Laboratorio di scrittura 2022/2023

Proposte di lettura a cura degli studenti del PCTO «Abitare il terzo spazio: la biblioteca scolastica»

Recensione di Ognuno accanto alla sua notte


di Sara Mazzei, Sara Mantero, 1A


“Se ti opponi al tuo destino, gli sei soggetto. Se invece ti adatti, sarai il signore del tuo destino”

Il romanzo alterna storie ambientate nel periodo delle leggi razziali (1938) e storie contemporanee, sullo sfondo la città di Roma. C’è la notte, quella prima della deportazione degli ebrei di Roma (16 ottobre 1943), e c’è la vita nei mesi e nelle settimane precedenti. 

Doriana, Gisella e Saul si riuniscono in una villa fuori città per prepararsi insieme al test di inglese e si raccontano delle storie: quella di Giulio Limentani, un commediografo costretto a fare il suo lavoro di nascosto in un angolo del loggione, e sua moglie Lucilla, che si rifiuta di accettare il lavoro di insegnante alla scuola ebraica dopo essere stata cacciata da quella pubblica; l’amore fra due quindicenni, Colomba, una ragazza ebrea, e Ferruccio, figlio di un gerarca fascista; la vicenda di Graziano, figlio di Vittorio, un dirigente della comunità ebraica, di quelli che forse avevano sottovalutato il pericolo delle leggi razziali, come sostiene il figlio, che accusa il suo stesso padre di questa terribile ingenuità.

Fino a che punto può resistere la speranza di un essere umano?


L'articolata architettura del romanzo è sostenuta da una lettura scorrevole, piacevole e appassionante, che, seppur con un linguaggio semplice e comprensibile da tutti i ragazzi, offre è l’opportunità di riflettere su ciò che è stato e se si sarebbe potuto evitare.

Le storie iniziali dei protagonisti vengono raccontate tramite dei flashback, un autobus ricorre in ogni racconto, come luogo di incontro dei diversi destini.

Molte volte sono state raccontate le tante tragiche vicende avvenute  di questo triste tempo, ma non tanto spesso si è potuto vedere come queste si unissero alle normali difficoltà già esistenti nella vita di tutti i giorni.

Oltre che ricordare ciò che è accaduto, si deve soprattutto tenere a mente che tutto questo è successo a persone come noi, con paure, insicurezze e gioie, ed è proprio ciò che le rende tragedia e non una storia fra tante, perché quel dolore è stato sofferto da padri, figli, madri e bambini e non da personaggi scritti o nomi senza volto.

L’empatia è la chiave per ricordare e imparare dagli errori passati.

Oliva Denaro, tra romanzo e realtà

(Incontro con l'autrice)


di Viola Tedeschi, Nicole Larido, 3R


Oliva Denaro chi è?

Questo è ciò che l’autrice Viola Ardone, nata a Napoli e professoressa di lettere presso il Liceo “De Carlo” di Giugliano, ha cercato di chiarire all’incontro avvenuto presso il Liceo Eugenio Montale di Roma, il 16 febbraio 2023, organizzato dal Bibliopoint Il Girasole del Montale per il ciclo "Incontri con gli autori".  

La risposta all’enigma è semplice: Oliva non è solamente una ragazza timida a cui piace correre e leggere, crescendo, è la protagonista che non può vivere con libertà la sua vita.

È L'Italia degli anni ‘60, in certe zone ancora si vive in un clima irrespirabile, in cui una donna non è altro che un oggetto da acquistare, da scegliere in una fila di scaffali. 

«La femmina è brocca: chi la rompe se la piglia» è la morale dominante.

Ma Oliva siamo tutte e tutti noi.

L’autrice stessa riafferma questo concetto dicendo che la voce di Oliva è un femminile maschile plurale composto da tante voci singole, differenti tra di loro ed ognuna con le proprie capacità e con la propria storia da condividere.

Un ritratto di numerose donne, coraggiose, creative, intelligenti, miti, ribelli, che hanno in comune la forza con la quale hanno lottato per dire che anche loro potevano scegliere, che anche loro esistevano.

La forza di dire “No”.

