Alba Donati – La libreria sulla collina – Einaudi
Un libro magico, che racconta un luogo magico, che esiste davvero. Una libreria microscopica in un paesino sperduto sulle colline toscane, ma portentosa come una scatola del tesoro. Non è mai troppo tardi per realizzare un sogno. Nel dicembre 2019, Alba Donati decide di cambiare vita e aprire una libreria a Lucignana, poche case sull'Appennino lucchese. Lo fa grazie a un crowdfunding e al passaparola sui social. Da subito la libreria, una sorta di «cottage letterario» immerso nel verde, diventa un luogo di pellegrinaggio, di parole in comune, di incontri speciali. Con leggerezza e intelligenza, Alba Donati racconta la forza di una passione che è leva per sollevare il mondo e regala al lettore un'esperienza perfettamente in linea con la missione della sua libreria: mettere in pausa la frenesia delle nostre giornate, lasciarsi cullare dal conforto di piccoli gesti di cura, seguire il filo che unisce libro a libro, sentirsi parte di una comunità.
The Passanger – Mediterraneo – Iperborea
Dal latino «in mezzo alle terre», il Mediterraneo evoca classicità, contaminazioni e cieli azzurri sui quali proiettare un desiderio: quello di riuscire a catturare i tratti di un'identità comune. Se lo sguardo dello storico sembra smentire l'idea di mediterraneità - David Abulafia in questo volume lo definisce uno spazio frammentato, in cui anche nel passato l'incontro tra culture fu l'eccezione di alcune città cosmopolite e non la regola - sono le Muse a esserne attratte. La vena malinconica e riflessiva dei canti evocata dal musicista turco Zülfü Livaneli, la proverbiale convivialità e la celebrazione del tempo libero lodate da Matteo Nucci sono guardate con un misto di fascinazione e biasimo dai paesi a matrice protestante: la nobiltà del profilo greco dell'homo mediterraneus può diventare in un attimo caricatura sprezzante sinonimo di lassismo e arretratezza culturale. Comunque lo si voglia definire, il Mediterraneo appare in crisi: trascurato dall'Unione europea che guarda alle coste nordafricane e levantine solo come minaccia e risorsa energetica, è il crocevia di una delle più grandi migrazioni della storia. Mentre ogni anno centinaia di milioni di vacanzieri sciamano verso i suoi lidi, come in uno specchio deformante centinaia di migliaia di persone affrontano un drammatico viaggio contrario per fuggire a guerre, persecuzioni e povertà. La strada liquida, come la chiamava Omero, è sempre più militarizzata, trafficata e inquinata, oltre che surriscaldata e sovrapescata. Visto dalle coste nordafricane, più che un Mare nostrum sembra un muro che divide il mondo arabo da quello europeo, fonte di divisione e non incrocio di culture. Sarebbe più saggio decantarne la varietà più che ricercarne una fuggevole identità comune, ma forse la mediterraneità non è altro che un sentimento, e come tale non vuole sentire ragioni. Nonostante tutto resta affascinante, rassicurante e consolatoria. Sulle sue coste la modernità non attecchisce del tutto, il tempo scorre diversamente, e i popoli si parlano più che altrove. E se l'homo mediterraneus dovesse ancora venire?
Giulio Guidorizzi, Silvia Romani – La Sicilia degli Dei. Una guida mitologica – Raffaello Cortina
Sulla Sicilia, sin da tempi antichissimi, si sono riversate ondate di civiltà. Ma i Greci vi hanno lasciato un carattere indelebile, che fa parte della natura profonda di questa terra. Gli dèi non se ne sono mai andati dall'isola. Nelle campagne assolate nel cuore dell'estate, per le strade aggrappate ai pennacchi di roccia delle montagne siciliane si può ancora sentire Eracle chiamare le sue mandrie e Ulisse ridere del Ciclope. Nel tramonto di Agrigento, di Selinunte, di Segesta abitano ancora le processioni in onore degli dèi. Quando il giorno chiama la notte, nei teatri di Siracusa e di Taormina, il racconto del mito, nella rappresentazione delle tragedie, ritrova la voce potente che dovette avere nel V secolo a.C., in Grecia e nell'Occidente greco. Terra rifugio di dèi e di eroi, di ninfe e di filosofi, di mostri e di re, la Sicilia è l'incarnazione di quello straniamento magico e felice che tanto piaceva ai Greci. È la stranizza di un mezzogiorno d'estate, con i cortili risuonanti di voci e qualche buona storia da ascoltare e da raccontare.
