È stata una panoramica approfondita e ad ampio spettro quella che ha tratteggiato l'onorevole Silvia Roggiani, segretaria regionale del PD, intervenuta alla festa ai Piccolini il 1° agosto scorso. Dopo l’introduzione del segretario provinciale Simone Marchesi, l’intervento di Roggiani, dal titolo “Parlamento live: le scelte che plasmano il futuro”, ha portato uno sguardo competente sui principali temi dibattuti a livello nazionale e locale, partendo da una premessa. “Le scelte del governo Meloni - ha detto - sono legate da un filo rosso: la compressione degli spazi democratici di confronto e di dissenso”. Meloni era quella che dall'opposizione si scagliava contro l'uso dei decreti-legge e del ricorso alla fiducia; oggi il suo governo ha il record. Lo stesso filo rosso lo possiamo trovare nei singoli provvedimenti. Un esempio è il decreto sicurezza, presentato in un primo tempo come disegno di legge, modificato dalle due Camere del Parlamento, poi ritirato e riproposto sotto forma di decreto-legge, infine fatto approvare ponendo la fiducia. “Non si era mai visto – ha proseguito - un simile svuotamento del ruolo del Parlamento”. Roggiani non ha mancato di esprimere la sua preoccupazione perché “a tutti i livelli, dal Consiglio Comunale al Parlamento, non esiste più la potestà legislativa degli organi assembleari eletti dai cittadini; serve un riequilibrio tra potere legislativo ed esecutivo, sul modello degli organismi europei”.
Un’altra caratteristica della destra al potere è che i tre partiti di maggioranza sono fintamente coesi. Per esempio, sul voto al riarmo hanno votato in tre modi diversi. In Europa il commissario Fitto è espressione di Fratelli d’Italia, che però non appoggia la maggioranza di Ursula von der Leyen, la Lega ne chiede le dimissioni, Forza Italia è nella maggioranza. Divisi ma uniti dal fatto che ognuno ha dei provvedimenti bandiera da portare avanti: la Lega ha fatto battaglia sull’autonomia differenziata, fortunatamente bocciata dalla Consulta; Forza Italia porta avanti il tema della separazione delle carriere come riforma della giustizia, che arriverà a compimento a settembre; e poi abbiamo la discussione sul premierato, voluto da Fratelli d’Italia, che potrebbe prendere la piega di una riforma della legge elettorale con indicazione del nome del candidato premier. “In conclusione – ha ribadito la parlamentare - c'è un architrave fatto di provvedimenti bandiera che vanno a cambiare l'architettura democratica del nostro Paese”.
Sul piano economico, i dati ci dicono che si sono raggiunti i massimi livelli di occupazione ma, se entriamo nel dettaglio, ci rendiamo conto che anche nel ricco Nord una larga fetta di lavoratori è povera; eppure il governo non vuole discutere di salario minimo e favorisce gli evasori: siamo arrivati al 18° condono, in varie modalità. Inoltre, ha abbuonato la tassa sugli extraprofitti, 350 milioni alle aziende energetiche, facendo nel contempo operazioni di becera propaganda, come il bonus mamme, di cui ha beneficiato solo il 6% delle mamme italiane. Poi ha introdotto i mille euro per anziani non autosufficienti: ebbene, su 3 milioni i beneficiari sono stati solo 25 mila. Sui dazi di Trump, che andranno a impattare sull’economia, finora non è stata messa in campo nessuna misura per tutelare imprese e lavoratori.
Passando al locale, la Lomellina è un'area interna, dove le aziende chiudono e si insedia la logistica. Come rilanciare il sistema produttivo? Per quanto riguarda l'insediamento di logistica e data center, il PD ha presentato ormai da due anni una proposta di legge per regolamentarlo dal punto di vista della sostenibilità ambientale e sociale, visto che spesso i lavoratori sono stranieri e vengono sfruttati. Per quanto riguarda la vocazione della provincia, storicamente ci sono stati settori importanti, come l’agro-alimentare e il calzaturiero, che potrebbero essere rilanciati. Ma Regione Lombardia dovrebbe fare i bandi ed erogare i finanziamenti non a pioggia ma mirati a quei comparti che hanno bisogno di essere supportati. Inoltre, il governo demonizza in tutti i modi la transizione ecologica, che invece è un traino fortissimo all’innovazione e allo sviluppo.
E infine la spinosa questione delle carenze infrastrutturali e in particolare delle condizioni della linea ferroviaria Milano-Mortara. “La destra governa la regione da 30 anni: come si può – si è domandata la segretaria regionale - dare la colpa ad altri?”. La Regione si è occupata tanto di governance dei trasporti con scarsi risultati; teniamo presente che, se deve scegliere tra costruire un’autostrada o potenziare il trasporto ferroviario locale, sceglie la prima opzione. Il fondo trasporto regionale è stato diminuito e il costo dei biglietti è aumentato. “È chiaro – ha concluso - che non c’è interesse a sostenere il trasporto pubblico”.
Elena Gorini