L'ultima madre

di Teresa Pierangeli

L’ultima madre  

di Giovanni Greco (Feltrinelli - Nutrimenti 2015)

recensione di Teresa Pierangeli IV H

Il romanzo si presenta come una denuncia dei “desaparecidos” e degli “hijos” argentini. L’autore ci dice che le vite degli individui sono rette parallele che si incontrano all’infinito e il romanzo lo vuole dimostrare , basandosi su due vite apparentemente troppo diverse per potersi incontrare. Maria è un’ingenua  casalinga, una vedova prematura di un rifugiato italiano, madre di due gemelli.

Maria è troppo povera per potersi  interessare  alla politica, ma i suoi figli, grazie ai sacrifici della madre hanno studiato, sanno cosa accade in Argentina e questa consapevolezza non gli permette di rimanere dei  semplici spettatori . Maria non è a conoscenza delle azioni  anti-governative dei figli e per questo, dopo la loro scomparsa, dovrà affrontare consapevolezze più grandi  di lei nel tortuoso cammino che la porterà, dopo tante sofferenze,  alla verità. 

Mercedes è la retta parallela  destinata ad incontrarsi con Maria,  figlia di un militare responsabile di quell’ oppressione di cui sono vittime anche i due gemelli di Maria. Anche Mercedes è madre, di due gemelli, Nacho e Mari che sono stati sottratti alla madre naturale, un’oppositrice del governo argentino.  La loro vita scorre tranquilla, finché la coscienza non inizierà a tormentarli con domande più grandi di loro.

Nonostante la leggera confusione, che il parallelismo della trama può suscitare nel lettore in un primo momento, la trama si presenta semplice,  ma senza negarsi rivelazioni inaspettate. Il racconto, è basato su due vite destinate ad incontrarsi e il lettore andando avanti nel racconto sente la smania sempre più forte di capire qual è l’elemento che unirà queste due vite, rimanendo poi sorpreso nel leggere che tale congiunzione avverrà soltanto alla fine quando ormai la speranza sembrava essersi persa.

Il romanzo è basato su una ricerca frenetica, ma incessante, quella di Maria per i suoi figli . 

La ricerca della donna viene alimentata dalla speranza, che non smette mai di darle la forza per andare avanti, ma anche dalla sua fede . La fede di Maria nella provvidenza divina è un altro tema affrontato dall’autore.  Maria rimarrà fedele alla sua fede fino all’ultimo e questa le darà conforto nei momenti più difficili offrendole un’ancora a cui aggrapparsi. Tuttavia resterà  delusa dagli uomini di fede, ma non perderà mai la speranza.L’autore nel post scriptum cita il poeta  Ghiannis Ritsos “Perché chissà, là  dove qualcuno resiste senza speranza, è proprio là che comincia la  storia umana e, come la chiamiamo, la bellezza dell’uomo” . Tutto il libro pone le sue fondamenta sulla speranza che non permette ai personaggi di arrendersi nella loro ricerca, qualunque essa sia .  Inoltre lo scrittore  pone un parallelismo anche sul campo emozionale dell’opera, se da una parte l’autore è un ottimo osservatore dei desideri e delle speranze umane, dall’altra ci presenta la crudeltà  e l’aridità sentimentale che caratterizza  gli oppressori della libertà argentina. 

Nel romanzo occupa un posto da protagonista la donna.

Maria viene descritta minuziosamente nei suoi pensieri, nei suoi sentimenti ma soprattutto nella sua forza. Una forza che Maria ha sempre avuto fin da piccola, quando a soli vent’anni si occupava di una madre malata.  Una forza che la donna mantiene costante nella sua vita e che poi si unirà alla forza di altre donne quando si aggregherà al movimento delle Nonne di plaza de Mayo.  Nell’opera si affronta però anche la fragilità delle donne rappresentata soprattutto da Mercedes che sarà incapace di gestire la triste notizia della propria sterilità.

Stilisticamente il romanzo è scorrevole e di linguaggio  accessibile e realistico . Un altro aspetto da evidenziare  infatti, è il realismo con la quale Greco descrive i propri personaggi e le loro realtà. Il realismo non si ferma all’aspetto formale: il lettore si ritrova  proiettato a trecentosessanta gradi nella triste realtà storica che è presentata e si sente preso per mano dall’autore nel percorso interiore che conduce alla condanna degli oppressori.