Una ferita nel cuore della città
Giovedì 16 ottobre 2025, dodici tigli storici che da decenni abbracciavano il mercato coperto di via Rocca Vecchia sono stati abbattuti. Con loro, è stata demolita anche la tettoia del mercato e rimossi i parcheggi. Il tutto per far spazio a un progetto di “riqualificazione” voluto dalla giunta di destra che governa Vigevano da oltre 25 anni. Un progetto calato dall’alto, che ha ignorato il dissenso popolare, le regole urbanistiche e persino una perizia tecnica che suggeriva soluzioni alternative.
Proteste ignorate, democrazia calpestata
Migliaia di firme, manifestazioni pubbliche, appelli di ambientalisti, cittadini e opposizione politica non sono bastati. Neppure un esposto in procura ha fermato l’intervento. L’amministrazione ha tirato dritto, cancellando con le ruspe uno dei luoghi più vissuti e identitari della città. L’ultimo ambulante ha chiuso pochi giorni prima, segnando la fine di un’epoca.
Sicurezza e legalità sotto accusa
I lavori sono stati avviati in un contesto urbano densamente popolato, senza adeguate barriere protettive né un piano di sicurezza trasparente. La demolizione della soletta del Naviglio Sforzesco, che costituisce la pavimentazione del mercato, è avvenuta tra dubbi sulla conformità alle normative vigenti. La motivazione ufficiale — radici invasive — contrasta con una perizia del 2019 commissionata dallo stesso Comune, che indicava la possibilità di intervenire senza abbattere gli alberi.
Compensazione paesaggistica? Un alibi verde
La Soprintendenza ha richiesto il riposizionamento di nuovi tigli, ma le piante saranno più giovani, più basse e distanziate. Non garantiranno né ombra né qualità dell’aria paragonabili a quelle degli alberi abbattuti. Un gesto simbolico che non ripara il danno ambientale.
La minoranza: “Porteremo il caso in Parlamento”
La battaglia politica non si ferma. Silvia Baldina, consigliera del M5S, ha annunciato l’attivazione di deputati affinché venga presentata un’interrogazione parlamentare: “Pretendiamo che il Ministro dell’Ambiente risponda pubblicamente su quanto accaduto a Vigevano. Il legno dei tigli ha un valore economico significativo: circa 80€ al quintale. Chiediamo trasparenza: chi lo ha portato via? Dove è stato destinato? È stato venduto? A chi?” Baldina ha anche denunciato gravi violazioni delle norme di sicurezza: “Abbiamo raccolto foto e video che mostrano come l’azienda incaricata abbia operato senza protezioni. Questo è inaccettabile. Avevamo chiesto via PEC che il sindaco convocasse la minoranza e i suoi esperti per verificare insieme l’interferenza delle radici. Nessuna risposta. Ora vogliamo essere presenti all’apertura della soletta per verificare la reale interferenza.”
Marco Vassori, consigliere e segretario cittadino del PD, ha attaccato duramente il sindaco Andrea Ceffa: “Ha mentito in consiglio comunale, davanti a pubblici ufficiali. Un comportamento che potrebbe avere rilevanza penale. Ma il vero problema è politico: l’arroganza istituzionale dimostrata dal sindaco e dalla sua maggioranza. Siamo di fronte a un sistema ramificato e con radici salde.”
Anche Luca Bellazzi, consigliere del Polo Laico, ha criticato l’atteggiamento dell’amministrazione: “Si continua a pensare che in città ci siano problemi più grandi dei tigli. È vero, ma questa è la scusa per non fare nulla. La vicenda dei tigli è paradigmatica: approssimazione, superficialità, paura, sottomissione e incapacità. Anche il PGT è nato non per cambiare Vigevano, ma per rispondere a un operatore privato che voleva un supermercato.”
Il Partito Democratico: “Una devastazione ambientale e sociale”
Il PD locale ha denunciato la mancanza di trasparenza, l’assenza di coinvolgimento della cittadinanza e la gestione autoritaria del progetto. “Questa giunta tratta la città come un cantiere privato, ignorando ogni forma di partecipazione democratica,” hanno dichiarato i consiglieri. Secondo loro, l’intervento non risponde a reali esigenze urbanistiche, ma a una visione antiquata e poco sostenibile della città.
Una città che resiste
La vicenda del mercato coperto e dei tigli di Vigevano è diventata il simbolo di una gestione del potere che ignora il territorio e le persone. Ma anche della forza di una comunità che non smette di lottare. Il Partito Democratico e i cittadini chiedono un cambio di rotta: più ascolto, più rispetto per l’ambiente, più democrazia.