A grandi linee:
Meravigliosa ascensione ad una delle vette più alte del trentino. Con i suoi 3644 metri d'altezza essa chiude a sud l'immenso Ghiacciaio dei Forni, il più esteso del gruppo. La visuale incredibile della cima ripaga del cospicuo dislivello superato e del noioso avvicinamento che si dilunga sulla dorsale sud della cima. L'unica difficoltà è rappresentata dall'altitudine che si farà sentire nell'ultima rampa precedente il Rifugio Mantova (3520 metri). Quindi una buona colazione ed un passo lento ma costante vi porteranno senza troppi problemi su questa splendida montagna.
Difficoltà:
EE (piccoli brevissimi tratti EEA)
Tempi:
Dalle 2 ore e 40 minuti alle 3 ore, dipende dall'allenamento
Dislivello:
Dall'arrivo della seggiovia Doss dei Cembri (2380 metri) alla cima sono 1264 metri
Come raggiungerlo:
Dall'autostrada del Brennero, uscite a Trento Nord, in direzione della Val di Non. Dopo Cles, prendete per la Val di Sole e conseguentemente per la Val di Peio. Arrivati a Peio Fonti, parcheggiate all'arrivo della funivia: CONSIGLIO: prendete la corsa delle 8 (la prima) poichè, volendo ridiscendere poi con gli impianti, l'ultima corsa è alle 5!! OCCHIO!! Scesi dalla funivia, andate in direzione della seggiovia per il Rifugio Doss dei Cembri ed arrivate dunque all'attacco dell'itinerario
Descrizione:
Dal Rifugio Doss dei Cembri, risalite brevemente la strada sterrata e prendete a destra il sentiero che sale chiaramente lungo il costone. Da qui in poi la via salirà gradualmente lungo la dorsale sud della montagna: il sentiero è sempre ben segnato e passerà a tratti da una parte all'altra della cresta regalando splendide vedute a sinistra della sottostante Val delle Mite ed a destra sul Lago del Careser. Arrivati a quota 3200, un passaggio, detto Brik, rappresenta l'unica difficoltà, in quanto si costeggerà un canalino esposto attrezzato di corda in acciaio (attenzione in presenza di ghiaccio). Davanti a voi si staglierà l'ultima rampa che, con numerosi tornanti, vi porterà finalmente al Rifugio Mantova al Vioz (3520). Vi consiglio di proseguire subito verso la vetta e di sostare in seguito al rifugio, poichè il tempo stringe, se volete discendere poi con gli impianti. Salite dunque lungo la retrostante cresta che in breve vi porta sulla'anticima (croce di vetta) e poi sulla Cima vera e propria del Vioz (attenzione al ghiaccio, qualche corda fissa d'aiuto). La visuale è a dir poco grandiosa: l'immenso ghiacciaio dei Forni, la Punta San Matteo (3678 metri), il Palon de la Mare (3703 metri) ed il Cevedale (3770 metri) regnano assoluti davanti a voi; alle loro spalle la cuspide del Gran Zebrù (3857 metri) e si può intravedere la cupola di sua maestà l'Ortles (3905 metri). Verso nord Ovest si staglia all'orizzonte il gruppo del Bernina (4050 metri), verso nord invece Palla Bianca (3769 metri) e Similaun. A sud dominano incontrastati il Gruppo di Brenta, la Presanella con la sua splendida parete nord, e l'Adamello.
ECCO ALCUNE FOTO DELL'ITINERARIO
Come proseguire:
Per escursionisti la strada finisce qui, ovviamente. Per chi ha prenotato una guida o ha capacità alpinistiche su ghiaccio, le possibilità sono molteplici: tutte le cime del gruppo possono essere raggiunte da qui attraversando la Vedretta dei Forni.