Andy Warhol

in mostra al Vittoriano


RECENSIONE MOSTRA ANDY WARHOL

Martina Aluisi (IV D)

“In the future everyone will be world-famous for 15 minutes”, la celebre frase profetica di Andy Warhol sul valore effimero della fama, il concetto che tanto lo affascinava, nella società odierna. 

In questa mostra è evidenziato l’eclettismo di Warhol, la cui arte toccò tutti i generi delle arti figurative: arte, musica, cinema, moda, pubblicità. Si tratta di una mostra di ben 170 opere, esposte nel Complesso del Vittoriano di Roma dal 3 ottobre 2018 al 5 maggio 2019, realizzata in occasione del novantesimo anniversario della nascita di questo rivoluzionario artista ed ha lo scopo di raccontare la vita ed il suo percorso artistico.

Si parte dal genere della ritrattistica, dedicata ai celebri personaggi da lui spesso incontrati nei locali notturni come ‘Studio 54’. Tra i vari ritratti quelli che colpiscono di più sono quelli di ‘Liz’ (dedicato all’attrice Elizabeth Taylor) e quelli di Marilyn Monroe. Nei suoi ritratti, l’artista tende sempre a evidenziare il ‘dark side’ dei soggetti che ritrae. Warhol decide infatti di fotografare l’attrice Taylor dopo un periodo di malattia, evidenziando in questo modo il fragile confine esistente tra la fama e la possibilità di perderla, e di rappresentare la Monroe con un malinconico sorriso, dovuto alla sua triste vita privata, culminata col suicidio.

In altre sale troviamo poi uno spazio molto interessante riguardante il rapporto dell’arte di Warhol col mondo musicale. Ne sono un esempio le copertine dei dischi, come per esempio i mitici “jeans incernierati” dell’LP “Sticky Fingers” dei Rolling Stones del 1971.

Lo scopo dell’arte di Warhol è quello di catturare visivamente l’attenzione di coloro che guardano le sue opere, le quali riflettono l’America degli anni ’60 incentrata sul consumismo incentivato dalla pubblicità che induce alla massificazione e alla nascita di tendenze e stereotipi.

La visita di questa mostra è veramente una bella esperienza, un viaggio emozionale attraverso i colori, i suoni e le icone che hanno influenzato la vita e il contesto storico-culturale dell’artista.

ANDY WARHOL IN MOSTRA AL VITTORIANO

Elisa Pizzini IV D

Un evento degno di nota e molto interessante e’ l’esposizione negli spazi del Complesso del Vittoriano di oltre 170 opere di uno dei più acclamati artisti dell’arte contemporanea, Andy Warhol, realizzata in occasione del novantesimo anniversario della sua nascita. Un viaggio fantastico attraverso le opere più celebri, ma anche dentro l’incredibile vita del padre indiscusso della Pop Art  che ha cambiato per sempre i connotati non solo del mondo dell’arte ma anche della musica, del cinema e della moda.

La mostra parte dalle origini artistiche della Pop Art quando Warhol inizia ad usare la serigrafia e crea la serie Campbell’s Soup, minestre in scatola, che l’artista prende dagli scaffali dei supermercati per tramutarli in arte. Seguono la serie su Elvis, su Marilyn, sulla Coca-Cola. Gli oggetti che colpiscono Andy Warhol sono quelli che annullano il divario tra ricchi e poveri: chiunque si può permettere una Coca-Cola ed ha lo stesso gusto sia per un milionario che per un non abbiente. Non mancano poi, nel percorso espositivo, le testimonianze di quelle celebrità da cui è stato sempre ossessionato: i ritratti pop di Marylin Monroe, Elvis Presley, Marlon Brando, Muhammad Alì, Elizabeth Taylor, Mao; e ancora le copertine degli album dei gruppi più noti degli anni ‘70-’80 realizzate da Warhol e raffiguranti immagini e simboli passati alla storia come la banana di “The Velvet Underground & Nico”, i jeans dell’LP “Sticky Fingers” dei Rolling Stones ed altre ancora (con la possibilità di ascoltarli con le cuffie come si faceva allora con le anteprime nei negozi di dischi). Segue poi una sezione dedicata al mondo dello star system e della moda, continuando poi con i disegni e tutta una serie di ritratti su polaroid dove vengono raffigurati i più importanti personaggi dell’epoca e bizzarri autoscatti: tra questi  troneggia il ritratto di Warhol in bella mostra. 

Notevole gradimento, tra il pubblico, ha riscosso il grande quadro in bianco e nero “Schema di danza”, che raffigura due grandi sagome di scarpe che danno al visitatore un senso di chiarezza ed essenzialità, o il bellissimo ritratto di Elvis Presley “Elvis Rosso” dove la serigrafia del volto del noto cantante viene riprodotta quasi all’infinito creando uno splendido effetto ottico. Non di meno ha acceso la curiosità dei visitatori il quadro di Marilyn Monroe “Marilyn azzurra sparata” con quella macchia bianca al centro della fronte che è frutto del restauro di un foro di proiettile sparato da una sua amica. Sono esposte tante altre opere significative del variegato percorso dell’artista come l’inquietante “12 sedie elettriche”, risultato delle continue riflessioni sulla morte che spesso ricorrono nei suoi lavori, e la sorprendente schiera di “Fiori” che accende invece un’esplosione di colori. Nell’ultima sala, infine, la grande tela in bianco e nero della sua “Ultima cena”, ennesimo omaggio al genio di Leonardo (dopo quello della Monna Lisa) ma inteso come icona commerciale, e il grande “Ritratto rosso su nero”, il suo autoritratto forse più famoso. Chiude l’ampia selezione un maxischermo dove è possibile ripercorrere l’intera carriera dell’artista.

Insomma una mostra ricca e bella, sicuramente da non perdere!!!!