommavilla.
Descrizione:
La bella chiesetta di Assenza sorge a livello lago, 67 metri di altitudione. Appena a sinistra il cartello con segnavia 654 sarà il nostro riferimento fino alla vetta: con un bel viottolo, l'itinerario raggiunge la frazione di Sommavilla, quindi si comincia a salire per strada cementata incorniciata da uliveti. Arrivati all'ultima casa, siamo al bivio con il più recondito sentiero 30/32 che porta alla Malga Brione: noi teniamo il 654 che si inoltra nella folta vegetazione di bassa quota. Segue un lunghissimo tratto con tante svolte che prende quota senza troppi complimenti, su fondo talvolta fangoso e scivoloso in ambiente davvero verdeggiante e senza l'ombra di presenza umana tranne qualche cartello infomativo circa le piante presenti nel bosco. Arrivati a circa quota 620 metri, si incontrano le case Carpenare, piccolo insediamento umano in mezzo a questa coltre verde, dopodichè si continua in vegetazione via via più gradevole e si esce a quota 900 metri sui prati sottosanti Malga Zovel. Il panorama sul Lago di Garda finalmente si apre e spazia su tutte le vette del bresciano: raggiunta un strada appena accennata in mezzo all'erba, si perviene alla rotabile asfaltata che risale con qualche tornante fino ad una sbarra dove riprende ad essere mulattiera ma in una vegetazione di faggio molto più suggestiva. Si seguono i tornanti fino all'ingresso della Val Nogare, dove il sentiero man mano si restringe e continua nella splendida faggeta salendo sul versante settentrionale della valle in maniera sempre graduale. Al diradarsi del bosco, si arriva al di sotto di una paretina rocciosa e si percorre un tratto di frana che conduce ad un bivio: imbocchiamo la variante "del Forzelin" che si inerpica da subito in maniera brutale verso la dorsale del vallone che si raggiunge in breve. Parte dunque una cengia che si mantiene appena al di sotto della cresta e risale in modo uniforme verso l'evidente forcella in cima al vallone: è bene fare molta attenzione a certi tratti un poco esposti ma non assicurati che con fondo bagnato possono essere un pò infidi. Giunti alla forcella (Forzelin) si passa all'altra dorsale che inizialmente presenta tratti più esposti ma attrezzati con cordini d'acciaio: ci si inerpica faticosamente a tornanti tra i mughi fino ad uscire in una zona aperta in alto dove si incominciano a vedere i brulli prati tipici della quota 2000. Sempre con svolte, si sale in campo quasi aperto e, girato dietro ad un costolone, ci si apre davanti l'anfiteatro sotto la cima con relativo rifugio. Se negli ultimi tratti abbiamo della neve vecchia, onde evitare pericolose scivolate verso il basso, cerchiamo di raggiungere la dorsale sassosa che con un bell'impenno assistito da saldi mughi e con qualche tratto aereo, ci porta finalmente alla sommità del Monte Telegrafo a quota 2200 metri. Il panorama è uno dei più ampi della regione in relazione all'altezza: ovviamente il Lago di Garda al di sotto, poi alle prospicenti vette bresciane per passare alla superba piramide del Carè Alto nell'Adamello e alla cuspide ghiacciata della Presanella, quindi sulle ardite Dolomiti di Brenta, le lontane dolomiti orientali ed il Carega. Con giornate limpide si vedono gli Appennini e, con giornate particolarmente limpide, il Monte Rosa, il Monviso e la Laguna di Venezia.
Come proseguire:
Se il Rifugio Barana al Telegrafo è aperto, consiglio una sosta meritata, dopodichè ci sono molteplici varianti. I più allenati possono continuare sulla dorsale e discendere dalla Costabella verso la strada sottostante oppure per il "sentiero natura" che rimane in costa. Nella mia esperienza sono disceso per la normale che guadagna il vallone sotto la cima per poi, con un breve traverso roccioso, riportarsi al bivio del Forzelin. Per chi ancora non ne ha abbastanza del regno selvaggio del basso Baldo, ci si può inoltrare nei boschi che circondano il sentiero 32 che con interminabile traverso porta verso la Malga Brione: è bene fare attenzione ai segni talvolta mancanti, prendete la cartina e tenete come riferimento anche i piloni dell'Enel senza seguire le troppe tracce segnate di solo rosso, usate probabilmente come sentieri di servizio per gli operai dell'azienda elettrica (un riferimento del troppo spostamento lungo il sentiero verso nord è dato da una forra immensa sbarrata da pareti rocciose, sicuramente impraticabile). Il sentiero passa al segnavia 30 e perde quota in maniera costante per passare alla sempre più blanda vegetazione fino a ricongiungersi con il 654 alle prime case di Sommavilla.