La tematica del consenso é stata una delle più importanti tra quelle affrontate sia dall’autrice che dalle 4 ospiti durante l’incontro.

L’avvocato matrimonialista Anna Lanza collabora con la dottoressa Paola Neuhaus,una psicologa che ha ribadito quanto sia "essenziale chiedere aiuto, cercare una via di comunicazione per denunciare le violenze subite".

Uno strumento che può aiutare a comprendere se é necessario chiedere aiuto e a chi rivolgersi è Il violenzometro, utilizzato per capire quando una relazione sta degenerando nella violenza, fisica e psicologica.

Il Comandante della sezione Atti Persecutori del Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche, Mariantonia Secconi, ha spiegato quanto sia essenziale comprendere la differenza tra una relazione sana e una malata, governata da love-bombing e altre pratiche messe in atto per alimentare il ciclo di questo inferno.

Abbiamo avuto l’occasione di ascoltare una storia di una donna forte che purtroppo ha subito tutto ciò. Anche se ha fatto molto male sentire da lei stessa la sua vicenda e l’emozione che l’ha travolta mentre la raccontava, è stato essenziale per ricordarci che tutto questo è reale e non accade solamente nei film o ad altre persone.

La psicologa ha detto: “Non faccio altro che vedere giovani distrutti, famiglie a pezzi; vedere voi che state qui, oggi pomeriggio, al posto di andare in giro o stare sui dispositivi è un qualcosa di molto bello”.

Sì, erano le tre del pomeriggio, dopo sei ore di scuola e solamente un’ora di riposo ma gli studenti hanno assistito a quest’incontro con piacere e curiosità.


Questo era solo uno degli “incontri con l’autore” proposti dal Bibliopoint, un incontro che ha fatto riflettere e comprendere quanto questa tematica sia vicina a tutti noi ma soprattutto i modi per combatterla.



It ends with us: c’è sempre una fine

Recensione a cura di Sofia Severini, 3R



Amare significa perdonare a ogni costo? 

Beh, provate ad immedesimarvi nel romanzo rosa It ends with us, della scrittrice statunitense Margareth Colleen Hoover.

É stato pubblicato, in lingua originale, dalla casa editrice Simon & Schuster Ltd, il 2 agosto 2016 negli Stati Uniti e successivamente tradotto da Roberta Zuppet per poi essere pubblicato in lingua italiana il 1 marzo 2022, con un prezzo di 15,90 euro per la Sperling&Kupfer. Un libro che ti appassiona sin dalla prima pagina per poi arrivare alla 336 esima e chiedersi se ci sarà mai un continuo. L’autrice utilizza uno stile semplice e piacevole, dove gli imprevisti arrivano inaspettatamente e provocano dolore e paura alla protagonista Lily, la quale farà delle scelte difficili e forse affrettate che è giusto accogliere e rispettare. Vi travolgerà in un vortice di emozioni e azioni: le paure, le gelosie, le violenze, le scuse, i continui perdoni e gli inizi per sistemare ciò che di sbagliato si commette. Colpisce l’attenzione dei lettori, in particolar modo il realismo, con cui la scrittrice narra i fatti e le emozioni; questa storia è sviluppata su due racconti che sembrano ripetersi, di ciò che la madre di Lily ha vissuto per tutti i suoi anni di matrimonio, con la persona che pensava di amare ma che ha dimostrato di essere solamente un mostro. In seguito al vissuto nella casa della sua famiglia, Lily si ritrova di fronte ad una situazione purtroppo già vissuta anche se non in prima persona, ma per assurdo le stava accadendo la stessa cosa e come per la madre, ciò che non capisce è come agire e se basarsi su quello che le dice il cuore o la testa.

L’amore non deve provocare paure o rimpianti per non aver capito in tempo chi si ha al proprio fianco, deve essere un mezzo per raggiungere la libertà, l’amore è un’arma potente che può distruggere ma anche rendere anche una persona migliore.  Una persona che vi ama non alza la voce o le mani perchè avete salutato un amico/a o perchè non avete fatto ciò che chiedeva, una persona che vi ama riesce a comprendere quando bisogna smettere di insistere, ma finchè non siete voi a dire BASTA, continuerà a ferire sia psicologicamente che fisicamente. È questo ciò che Lily deve capire e chissà se lo farà in tempo...

