All’Odeon l’incontro con Giovanni Impastato per ricordare il fratello
L’ATTUALITÀ DELLA TESTIMONIANZA DI PEPPINO IMPASTATO
Giovanni Impastato, fratello di Peppino Impastato, è intervenuto recentemente al Teatro Odeon di Vigevano per l’evento intitolato “Il mare a cavallo. Il coraggio di Felicia Bartolotta”, organizzato dall’associazione L’Articolo 3 vale anche per me, in collaborazione con Libera, grazie al finanziamento della Fondazione Piacenza e Vigevano. L’incontro ha rappresentato un momento di grande intensità e riflessione per il pubblico presente, che ha avuto l’opportunità di ascoltare il racconto della vita del giornalista siciliano, segnata dalla lotta contro la criminalità organizzata e spezzata il 9 maggio 1978 per ordine del boss locale don Tano Badalamenti.
In apertura l’attrice Antonella Delli Gatti ha raccontato la vicenda dal punto di vista della mamma di Peppino, Felicia Bartolotta, una donna che fece della battaglia per il riconoscimento dell’innocenza del figlio il suo motivo di vita. Dopo l’uccisione le indagini, a causa di depistaggi, presero una piega molto lontana dalla verità: la tesi delle forze dell’ordine era che Peppino stesse preparando un attentato dinamitardo e fosse saltato in aria sui binari per un errore o una fatalità. L’altra ipotesi era quella del suicidio. Solo una sentenza del 2002 riconobbe che Peppino era stato ucciso per mano mafiosa. La recitazione dell’attrice, che ha utilizzato una lingua mista di italiano e dialetto, sullo sfondo di scenografia scarna ed essenziale, è stata di fortissima intensità e ha emozionato il pubblico quasi fino alle lacrime.
Giovanni Impastato ha condiviso con il pubblico il ricordo del fratello Peppino, figura simbolo della resistenza alla criminalità organizzata in Sicilia. Peppino dedicò la sua vita a denunciare il potere della mafia attraverso la sua attività giornalistica e la sua radio libera, Radio Aut, con la quale criticava apertamente i boss mafiosi del suo paese, Cinisi, nonostante i rischi che tale impegno comportava.
Durante il suo intervento, Giovanni ha sottolineato il valore e l’attualità della testimonianza del fratello, invitando il pubblico a ricordare Peppino non solo come vittima, ma come simbolo di una lotta quotidiana, condotta con coraggio e determinazione. Il suo messaggio ha evidenziato come la mafia non sia un problema relegato al passato o confinato a determinate regioni italiane, ma una piaga che continua a intaccare la società, spesso in forme diverse e insidiose. Ha narrato anche alcuni episodi della vita quotidiana di casa Impastato, come quando il padre, legato agli ambienti mafiosi, sorpreso con l’amante, si presentò a casa in mutande e fu cacciato dalla madre. Oppure quando i due fratelli scoprirono che in casa esisteva una botola che permetteva di scappare in caso di controlli della polizia o di aggressioni da parte di clan rivali.
Giovanni ha messo in luce le trasformazioni subite dalla mafia nel corso degli anni. Oggi, la mafia non si manifesta soltanto con la violenza e l’intimidazione, ma ha acquisito un volto più silenzioso e subdolo, penetrando nelle istituzioni, nell’economia e nella vita quotidiana. La criminalità organizzata si insinua sempre più in contesti apparentemente “legali”, cercando di controllare attività economiche e influenzare le decisioni politiche. Questa evoluzione rende ancora più difficile identificarla e combatterla, poiché opera non solo attraverso intimidazioni e racket, ma anche tramite il controllo di appalti, investimenti e reti di corruzione. Infine, ha invitato tutti a uscire dall’indifferenza e a essere vigili nei confronti di ciò che accade attorno a noi.
Elena Gorini