I fratelli Karamazov

di Davide Pierangeli

I fratelli Karamazov al teatro Eliseo dal 5 al 17 febbraio 2019 

I fratelli Karamazov è un'opera dello scrittore e pensatore russo  Fedor Dostoevskij, portata a teatro dalla compagnia Glauco Mauri-Roberto Sturno. L'opera racconta della travagliata storia della famiglia Karamazov interpretata egregiamente dalla compagnia.

Gli attori sono messi in risalto in modo ottimo dalla scarna scenografia, che molto spesso è quasi minimale, ma che esalta il movimento e la bravura degli attori stessi.

Il sipario si apre e con lui la nostra mente: infatti Dostoevskij pur parlando di soldi, sesso  e istinto omicida riesce a farci ragionare su temi come la fede e l’esistenza di Dio o il senso del dolore e della vita stessa.

I personaggi sono uno il  contrario dell'altro e questo porta ad un’ armonia, un completarsi delle parti; basta pensare ai due personaggi principali Alyosha (Pavel Zelinskiy), un prete, e suo fratello Ivan (Roberto Sturno), il quale è un ateo fermo nelle sue convinzioni che tuttavia con lo scorrere del tempo si sgretolano fino a farlo crollare. Le due figure principali si intrecciano in una ragnatela con le figure degli altri due fratelli Dmitrij (Laurence Mazzoni) e Smerdjakov (Luca Terracciano),ma chi tesse le fila non è il padre, bensì due donne che come Elena daranno inizio ad una guerra. Il padre viene ritratto come un uomo sudicio a cui l'unica cosa cara sono le donne e l'alcool e pronto a tutto pur di difendere i propri “hobby” e il proprio “onore”, non curandosi dei sentimenti dei propri cari. Le due donne: Grushenka (Alice Giroldini) e Katerina Ivanovna (Giulia Galiani) sono due figure molto contrastanti tra di loro: la prima quasi senza vergogna, la seconda invece sottomessa dal pudore e dal dolore. Si sposano perfettamente sul palco dando vita a scene, dove i loro caratteri contrastanti si uniscono creando un'armonia tra i contrari che emerge in  modo suggestivo per lo spettatore. 

La vicenda inizia con una disputa tra il padre e il figlio Dmitrij riguardo Grushenka;la donna amata da Dmitrij e sua compagna,ma bramata anche dal padre. Da qui inizieranno le vicende della famiglia Karamazov. 

Il più razionale dei fratelli, forse quello che diremo meno “Karamazov”, inizialmente è  Ivan, il quale interpreta il famoso monologo del Grande Inquisitore in una, scena di grande efficacia comunicativa. Qui lui si interroga su Dio e sulla fede, ma la sua sete di domande lo porterà ad affogare in un “mare magnum” di risposte fino a farlo impazzire.

Ivan nel romanzo è contrapposto a suo fratello Alyosha il quale è l’animo pio della famiglia: colonna portante della famiglia, senza il quale la stessa cadrebbe  ancora più in basso, forse Alyosha è l’unico Karamazov capace di amare veramente.

Dmitrij invece è l'unico dei Karamazov a sembrare umano, a provare rabbia,dolore e amore e a lui toccherà la pena più grande, cioè perire per ciò che non ha commesso, ma questo lo farà riflettere e preferirà trovare la felicità nel dolore, piuttosto che tornare alla vita da Karamazov.

Smerdjakov, interpretato perfettamente da Luca Terracciano, è il più fragile dei fratelli e il più impressionabile, ma anche il più intelligente; egli è l'unico però con il coraggio di agire, anche se le sue azioni condizionano per sempre la famiglia.

Un “masterpiece “della letteratura moderna e il riadattamento teatrale non è da meno. Appena chiuso il sipario uscirete dal teatro con una sensazione; sensazione, che i Greci chiamano pathos ossia quella forte emozione che abbiamo uscendo dalla sala, che può essere sia positiva sia negativa, ma che ogni spettacolo degno di chiamarsi tale ha .

E sicuramente questo spettacolo ha del “pathos” dentro di sé, perché dietro un qualcosa di così banale come una disputa per una donna c'è qualcosa di molto più profondo, e per citare Nietzsche “tutto ciò che è profondo ama la maschera”.