A grandi linee:
L'alta Val Martello è costellata di splendide vette che si innalzano per più di 3000 metri negli azzurri cieli altoatesini. Queste cime però sono conosciute quasi unicamente nell'ambiente scialpinistico, per via delle lunghissime ed ampie vallate prive di ghiacciai e di tratti scoscesi; sconosciute quindi dai tanti camminatori che non osano cercare diversi obbiettivi, magari non indicati sulle guide o nei siti internet. La Vedretta di Lasa, splendido ghiacciaio che colora la testata dell'omonima valle, è circondato da tante vette oltre a quelle più famose quali Cima Vertana ed Angelo Grande: Punta Peder di Mezzo è una delle tante dimenticate e tralasciate, obbiettivo dell'escursionista curioso ed eccentrico.
Difficoltà:
EE escursionisti esperti
Tempi:
5 ore la salita, altre 3 la discesa
Dislivello:
1415 metri
Come raggiungerlo:
Da Merano, seguire in direzione Stelvio, Resia. Risalendo la Val Venosta, si gira a sinistra per la Val Martello e la si percorre fino all'Albergo Genziana, dove parcheggiamo (2050 metri)
Descrizione:
Tornando indietro lungo la strada asfaltata, seguiamo la mulattiera che risale verso la Enzianalm, dunque, appena dietro la costruzione, imboccate il sentierino che risale nella boscaglia. Dopo pochi metri, si raggiunge un cancelletto, lo si supera, e si continua attraverso conifere e larici: dopo qualche svolta si perviene al torrente, superabile grazie ad un suggestivo ponticello di legno, quindi si risale l'altra sponda fino ad un tratto in costa che, lentamente, ci porta al di fuori della vegetazione. Continuando con leggera inclinazione, si perviene ad una suggestiva piana glaciale solcata dal torrente, quindi, attraversata una leggera strettoia ed un dislivello, ad una seconda piana, poco più piccola della precedente. Si stringe nuovamente la vallata in corrispondenza di una breve tirata che ci porta in breve ad una prateria dove troviamo il bivio (2471 metri) per con il sentiero per la Cima delle Laste. Noi giriamo a destra e, superato nuovamente il torrente, risaliamo il pendio destro per un bel tratto fino a raggiungere la sommità di un antica morena, dove abbandoniamo un altro bivio per la Malga Livi. Ora, seguendo il filo della morena, la salita si dilunga sempre con pendenza moderata in direzione della vallata sottostante la Punta Peder: raggiunta una zona stagnante del fiumiciattolo, si sale nuovamente con una breve tirata ad un'altra zona pianeggiante che però ci mostra la parte alta del sentiero, molto più scoscesa. Di fatto, la traccia s'impenna d'improvviso su terreno friabile e, con numerose svolte, si perviene ad una selletta rocciosa, dove il panorama cambia di colpo, diventanto sterile e roccioso. Superato il bivio per la Punta di Scudo, si sale nuovamete a tornanti lungo il pendio fino a portarsi al di sotto della rocciosa parete sovrastante: si deve ora prestare molto attenzione, in quanto gli "ometti" indicano una via a mio parere pericolosa che comporta passi d'arrampicata pericolosi. Cercate invece di tenere la sinistra, laddove piccole cengette colorate dai licheni, tagliano gli scoscesi lastroni inclinati della parete e, su sentiero libero, puntante verso l'alto tra grossi macigni, in direzione della cresta. Pervenuti quindi al crinale, ora la via si fa intuitiva e, con un'ultima tirata, si sale sulla cima della Punta Peder di Mezzo (3466 metri) : spettacolare è la veduta sulla sottastante Vedretta di Lasa e sulle pareti scoscese della Vertana/Angelo Grande; è inoltre suggestiva la vista sul Cevedale, che sembra quasi appuntito e sulle Cime Venezie, con i loro ghiacciai simmetricamente separati.
Come proseguire:
Con molta attenzione e su percorso piuttosto esposto, si può traversare in cresta o verso la Punta di Scudo o verso la Punta Peder di fuori.