La quarta versione di Giuda 

di Dario Ferrari

Recensioni Aprile - Maggio 2021

Non leggere questo libro

di Luca Proietti (5R)


O almeno, se ti aspetti un classico che risponda ai canoni del genere in questione, non farlo. 

O meglio, questo romanzo vi risponde, sì, ma in parte, perché porta con sé un vento di novità che rinfresca e dà nuova vita, abbatte qualsiasi possibile analogia con la tradizione, svecchiando uno dei pilastri della letteratura, il giallo e aggiungendo anche un pizzico di noir. 

L'autore, Dario Ferrari, di origini toscane, ci immerge nei luoghi della sua infanzia, in una Viareggio però al passo coi tempi, carica di vita e per questo teatro di una storia complessa e intricata ma al contempo capace di catalizzare su di essa l'attenzione del lettore con parole cariche di sarcasmo che consentono all'autore di adagiare un velo di sottile ironia sugli eventi. Parole che ci consentono di immaginare, viaggiare con la mente attraverso una realtà estremamente verosimile e vicina alla nostra, resa quasi irriconoscibile in alcuni passaggi che dipingono, agli occhi di chi legge, delle istantanee idilliache della stessa attraverso l'uso di un linguaggio ricercato e sapientemente adoperato. Un linguaggio che costringe a mettere mano al vocabolario (o al cellulare) quasi quanto un libro in lingua, di cui dobbiamo cercare ogni parola che non conosciamo, affiancando quindi all'abbondante umorismo, latinismi e termini un tantino inusitati, che comunque arricchiscono di molto il racconto. 

Anche se inizialmente la narrazione indugia descrivendo quelli che saranno i personaggi principali e le dinamiche della storia, dopo una prima fase di stallo, l'intreccio si fa interessante, ponendo il lettore di fronte all'episodio chiave che scatenerà il succedersi degli eventi poi oggetto della narrazione. Lette le prime pagine, i capitoli si susseguono sempre più intriganti inducendo il lettore a buttarli giù come fossero sorsi d'acqua, in un effetto domino che finirà solo concludendo il libro. La fine sarà delle più inaspettate, ma accattivante, così come accattivante e creativo è il modo in cui l'autore sia riuscito ad ispirarsi a Borges e alle sue tre versioni di Giuda regalandocene una quarta che non ha nulla da invidiare né a quest'ultimo, né ai romanzi del genere cui appartiene e che d'ora in poi affiancherà summa con laude.

La quarta versione di Giuda

recensione di Federica Cirulli (5R)


Un giallo avvincente, ricco di suspance e di colpi di scena, e dotato di un’ironia che arriva sempre al momento giusto, come a voler portare un pizzico di leggerezza durante i momenti più riflessivi… questi i tratti che caratterizzano La quarta versione di Giuda, il romanzo d’esordio del traduttore, scrittore e professore toscano Dario Ferrari pubblicato nel 2020.

La storia è ambientata in una Viareggio dove sembra che tutto taccia e che non avvenga mai nulla di interessante e segue, inizialmente, le vicende di due personaggi: 

La Pia, l'immancabile pettegola di quartiere che sa tutto di tutti, e don Tony, il prete di quartiere che settimanalmente confessa i parrocchiani sperando di scorgere qualcosa di macabro ed interessante, ma le cui aspettative vengono puntualmente deluse.

Lo scenario sembra cambiare quando, una notte, la tranquilla cittadina viene improvvisamente scossa da un misterioso omicidio, attorno al quale emergono una serie di personaggi, tutti pronti a svelare lati di sé che fino a quel momento sembravano inesistenti.

Tra i più importanti, oltre a Pia e a don Tony, ci sono sicuramente il commissario Klaus Russo e il suo aiutante Lorenzo Carini, il ginecologo Marcello Ferri, il Professor Bercoli e Ada Iotti, una figura che assumerà spessore nel corso della storia. Ognuno dei personaggi elencati ha un ruolo fondamentale che va definendosi sempre più dettagliatamente pagina dopo pagina, e ciascuno di essi è caratterizzato da tratti unici che permettono di conoscerlo a fondo e di affezionarsi ad esso.

È proprio attraverso l’interazione tra questi personaggi e attraverso la scoperta dei loro segreti più nascosti che si arriva al colpo di scena finale, alla scoperta dell’inaspettata verità sull’omicidio.

Agli elementi tipici di un giallo, quali i colpi di scena e la suspense, si aggiunge una forte componente riflessiva che porta il lettore a pensare a temi importanti, quali il Sacro e la sua relazione con il mondo terreno, ma senza mai appesantire l’atmosfera, che resta equilibrata grazie all’uso studiato di una sottile ironia. Forse è proprio questa una delle caratteristiche che più mi ha colpito: la semplicità con cui la scrittura permette al lettore di seguire i ragionamenti, talvolta complicati, dei vari personaggi; un esempio lampante è la riflessione sul tradimento di Giuda fatta da uno dei personaggi che riprende la tesi del racconto di Borges Le tre versioni di Giuda, al quale fa riferimento anche il titolo di questo romanzo.