Sulle note del tempo: la strada della verità tra mistero e amore 

Recensione di Luis Eduardo Marini, 3A


Se amate i gialli, ma adorate anche i romanzi rosa, non potete non leggere “Sulle note del tempo” dell’inglese Josh Lanyan, edito da Feltrinelli nel maggio del 2016. 

Vi innamorerete.

La storia trasporta il lettore all’interno della residenza degli Arlington nella quale il cronista Griff ha avuto il permesso di soggiornare per investigare su un crimine avvenuto vent’anni prima: il bambino degli Arlington, Brian, fu rapito e Griff ne è rimasto affascinato poiché, nonostante la maggior parte delle persone creda sia morto, il corpo non è mai stato ritrovato.

Un’altra componente molto importante all’interno della storia è sicuramente quella romantica e soprattutto sociologica: inizialmente il rapporto tra i membri della famiglia del piccolo Brian e Griff sarà freddo e distaccato, quasi astioso. Griff sta investigando infatti su un dolore sopito ma col procedere della storia questo rapporto si snocciola iniziando a mostrare vizi, virtù, debolezze e forze degli Arlington. Griff, come gli Arlington, matura una crescita psicologica che lo porta a capire molto di più sia sul mistero su cui sta indagando sia su di sé e sulla propria relazione con la famiglia del rapito.

Il focus del racconto è sicuramente il mistero da risolvere, ma per giungere alla sua risoluzione servono parole dialoghi discorsi che s’intrecciano, cambiano e si modificano nel corso della vicenda grazie ai confronti e ai conflitti dei personaggi. E questo viaggio viene narrato in modo dettagliato con un lessico ricercato e sontuose descrizioni dei luoghi che dominano la prima parte del libro ma che poi lasciano spazio alle vicende sociali, psicologiche, sessuali e romantiche degli Arlington e di Griff. I componenti della famiglia, come un giallo che si rispetti, hanno da raccontare di più rispetto a quel che hanno detto vent’anni prima e Griff con il suo carisma riesce così ad immergersi nelle loro vite e a cambiarle in modo drastico rivelandone i segreti, le paure e le insicurezze.

Inizialmente descrizioni e dettagli appesantiscono la lettura, che diventa più agevole quando cominciano a intersecarsi i rapporti tra i personaggi. Le diverse tematiche si sviluppano facendo emergere le dinamiche psicologiche: il rapimento, il dolore di una famiglia e l’amore all’interno del “luogo di lavoro” (se la residenza può essere considerata tale).

Questo libro è un tocco di originalità che porta sulla stessa barca due generi distanti e ne crea un miscuglio perfettamente omogeneo. Rende centrali due argomenti opposti (il rapimento e l’amore) rimanendo concentrato sulla componente investigativa senza intaccare quella romantica.

Le meraviglie del possibile

recensione di Francesco Strocchi (3A)

Ormai per noi il racconto scritto ha come primo rappresentante il libro, inteso come un lungo racconto dedito a raccontare una grande storia, ma non bisogna dimenticare che il racconto è innanzitutto una vicenda che può sì allungarsi, mantenendo però l’intento di una vicenda che viene poi chiara e concisi.

Ancora oggi però molti moderni “narrastorie” usufruiscono della tecnica di raccontare brevi storie, per riuscire a svilupparle senza doverle diluire con accaduti d’intermezzo, e spesso le raccontano oralmente tramite registrazioni vocali in modo che possano essere ascoltate all'infinito e abbiano espedienti narrativi come toni di voce ben precisi e pause.

Le meraviglie del possibile, pubblicato per la prima volta nel 1959 da Einaudi, è una raccolta di 29 racconti di fantascienza di 20 diversi autori. I racconti sono stati scritti nei venti anni precedenti all’edizione, eccezion fatta per il primo (L’uovo di cristallo) del 1897; la riedizione del 1992 è corredata da una nota di Carlo Fruttero.

Fra gli autori spiccano Fredric Brown, che ha dato il maggior numero di racconti al libro, e Isaac Asimov, considerato da molti il più grande scrittore fantascientifico di sempre.