Micaela Di Trani – A Bari. I luoghi di Gianrico Carofiglio – Giulio Perrone Editore
Bari è la città degli opposti. È bianca e nera, di colori e d'anima. È il grembo di una vita sfaccettata e multiforme: mare e folclore, passaggi e trasformazioni, attacchi e ricostruzioni. È la città di dita forti che intrecciano reti da pesca o che si muovono veloci su di un tagliere per fare le rinomate orecchiette. È la città dal nastro infinito di un lungomare che altrove non esiste, ma qui sì. La città che mantiene il ricordo della controra nonostante la modernità, la città che si adagia su una spiaggia dell'adriatico, lascia che il vento trasporti lontano i suoi profumi. Un po' borbonica un po' brigante, sposa e amante di chi la visita, la città murattiana si snoda fra strade trafficate, balconi liberty, teatri maestosi e labirinti di vie incastonate nel centro storico. Come starle dietro? È Gianrico Carofiglio a mostrarci come attraversare Bari, quella Bari che per guido guerrieri non è solo sfondo ma personaggio attivo e parlante. Attraverso un'analisi dettagliata e ispirata dei romanzi del magistrato barese e dei percorsi - reali e immaginari - del suo personaggio di spicco, Micaela di Trani segue le tracce di passeggiate notturne, storie leggendarie, figure e tradizioni che è impossibile perdere perché, così come la città che le ospita, hanno una vita propria, intensa e incantatrice...
Paolo D’Angelo – Andare per parchi artistici – Il Mulino
Dove la natura si fa arte e l'arte si fa natura: luoghi magici e meditativi che ci conducono in un mondo incantato Sono tanti i nostri parchi artistici, dove artisti da tutto il mondo, visionari che preferiscono i grandi spazi aperti alle sale dei musei, hanno realizzato importanti opere di land art, sfruttando gli elementi che il paesaggio italiano, così ricco e vario, offre. Sassi, rami, alberi, erba, cielo, fiumi, tutto concorre a dar vita a opere d'arte spettacolari, ecologiche e piene di significato, in continua evoluzione, come l'ambiente naturale che le ospita. L'itinerario parte dal Sacro Bosco di Bomarzo, il progenitore rinascimentale di questi parchi e chiude con il Grande Cretto di Burri a Gibellina Vecchia, toccando tra gli altri Arte Sella, le sculture fluide di Giuseppe Penone alla Venaria Reale, la fattoria di Celle a Pistoia, il Giardino dei Tarocchi a Capalbio e quello di Daniel Spoerri sul Monte Amiata.
Fernando Gentilini – Atlante delle città eterne – Baldini e Castoldi
Viaggiare in verticale significa calarsi nel tempo profondo, abbandonare gli itinerari di superficie per dirigere il proprio sguardo oltre la forma delle cose finite. Partire dall'invisibile, allora, per vedere meglio: è questo che si propone Fernando Gentilini quando decide di farsi guidare, nel comporre questo suo Atlante delle città eterne, dalle voci degli scrittori, degli artisti, dei santi e dei filosofi che le hanno abitate prima di noi. Come a Roma, dove sono Nerone e San Benedetto a riportarci al mito olimpico e alle origini del monachesimo; oppure a Milano, di cui Leonardo e la principessa Belgiojoso custodiscono lo spirito ingegnoso ed eternamente rinascimentale. O nella Parigi romantica di Edith Piaf e in quella nazionalista di Charles de Gaulle, ciascuna con la propria idea di grandeur. O ancora nella Londra vittoriana di Bram Stoker, nella Sarajevo suicida di Predrag Matvejevic o nella Pietroburgo di Iosif Brodskij che ciclicamente risorge dall'acqua... Sono fatte di niente le città di questo libro insolito e conturbante. Hanno la consistenza dei sogni e delle idee. Senza più monumenti né palazzi, senza la gente in strada, senza rumori in sottofondo: città irreali, svuotate di tutto, attraversate solo dalle voci dei loro antichi abitanti; che a seguirle ci si ritrova di colpo in un altro mondo, dove passato e futuro non si oppongono più, e dove nulla di quel che è essenziale potrà mai andare perduto.
