Direttissima alla Valdritta e Telegrafo
A Grandi Linee:
Questa via che ora descrivo concatena vari sentieri al fine di portare l'ecursionista alla scoperta delle due vette più alte del Monte Baldo. Breve e dura nel primo tratto verso il crinale (direttissima appunto), diventa poi una continua scoperta, ogni volta che si gira attorno ad un costone, lungo la cresta. Consiglio, se effettuata nel periodo estivo, di partire la mattina presto, poichè il Baldo al pomeriggio diventa una calamita per le nuvole, fenomeno dovuto all'estrema umidità prodotta dal Lago di Garda.
Difficoltà:
E (il piccolo tratto che sale alla Valdritta EE)
Tempi:
5/6 ore per l'itinerario completo
Dislivello:
670 metri (fino alla Valdritta)
Come raggiungerlo:
Per chi viene da Verona: all'uscita di Affi, seguite le indicazioni per Caprino, poi per Spiazzi, quindi per Ferrara di Monte Baldo ed infine per la Strada Graziani. Superata Malga Novezza, poco più avanti, quando finisce l'alpeggio ed inziano i pendii, troverete uno slargo senza nome (non potete sbagliare c'è solo quello) dove vedrete alla vostra sinistra le indicazioni dei sentieri.
Per chi viene da Trento: all'uscita di Ala/Avio, prendete la strada per Avio. Dopo il paese seguite le indicazioni per Monte Baldo. La strada diventa sempre più stretta a ridosso delle parete e sale per chilometri con vari tornanti fino al paese di San Valentino. Da qui prendere per il rifugio Graziani. Dal Graziani seguire l'unica strada che scende un pò verso la Bocca di Navene. Proseguite per un pò di chilometri oltre la Malga Artilone fino ad arrivare ad uno spiazzo artificiale; alla vostra destra, sullo scosceso pendio, troverete le indicazioni dei sentieri.
Descrizione:
Seguite il sentiero, che si inerpica subito deciso, poi più dolce fino al bivio col segnavia 66: avviatevi su quest'ultimo. Dopo un pò gli alberi si diradano ed la via si fa sempre più faticosa in mezzo ad una distesa di roccie e mughi. Quindi si sale a cavallo dello sperone che delemita la nostra inclinata valletta a nord. Il sentiero è sempre più duro e con vegetazione più rada, fino al raggiungimento della cresta, all'incrocio col sentiero 651 "delle Creste del Baldo". Piegate verso destra e scenderete un pò per aggirare un grosso costone roccioso di una cima non ben definita. La via si fa più interessante, grazie alla leggera esposizione del sentiero sui forti pendii sottostanti. Superato l'incrocio col sentiero 5 che sale dal lato del Lago, troverete un'altro incrocio con le indicazioni (a pennarello su roccia) per la Cima Valdritta: da qui prestate ben attenzione al fondo del tracciato e all'esposizione sul circolo glaciale, che si trova decine di metri in verticale sotto di voi. Il tratto è breve, ed in poco tempo si raggiunge la sommità rocciosa della più alta vetta del Baldo, indicata da una piccola croce. Lo spettacolo, per quanto magnifico, non sono riuscito a vederlo per via delle nubi.
Lasciamo quindi la cima e scendiamo dalla stessa (fate ancora più attenzione in discesa), dopodichè ripercorrete il sentiero al contrario fino all'incrocio col 66 della salita. Quindi proseguite lungo la splendida ed esile cresta, senza particolari dislivelli, dove potrete incontrare, se avete la mia fortuna, camosci e caprioli. Superate varie vallette, ci si trova davanti ad un'altra cima, la cui croce in vetta, fa capire essere la seconda tappa del nostro itinerario: la Cima Telegrafo. Si rimonta facilmente grazie ad un sentierino che corre sul filo della cresta fino alla sommità erbosa (nebbia e nubi mi hanno nascosto il panorama). Qui, volendo, potete sostare al rifugio Barana, oppure prendete il segnavia 652 (la via normale al Telegrafo lato est) che si dilunga scendendo tra i pendii di diversi avvallamenti arrivando dunque all'incrocio col 66 dell'andata e poi fino alla macchina.
ECCO LE MIE FOTO (BENCHE' POCO NITIDE PER VIA DEL MALTEMPO) DI QUEST'ITINERARIO