“120 anni della Camera del Lavoro di Vigevano — Dalla nostra storia al futuro della Lomellina”: questo il titolo del convegno che si è svolto mercoledì 26 all’Odeon. Un punto di arrivo per guardare alle proprie radici e alle diverse fasi storiche che il sindacato ha accompagnato nel corso dei decenni, ma soprattutto uno sguardo in avanti, verso le sfide che le trasformazioni economiche, sociali, culturali e tecnologiche pongono al mondo del lavoro oggi. E a cui il sindacato deve essere in grado di dare delle risposte.
Risposte che la Cgil ha cercato di dare fin dalle origini: al 1903–1905 risalgono a Vigevano le prime forme organizzate di rappresentanza operaia, in un contesto di forte sviluppo manifatturiero, soprattutto tessile e femminile. La Camera del Lavoro di Vigevano è tra le prime in Lombardia insieme a Pavia e Milano, mentre nel 1906 nasce la CGIL nazionale, di cui le Camere del Lavoro locali sono i punti di riferimento territoriali. Negli anni successivi hanno luogo i primi scioperi per aumento dei salari e della sicurezza sul posto di lavoro e riduzione delle ore lavorative. Gli anni 1920–1922 sono un periodo di forte conflittualità sociale, repressa dalle squadre fasciste che colpiscono sedi sindacali in tutta Italia. Anche la Camera del Lavoro di Vigevano subisce assalti e intimidazioni. Dal 1926, con le leggi fascistissime, viene chiusa e la residua attività sindacale diventa clandestina. Nel dopoguerra la Camera del Lavoro rinasce e deve affrontare la riorganizzazione al passo con i tempi: servizi contrattuali, assistenza fiscale, patronato. Crescono le vertenze per migliorare le condizioni nelle fabbriche meccaniche, calzaturiere e tessili. Il “biennio caldo” 1969-1970 coinvolge anche Vigevano: scioperi, contratti migliorativi, aumento del potere sindacale in fabbrica. Gli anni ’70 vedono le prime crisi industriali e gli interventi del sindacato contro chiusure e delocalizzazioni. Negli ultimi decenni del secolo scorso assistiamo alla profonda crisi del distretto calzaturiero mentre la CGIL amplia i servizi per i lavoratori espulsi dal mercato del lavoro (disoccupazione, vertenze individuali). Il nuovo secolo porta ulteriori trasformazioni del territorio, con calo dell’industria tradizionale e aumento del settore dei servizi e della logistica, crescita dei fenomeni di precarietà, subappalti e sfruttamento. I temi oggi all’ordine del giorno sono difesa delle pensioni e dei salari, lavoro povero, fisco, immigrazione, parità di genere, diritti civili e sociali.
Elena Gorini