A grandi linee:
Maestosa vetta della catena del Lagorai, che contrassegna un punto orografico importante in questo gruppo di montagne. Essa è la prima cima, proveniendo da ovest, a toccare i 2600 metri: essa svetta in cielo come un'erta piramide di roccia scura e severa dove una luccicante croce ne rappresenta il culmine. Non da l'idea di una facile via d'accesso e, di fatto, solo uno stretto e scosceso sentiero riesce a portare l'attento escursionista dapprima sul suo inaccessibile, marziano altipiano sommitale e, quindi, alla vetta. Itinerario lungo ma estremamente appagante per via della grande panoramicità e per la soddisfacente salita ad un'importante cima del Lagorai.
Tempi:
3 ore e 30 minuti
Difficoltà:
EE escursionisti esperti
Dislivello:
1150 metri
Come raggiungerlo:
Da Trento seguire le indicazioni per Padova (SS 47) e percorrerla fino all'uscita di Strigno. Dal paese prendete la direzione del Rifugio/Ristorante Crucolo: oltrepassato il rifugio, arrivate fino alla fine della strada in località Ponte Conseria (1468 metri)
Descrizione:
Seguite la forestale e superate il torrente, quindi ignorate la deviazione per Malga Conseria e continuate sulla strada. Appena addentrati nel bosco il sentiero (317) abbandona la comoda carrozzabile e segue per diverse centinaia di metri il fiume, fino ad un suggestivo ponticello in legno. Si risale a tornanti piuttosto secchi il versante sinistro della valle fino al raggiungimento degli alti pascoli della Malga Valsorda Seconda dove il panorama si apre sull'immensa bastionata del Montalon e Cima delle Buse (1901 metri). Seguendo la carrozzabile qualche metro in discesa, si perviene alla traccia che attacca in maniera molto diretta lo scosceso versante della montagna; con qualche ripido tornante si guadagna quota, dopodichè la traccia rimane in costa per un lungo tratto con qualche saliscendi aggirando i pendii del Montalon fino alla suggestiva conca dominata dalla parete della Cima Stellune, dove un chiaro bivio pitturato su di un sasso ci indica la strada.
Da qui, si sale di poco fino ad arrivare alle sponde del primo lago Buse Basse, il quale si costeggia fino a risalire una morbidissima dorsale. Dopo questo tratto in comodo falso piano, si perviene ad un secondo livello dove si apre un'altro bellissimo lago alla vostra sinistra. Salendo sempre in maniera progressiva, si entra nell'intaglio della Forcella Valsorda e quindi alla piana dove un cartello ci indica la prossima direzione (2256 metri).
Ora, seguendo il segnavia 317, si percorre un tratto in costa tagliando in orizzontale una caotica pietraia sopraggiungendo alla Forcella Valmoena, da dove si domina l'omonima e bellissima valle (2294 metri). Una chiara indicazione su di una roccia con scritto "Cima Stellune" fa presagire alla tirata verso la vetta: di fatto, pochi metri dopo, la traccia si stacca dal sentiero principale per salire lungo lo scosceso pendio. Occorre prestare un pò di attenzione nel primo tratto che, con secchi ed erti tornanti, risale il costone con qualche punto esposto al sempre crescente vuoto alle vostre spalle. Dopo una bella faticata si perviene quindi all'altipiano lunare dove il sentiero diventa più dolce ma che nuovamente s'impennerà intagliando la piramide sommitale: raggiunta la cupola di sassi, la si scavalca con un tratto di facile arrampicata, dopodichè un ultimissimo ed ingannevole altipiano ci separa dalla croce di vetta che si raggiunge dopo pochi minuti (2605 metri). Il panorama vastissimo ripaga della fatica, nonostante io l'abbia raggiunta con molte nubi: il colpo d'occhio più impressionante si ha sulla vicina Cima d'Asta che si impone quasi arrogante alla vista, poi tutte le cime del Lagorai intorno a voi ed a nord i gruppi dolomitici del Latemar, Sassolungo, Sella e le maestose Pale di San Martino.
Come proseguire:
L'anello completo, difficilmente percorribile in inverno causa il sentiero piuttosto esposto, lo si effettua tornando alla traccia dove si gira a destra e si percorrere la cengia che aggira tutto il versante settentrionale di Cima Stellune (pericoloso con ghiaccio). Si giunge alla Busa della Neve e si torna su percorso libero ai Laghi delle Buse Basse.