La democrazia si nutre di partecipazione, trasparenza e fiducia. Quando le istituzioni rifiutano strumenti di controllo su fenomeni pericolosi come la corruzione e le infiltrazioni mafiose, il rischio è la disaffezione politica dei cittadini e l’erosione della fiducia nella legalità.
È il caso di Vigevano, dove la maggioranza in Consiglio comunale ha bocciato la mozione del Partito Democratico per l’istituzione di una commissione speciale antimafia, anticorruzione, trasparenza e legalità. Questo organo avrebbe avuto il compito di monitorare la situazione in città, promuovere iniziative contro la mafia e la corruzione e sensibilizzare i cittadini, soprattutto i giovani, su questi temi cruciali.
In Lombardia, numerose istituzioni hanno adottato commissioni simili, come la Regione Lombardia, la Città Metropolitana di Milano e il Comune di Pavia, riconoscendo la necessità di un presidio sulla legalità. La proposta avanzata a Vigevano appariva dunque in linea con queste iniziative, soprattutto alla luce della recente inchiesta giudiziaria Hydra che ha confermato l’infiltrazione mafiosa nel territorio e all’interno della stessa giunta di centro-destra.
Le motivazioni apportate dai consiglieri di maggioranza per giustificare il voto contrario sono state risibili e pretestuose. Dall’accusa del forzista Squillaci, che ha definito la mozione “mediatica”, alle affermazioni del consigliere Iozzi, secondo cui non c’è bisogno di monitorare, formare, informare/informarsi in materia perché sono tutte conoscenze già acquisite e che si possono dare per scontate. Un’altra accusa è stata quella di legare la mozione alle note vicende giudiziarie del sindaco Ceffa, quando Alessio Bertucci aveva specificato in apertura del dibattito che non si trattava di una mozione ad personam e che era del tutto scollegata alle vicissitudini del primo cittadino. Un’altra accusa rivolta alla minoranza è stata quella di volersi improvvisare poliziotti, andando a svolgere un ruolo che è riservato alle forze dell’ordine. Anche questa un’accusa del tutto infondata, dato che i consiglieri PD avevano dichiarato senza mezzi termini che nessuno aveva la pretesa di sostituirsi a giudici e magistrati; semplicemente l’intenzione era quella di acquisire dati e informazioni per saper leggere determinati fenomeni che accadono in città, facendo nel contempo formazione agli stessi consiglieri e al personale dipendente.
Chi ha dimestichezza con le campagne di sensibilizzazione di Libera sa che l’associazione di don Ciotti mette spesso in guardia contro l’incapacità delle stesse amministrazioni comunali di tenere alla larga personaggi che vogliono infilarsi nelle maglie della burocrazia – per esempio gli appalti – per trarne vantaggi economici illeciti.
L’inchiesta "Hydra" ha recentemente rivelato l’esistenza di un sistema mafioso radicato in Lombardia, un’alleanza tra Cosa Nostra, ‘Ndrangheta e Camorra che opera in modo sempre più sofisticato. Vigevano non ne è immune: beni confiscati ai clan, figure politiche coinvolte nelle indagini e un’economia vulnerabile alle infiltrazioni criminali sono realtà tangibili e accertate.
La bocciatura della commissione antimafia rappresenta un messaggio inquietante: dopo l’arresto del sindaco per corruzione, invece di rafforzare i controlli, si sceglie di ignorare il problema. Nel frattempo, si discute in consiglio comunale della piantumazione di un gelso, dimostrando una priorità politica che sembra distante dalle vere emergenze cittadine.
Ma la mafia non scompare se la si ignora. La corruzione non si risolve da sola. E la fiducia nelle istituzioni non si ricostruisce con il silenzio.
Di seguito mettiamo a disposizione il collegamento ai video pubblicati sul nostro canale YouTube degli interventi in Consiglio comunale dei consiglieri PD relativamente alla mozione per la istituzione di una Consulta speciale antimafia, anticorruzione, trasparenza e legalità.