LA TRADIZIONE DELLA PASTASCIUTTA ANTIFASCISTA
LA TRADIZIONE DELLA PASTASCIUTTA ANTIFASCISTA
Da dove viene l’usanza di organizzare la pastasciutta antifascista? Il 25 luglio del 1943, a seguito della riunione del Gran Consiglio del Fascismo, Mussolini venne destituito e arrestato. Dopo 21 anni terminava il governo del Partito Fascista. Il Re designò il Maresciallo dell’esercito Pietro Badoglio come nuovo capo del governo. I Cervi non vennero immediatamente a conoscenza della notizia della caduta di Mussolini perché impegnati nei campi, ma fu sulla via del ritorno a casa che incontrarono numerose persone in festa. Sebbene sapessero che la guerra non era davvero terminata, decisero di festeggiare l’evento, un momento di pace dopo anni di dittatura fascista. Si procurarono la farina, presero a credito burro e formaggio dal caseificio e prepararono chili e chili di pasta. Una volta che questa fu pronta, caricarono il carro e lo portarono in piazza a Campegine, pronti a distribuirla alla gente del paese. Voleva essere un moto di ribellione contro la dittatura e un segno di festa e comunione del paese, pur in mezzo alle preoccupazioni per la guerra ancora in corso: anche un ragazzo con indosso una camicia nera fu invitato da Aldo a unirsi e a mangiare il suo piatto di pasta.