Altra caratteristica interessante è anche l’uso di un linguaggio ricco e moderno, caratterizzato da numerosi riferimenti alla nostra quotidianità fatta di tecnologia, programmi televisivi e junk food, che coinvolgono il lettore rendendo la storia ancora più reale.

Questo libro è sicuramente adatto a tutti coloro che vogliono intrattenersi con una storia scorrevole e travolgente che, pagina dopo pagina, invita il lettore a cimentarsi in un’indagine complicata fatta di false piste e indizi preziosi.

UN GIALLO TEOLOGICO

   Elena Rinnaudo Alessia Secci  (3L) 


La quarta versione di Giuda è un giallo letterario pubblicato nel 2020 per Mondadori ed è il primo romanzo di Dario Ferrari, dottore di ricerca in filosofia, traduttore e docente di storia e filosofia.


Il romanzo è ambientato a Viareggio, una piccola città del litorale toscano. La vicenda coinvolge diversi frequentanti di una parrocchia del paese, incluso il parroco, don Tony.


All’apparenza potrebbe sembrare la storia di un paesino qualsiasi, tranquilla e monotona come la vita dei suoi abitanti, ma non bisogna dare nulla per scontato: a poco a poco si scopre infatti che i veri protagonisti del racconto sono intrecci amorosi e politici, tradimenti, menzogne e verità nascoste. Tutto questo porta il lettore ad immergersi in una storia dal tragico sviluppo e dal finale inaspettato.

La quiete, che inizialmente sembra caratterizzare la vicenda, viene rotta dall’improvviso omicidio di uno dei personaggi al quale seguiranno delle indagini che porteranno allo scoperto tutti i segreti che si celavano dietro ogni persona. 

Il libro è ricco di riferimenti filosofici, teologici, politici e letterari. Questi ultimi in particolare sono la chiave di lettura attraverso cui il commissario Russo, affiancato dall’agente Carini, conduce le indagini sull’omicidio e grazie ai quali riesce a non farsi ingannare dall’apparenza, anche se in questo verrà aiutato da un'anziana signora che spicca per la sua curiosità per i fatti altrui.


La parte iniziale del libro viene dedicata alla descrizione accurata dei protagonisti del romanzo, ognuno con caratteristiche differenti. I personaggi vengono inizialmente presentati separatamente: ognuno di essi ha una vita diversa che sembra non avere nulla a che fare con quella degli altri, ma con il prosieguo della vicenda le vite dei protagonisti si intrecciano sempre di più fino a diventare una cosa sola.


Il romanzo è diviso in tre parti che scandiscono la progressione temporale dei fatti, ma si sviluppa anche in diverse sequenze che, pur seguendo la trama principale del libro, raccontano le vicende dal punto di vista dei vari personaggi, alternando la voce di un narratore esterno con quella di uno interno che parla in prima persona. In questo modo la narrazione non si concentra su un solo personaggio, ma fa di ciascuno il vero protagonista del racconto. Lo scrittore dà a chi legge la possibilità di entrare nella storia ma allo stesso tempo di osservarla da diverse prospettive.


Un’altra caratteristica della struttura del romanzo è che ogni sequenza ha una connessione logica o anche semplicemente linguistica con quella precedente. Così ad esempio, una stessa frase, una circostanza o un concetto sono spesso ripetuti alla fine del racconto di un personaggio e all’inizio del racconto  successivo. Questo conferisce fluidità al testo e aiuta il lettore a seguire la lettura senza che ci siano drastici cambi di scena.

 

Questo libro non è solo un viaggio avvincente ed intrigante alla scoperta dell’assassino, ma sotto alcuni aspetti potrebbe sembrare anche una critica alla società attuale e alle persone che ne fanno parte, in particolare quando mette in evidenza quelli che sono i tipici stereotipi e le situazioni di cui sentiamo parlare ogni giorno. Ogni personaggio rappresenta un determinato aspetto da analizzare ed affronta uno specifico tema come quello dell'accettazione sociale tra i giovani, rappresentato dalla figura di Lavinia, la ragazza quattordicenne che pur di piacere agli altri si spinge oltre il limite.


Abbiamo trovato questo libro molto coinvolgente e merita di essere letto soprattutto per la particolarità della sua struttura; la trama è avvincente e rende partecipi dei fatti invogliando a continuare la lettura; è interessante il modo in cui l'autore induce il lettore ad una ricerca dell'assassino come se fosse lui stesso il commissario che dirige le indagini, ma poi stravolge completamente il tutto con un finale inaspettato.