Regina Madre

di Davide Pierangeli 3A

«Regina madre» 

di Manlio Santanelli al teatro Eliseo dal 7 al 17 Marzo 2019 per la regia di Carlo Cerciello

Un'eterna lotta, mai banale, un conflitto perpetuo sempre attuale, una lotta tra due generazioni; la lotta tra madre e figlio.

Il sipario si alza e scopre subito una scenografia mozzafiato ad opera di Roberto Crea: un letto di dimensioni ciclopiche con accanto due burattini col volto di Pinocchio altrettanto grandi a simboleggiare le menzogne su cui si basa questo rapporto.

La madre, Regina Gianelli, interpretata da una divina Imma Villa è un “general Cadorna”; vuole avere l’ultima parola su tutto, vuole comandare l’ esercito, ormai stremato, costituito dal figlio Alfredo e dalla sorella Lisa.

Fausto Russo Alesi si cala  nei panni del figlio Alfredo con fare disinvolto e lodevole, affiancato dall’interpretazione ancora più coinvolgente e audace  di un’impeccabile Imma Villa.

Alfredo ha divorziato con sua moglie, ha una carriera da giornalista mai lanciata e ritorna a casa per curare la madre e per scrivere un libro sulla sua malattia terminale.

Ritornato a casa, iniziano i litigi con la madre, che all’inizio sono solo dei classici capricci di una madre ormai anziana, che risultano allo spettatore addirittura quasi comici. Questa situazione continuerà, e ciò che era comico diventerà pian piano tragico.

Il capovolgimento si verifica quando affiorano alla luce i ricordi del padre morto; celebrato come un eroe dalla madre, ma un ignavo in vita. Gli spettatori assistono alla messa in scena del complesso di Edipo e di inferiorità del figlio che sboccia grazie al rapporto travagliato dei genitori. 

Dalle lotte sanguinose emergono due figure fragili “come d’Autunno sugli alberi le foglie” e una figura di Regina particolarmente pessimista che urla al figlio come prima di scendere in battaglia «campare è inutile, morire è inutile, io che devo fare?». Regina è stanca di vivere, ma troppo cocciuta per andarsene.

Lo spettacolo diventa difficile da seguire, quando, grazie ad un nuovo oggetto di scena, un cappello, compare un terzo personaggio, quello della sorella Lisa. Regina diventa Lisa e Fausto diventa Regina: il cambio dei ruoli suscita confusione nella trama e porta uno spettacolo promettente ad essere uno spettacolo appena sufficiente.

Come un soldato al servizio del suo General Cadorna, Lisa soffre quanto il fratello e lamenta quel vuoto ereditato dalla stessa madre.

I due figli non riescono a vivere, le loro vite sono segnate dalla loro infanzia e dall'ossessione di ritornare nel nido materno, bramano la felicità infantile, quella dei bambini quando giocano, ma rincorrono solo il passato per arrivare stanchi a vivere il presente.

Questa sensazione è amplificata grazie alla scenografia :il gigantesco letto diventa per mano degli attori una culla.

In conclusione lo spettacolo risulta difficile da seguire ma la capacità recitativa degli attori lo rende piacevole, ma non lascia quelle emozioni, quell’emozione tragica che dovrebbe.