Regali ai fantasmi

Recensione del libro “Regali ai fantasmi” di Marilena Renda (Mesogea 2017).

di Maria Isabella Trocea - IV I

La protagonista, Elena, torna a Palermo dopo la morte dei genitori in un incidente aereo e tenta di ricostruire rapporto con sua sorella, Vittoria, che è sordomuta.

Tra le due ragazze non c’è mai stato un vero legame stretto, sono sempre state due estranee, Vittoria che rimane chiusa nel suo mondo in cui Elena non riesce ad entrare. Il loro è un rapporto complicato che non verrà mai completamente restaurato, nonostante i numerosi tentativi.

 Erano i genitori delle due sorelle che si occupavano di Vittoria, la quale utilizzava il suo linguaggio solo per comunicare che aveva fame, sete o altre esigenze primarie per vivere. Fu l’ultima a scoprire della morte dei genitori, e fu quella che ebbe una reazione particolare: si rifiutava di comunicare con il resto delle persone e non voleva uscire dalla stanza per andare al funerale. Nel libro non sono presenti solo vicende in cui le due non vanno d’accordo; a volte hanno un comportamento da sorelle, aiutandosi a vicenda. 

Elena voleva salvare Vittoria dal guscio in cui si richiudeva, ma quando quest’ultima riesce ad uscirne, forse anche grazie all’aiuto del teatro (Vittoria partecipava a dei corso teatrali e ricevette la parte del personaggio principale), la prima si trova faccia a faccia con sé stessa e tutti i suoi problemi, mentre la seconda riesce a spiccare il volo, anche grazie ai nuovi amici. Questo è ciò che il libro fa intendere al lettore, poiché il finale è debole, come ‘troncato’.

Le vicende delle due sorelle sono raccontate con un andamento non cronologico, che frammenta l’unità narrativa del testo, ma che servono per spiegare il motivo della distanza tra le due sorelle; la scrittrice descrive in modo rigoroso i luoghi in cui avvengono le vicende, a volte sembra che si perda nelle descrizioni e questo potrebbe far perdere al lettore la concentrazione e l’interesse, ma allo stesso tempo può risultare interessante la descrizione della famiglia e di come si occupava di Vittoria, che nel finale sembra essere quella più indipendente e sicura di sé tra le due. Non sconsiglio la lettura perché è un libro che si legge molto velocemente ed è leggero e facile da capire.

Regali ai fantasmi di M. Renda

di Daria Pucci

Elena torna a Palermo dopo la morte di entrambi i genitori in un incidente aereo per cercare di ricostruire il rapporto con la sorella minore Vittoria sordomuta.

E' interessante lo spunto narrativo che intende scandagliare impietosamente il difficile percorso di avvicinamento della protagonista alla sorella, con la quale Elena non riesce ad instaurare un contatto affettivo, ma neppure fisico poiché la percepisce estranea, inarrivabile, chiusa nello spazio del suo mutismo che a lei è interdetto perchè non ne ha mai appreso il codice di accesso.

Purtroppo però il racconto di questo complesso legame, forse mai completamente instauratosi, "in un accordo non equo tra le parti in bilico", perde la sua coesione nelle frequenti sovrapposizioni di piani temporali diversi, nell'intreccio di immagini emozionali, anche molto efficaci, ma anche volutamente oscure, che frammentano l'unità narrativa e confondono il lettore.


Il libro è ben scritto e si avvale anche di descrizioni originali di una Palermo poco convenzionale, ma nella ricercatezza espressiva si perde un po' la sostanza del contenuto che al termine della lettura risulta piuttosto rarefatto ed oscuro, un ulteriore regalo a dei fantasmi.