Le dimissioni della Giunta Ceffa-Segú non sono arrivate. Un passo di responsabilità verso la città non è stato fatto da Marzia Segú, che continua a lavorare per permettere a se stessa e al centro destra di prendere tempo e mantenere il potere politico e amministrativo in città. Le elezioni slittano al 2026 e la Giunta, in barba al voto del 2020, viene rimpastata facendo fare un passo indietro ai dimissionari assessori leghisti (Avalle, Ghia, Alessandrino) e un passo avanti a tre assessori voluti da Forza Italia e dalla stessa Segú: Massimo Boccalari, scelto da Forza Italia, e due "esterni" senza tessera di partito: Silvana Pillera, commercialista (indicata dalla Lega e condivisa da FI) e una persona di fiducia della sindaco facente funzioni, Paola Roberta Motta, pensionata con un passato nel campo della comunicazione.
Avete letto bene: Massimo Boccalari, marito di Rimma Garifullina, una dei famosi tre (Garifullina, Onori e Squillaci) che prima hanno firmato la mozione per le dimissioni di Ceffa e poi, al momento del voto in consiglio comunale, hanno fatto dietrofront, si sono ritirati uscendo anche fisicamente dall'aula consiliare e salvando così la Giunta. Ora il marito di Rimma Garifullina è nominato assessore con un compenso di 2800 euro al mese netti.
Così Vigevano si ritrova una Giunta che non rispecchia le percentuali di rappresentanza espresse con il voto dai cittadini nel 2020, una destra che porta avanti manovre vergognose e non dimostra senso di responsabilità verso la città, ma solo l'obiettivo di conservazione del potere concordato il 18 gennaio scorso durante il vertice in via Bellerio, sede regionale della Lega, tra le forze di centro-destra. Un potere che, senza vergogna, muove consiglieri e assessori dalla maggioranza alla minoranza e viceversa come pedoni su una scacchiera, compensando con incarichi premio l'obbedienza che salva preziose poltroncine.
UNA VERGOGNA INAUDITA che rischia di allontanare dal voto, dalla politica o dall'interesse civico persone disgustate da queste dinamiche imposte e irrispettose. Ma forse è proprio quello che la destra vuole: fiaccare un dissenso che vigila e fa emergere i peccati di un gioco politico interessato e clientelare, approfittandosi del disinteresse e della mancanza di informazione per rassegnazione di molti cittadini.