Amori di latta

di Claudia Frascà IV B

TITOLO: Amori di latta

DURATA: 54’

REGISTA: Graziano Conversano

NAZIONALITA’: Italia

In questo documentario Chiara Rapaccini – detta Rap - incontra molti ragazzi dei nostri giorni per conoscere le loro opinioni riguardo all’amore, che lei ritiene “sfortunato”, e i loro sentimenti. Gli incontri avvengono in tre diverse città, Roma, Milano e Bari, in zone sia centrali sia periferiche, nei diversi ambienti scolastici, sportivi e di svago. Le opinioni dei ragazzi sono molteplici e diverse: alcuni hanno una visione romantica e “da favola” dell’amore, altri lo ritengono solo una questione di chimica, altri ancora ritengono importante solo l’aspetto fisico.  Le interviste sono intercalate da brevi rimandi a domande simili poste a ragazzi negli anni ’60, ’70 e ’80. Il confronto, però, non è rilevante: le interviste più datate sono troppo poche per dedurne il pensiero generale del tempo e, rapportate a quelle attuali, non mostrano molte differenze, o comunque le stesse che si possono rilevare confrontando i pensieri di diversi ragazzi anche nello stesso periodo. In entrambe le situazioni, ad esempio, alcuni giovani sostengono di non sopportare quando “i genitori ripetono le cose 20.000 volte”, si divertono giocando ai videogiochi e partecipano a manifestazioni, anche se con scopi diversi. E’ possibile che il lasso di tempo trascorso tra i due diversi periodi analizzati sia troppo breve perché si possano notare sostanziali differenze. 

Spunto di riflessione, dunque, possono essere i pensieri dei ragazzi nei diversi ambienti, più che nei diversi periodi. Una ragazza nella periferia di Milano, ad esempio, sostiene che le sue coetanee tendono a imitare un “modello” risultando tutte uguali mentre chi, come lei, sceglie di non omologarsi, viene escluso. Un ragazzo, invece, racconta come gli scout, da lui frequentati, siano ritenuti “sfigati” a causa dei luoghi comuni.  

Nel documentario è affrontata anche la questione dei social media, ritenuti un mezzo molto sfruttato nell’ambito delle relazioni amorose. Alcuni ragazzi ne parlano ma, come traspare dai loro racconti, nonostante l’aiuto iniziale fornito da questo tipo di socializzazione, la vera sostanza dei rapporti si sviluppa comunque “di persona”.

Appare simpatica la variazione ironica sugli argomenti trattati mediante l’inserimento di alcune vignette, disegnate da Rap, che riportano le frasi più significative e divertenti dei ragazzi intervistati, nello stile di una precedente pubblicazione dell’autrice sull’argomento. 

In conclusione, ritengo che il documentario, soprattutto perché diretto a un pubblico giovane, non riporti informazioni che non siano già conosciute dagli spettatori, già consapevoli delle diverse realtà e opinioni che fanno parte del loro vivere quotidiano. Al contrario, però, questi spaccati potrebbero essere utili in futuro per avere un quadro generale delle opinioni dei ragazzi nel XXI secolo e per confrontarle con quelle dei futuri spettatori, utilizzandole come una “scatola del tempo”.