Un episodio grave, una risposta discutibile
Sabato 18 ottobre, un uomo di origine marocchina ha devastato il Pronto Soccorso dell’ospedale Civile di Vigevano, colpendo le vetrate con il braccio ingessato e costringendo alla sospensione temporanea del servizio. L’uomo, 35 anni, è stato arrestato dai Carabinieri con l’accusa di danneggiamento aggravato e interruzione di pubblico servizio. Attualmente si trova in una camera di sicurezza in attesa dell’udienza per la convalida dell’arresto. Il gesto violento è stato motivato dall’impazienza per l’attesa, mentre il personale sanitario spiegava che altri casi avevano la priorità.
Nei giorni successivi, la situazione in città è rimasta tesa: domenica sera un giovane è stato gravemente ferito da una sassata alla testa nei pressi della stazione ferroviaria, zona già nota per episodi di violenza. Anche in questo caso, secondo le prime ricostruzioni, sarebbero coinvolti individui di origine straniera.
Il sindaco ha ribadito la richiesta di espulsioni immediate per chi si rende protagonista di atti violenti, posizione sostenuta anche dal vice-premier Salvini. Tuttavia, questa linea dura ha alimentato il dibattito pubblico, con il rischio di trasformare un problema di ordine pubblico in una campagna ideologica. Il sindacato Fials ha denunciato la ripetitività delle aggressioni al personale sanitario e ha chiesto provvedimenti immediati, arrivando a proporre ronde volontarie per difendere i colleghi.
Nel Consiglio comunale di giovedì sera 23 ottobre, il presidente Claudio Vese non ha permesso la discussione della mozione urgente presentata da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Polo Laico sulla sicurezza al Pronto Soccorso. La mozione chiedeva, tra le altre cose, l’istituzione di presidi fissi delle forze dell’ordine nei punti più critici della città (centro, stazione, pronto soccorso) e l’avvio di politiche giovanili ed educative per prevenire il disagio sociale. L’opposizione ha accusato la maggioranza di “scappare dai problemi” e di non voler affrontare il tema della sicurezza in modo strutturale e condiviso. Secondo i gruppi di minoranza, questa scelta si inserisce in una gestione poco trasparente e poco partecipata delle questioni di sicurezza, già evidenziata dal mancato confronto su altre mozioni e dalla scarsa convocazione delle commissioni consiliari. La richiesta di urgenza nasceva dalla gravità degli episodi recenti e dalla necessità di non perdere ulteriore tempo, mentre il Consiglio comunale si appresta a discutere la sera del 23 ottobre un unico punto all’ordine del giorno (che spreco di denaro pubblico, oltretutto).
Ancora una volta le promesse della maggioranza sulla sicurezza siano rimaste disattese, nonostante fossero centrali nel programma elettorale: ancora una volta si assiste all'immobilismo di fronte a un disagio sociale crescente.
Nonostante la destra governi Vigevano da oltre 25 anni, la sicurezza urbana resta una promessa non mantenuta.
La violenza al Pronto Soccorso è un fatto grave, ma la risposta non può essere la stigmatizzazione degli immigrati. Dopo 25 anni di governo, la destra a Vigevano dovrebbe spiegare perché la sicurezza è ancora un problema irrisolto, invece di usarla come leva elettorale.
La città ha bisogno di soluzioni concrete, non di slogan. Serve una rete di prevenzione, ascolto e intervento che coinvolga istituzioni, associazioni e cittadini.