Che dire di queste storie? Variano dall’inquietante quasi horror di ambienti e artefatti incomprensibili agli umani, a malintesi comici e situazioni demenziali tra umani e alieni, a inseguimenti o infiltrazioni poliziesche per determinare il destino di nazioni interplanetarie. La narrazione riesce a dare, mentre sviluppa la storia, la giusta enfasi con poche righe.

Le storie hanno ispirato interi filoni narrativi di fantascienza, e sempre da essi sono stati tratti/reinterpretati film e serie TV, come il racconto Impostor che ha ispirato l’omonimo film e l’episodio Arena di Star Trek. C’è persino un racconto che dura una sola pagina, ma riesce comunque benissimo a stupire e sconvolgere il lettore.

“Un passato in sette passi”

The Seven Husbands of Evelyn Hugo (I sette mariti di Evelyn Hugo)

Autrice: Taylor Jenkins Reid

Casa Editrice: Simon & Schuster 

Anno di Pubblicazione: 2017 


recensione di Bruna Regina Lima Furtado, 3A


“Quando ti viene data l’opportunità di cambiare la tua vita, sii pronta a fare tutto il necessario per farlo accadere. Il mondo non ti dà le cose, tu prendi le cose. Se impari una cosa da me, probabilmente dovrebbe essere Quello”


Nel libro I Sette Mariti di Evelyn Hugo la protagonista della storia è Evelyn Hugo, una celebrità divina di Hollywood negli anni Sessanta di umili origini cubane e dalla bellezza mozzafiato, figlia di un padre alcolista e violento. Evelyn, ormai anziana, è finalmente pronta a raccontare i dettagli, svelare i segreti e la verità della sua clamorosa e scandalosa vita. Dal suo arrivo a Los Angeles negli anni Cinquanta all’andata in pensione negli anni Ottanta, e soprattutto dai suoi sette mariti durante la vita. Per parlare della sua vita, della sua carriera e dei suoi sette mariti, però, non sceglie una rivista famosa o una giornalista in voga. Decide che a raccontare i misteri della sua vita amorosa debba essere Monique Grant, una giornalista semisconosciuta e, alla quale apre le porte della sua casa e di tutto ciò che si nasconde nel suo cuore. 

Il racconto inizia così in prima persona narrato da Monique e parla di cosa sta succedendo nella sua vita finché conosce e inizia a lavorare con Hugo nel suo libro. L’attrice inizia a raccontare la sua storia dall’inizio fino alla domanda che tutti si pongono: chi è l’uomo che ha davvero amato Evelyn Hugo? A partire dall’intervista, la narrativa in prima persona si disloca e la voce narrante diventa quella dell’attrice che racconta il suo passato. La narrativa si intercala con la voce di Grant in prima persona al presente e di Hugo al passato e ci permette di osservare i cambiamenti di contatto con la Hugo. Monique si sente sempre più vicina alla leggendaria star di Hollywood, e a mano a mano che il racconto di Evelyn si avvicina alla conclusione, appare chiaro che le loro vite sono legate in modo drammatico e ineludibile. 

Il libro è scritto in forma di intervista con un viaggio che attraversa due vissuti principali: quello dell'attrice Evelyn Hugo della vecchia Hollywood, nota anche per i suoi sette matrimoni, e quello di Monique, una giovane giornalista ambiziosa che cerca di risollevare la sua vita dopo il divorzio. I sette mariti di Evelyn Hugo è una storia sublime sulla divina icona del cinema che ha dovuto rinunciare a molte cose, incluso il suo grande amore, per poter vivere la carriera dei suoi sogni. Questa è una storia su sessismo, pregiudizio, maschilismo e sulla resistenza di una protagonista che non è né buona né cattiva, ma molto umana. Anche se Evelyn è un personaggio fittizio, è stata ispirata da grandi nomi del cinema mondiale, come Marilyn Monroe, Elizabeth Taylor, Ava Gardner e Rita Hayworth. 


“ - Non ti dà fastidio? Che l’unica cosa che si dica quando si parla di te siano i sette mariti di Evelyn Hugo? 

- No. Perché loro sono solo mariti. Io sono Evelyn Hugo.”