Pietro Spirito – Gente di Trieste – Laterza
Viaggiatori per protesta, esploratori intraprendenti, scienziati visionari, inventori sfortunati, poeti e artisti dimenticati, imprenditori eccentrici, eroi senza pace. È la gente di Trieste, città di confine dalle mille anime divise e ricomposte dalla Storia, crocevia di guerre, traffici e commerci, città nata per essere moderna e che alla modernità ha pagato un alto prezzo. Pietro Spirito ricostruisce un'ampia galleria di personaggi. Come Carl Weyprecht, l'esploratore polare che scoprì la Terra di Francesco Giuseppe. Oppure Josef Ressel, che inventò l'elica delle navi ma nessuno lo riconobbe. O Vittorio Benussi, che ideò la macchina della verità e morì nella menzogna. Ma anche lo scrittore Italo Svevo o il grande poeta Umberto Saba, che in punto di morte confessò di essere responsabile del suicidio di due sue giovani commesse. Figure dalle esistenze in bilico, come Rodolfo Maucci, l'insegnante che, costretto dai nazisti a dirigere il giornale della sua città occupata, lo boicottò in segreto dall'interno rischiando il campo di concentramento. E la pittrice Alice Zeriali, schiva e riservata ma che ha intrattenuto rapporti fecondi con grandissimi artisti del Novecento. O Nazario Sauro, l'eroe italiano tradito dal suo mare. Una biografia della città dove il forte vento di bora intreccia e scompiglia i destini, e dove tutto può cambiare all'improvviso.
Luca Bergamin – Giardini degli scrittori. Viaggio nei luoghi botanici dell’ispirazione – EDT
Trentadue capitoli - ciascuno incentrato su un luogo - di digressioni letterarie e descrizioni floreali, dedicate ai luoghi amati, frequentati o descritti dai grandi autori della letteratura mondiale. Dalle ville siciliane che hanno ispirato Il gattopardo ai giardini di Virginia Woolf, dal Pré Catelan di Marcel Proust ai giardini marocchini di Paul Bowles, dall'agrumeto di Elsa Morante a Procida all'Orto Botanico del Bronx di Philip Roth. E poi Robert Frost all'Arnold Arboretum di Boston, Jane Austen appassionata di rose nei giardini di Chawton, Fëdor Dostoevskij che scrive tra i giardini di Boboli, a Firenze, i Giardini Inglesi della Reggia di Caserta che incantarono Montale, Grazia Deledda nella casa di Nuoro, vissuta da Pirandello nell'oliveto di Caos, le coltivazioni milanesi di Alessandro Manzoni. Javier Marias fra i giardini di Madrid, e José Saramago a Lanzarote, Virginia Woolf a Monk's House e Emily Dickinson ad Amherst. E molti, molti altri. Un libro da leggere tra gli alberi e i fiori.
Wu Ming2 – Il sentiero degli dei. Un racconto a piedi tra Bologna e Firenze
Questo libro è un intreccio di scrittura e cammino. Percorre e racconta un sentiero che va da Bologna a Firenze, da piazza Maggiore a piazza della Signoria, conosciuto come Via degli Dei. Nel 2010, quando uscì la prima edizione, si era appena conclusa la guerra tra l'Appennino e l'Alta Velocità. La nuova ferrovia prometteva di avvicinare i capoluoghi di Emilia e Toscana come se fossero due fermate di una metropolitana. Oggi possiamo dire che quelle parole erano solo propaganda. I treni veloci fanno risparmiare una ventina di minuti di viaggio, ma dietro di sé hanno lasciato un inutile sacrificio di esseri umani, paesaggi, fiumi e sorgenti. L'Alta Velocità avrebbe dovuto spostare sulle rotaie parte del traffico dell'Autostrada del Sole. Invece di autostrade ne è arrivata un'altra, e la storia si è ripetuta. Dieci anni dopo, la Via degli Dei è diventata uno dei cammini più frequentati d'Italia e questo testo un piccolo classico della narrativa di montagna. L'autore torna sui suoi passi e aggiunge alle vecchie pagine il racconto di quel che è accaduto nel frattempo: i luoghi che sono cambiati, quelli che sono rimasti intatti, le nuove storie che si sono depositate sul sentiero, le riflessioni imposte dalla sua notorietà, ma anche le sentenze per i disastri ambientali e le morti sul lavoro, i danni compiuti e mai più sanati. Perché il passato non si può cambiare, e nemmeno il futuro, ma bisogna sforzarsi di educare il presente. Crescerlo con più cura. Seguire per cinque giorni i segnavia biancorossi, tra incontri e leggende, per arrivare a Firenze a forza di gambe, scoprendo così quale mostruosa Entità minaccia boschi e vallate. Per poterla riconoscere, la prossima volta. Cioè adesso. "Queste storie sono fatte di tronchi e di pietra, prima che di parole." Cinque giorni di cammino da Bologna a Firenze, fra incontri inattesi e disastri ambientali, per conoscere le verità e gli spettri che plasmano il paesaggio. Per ascoltare senza fretta la voce dei luoghi e imparare a capirli.
Daniele Zovi – Sulle Alpi. Un viaggio sentimentale – Raffaello Cortina
"Le strade si ramificano in strade più piccole e in sentieri ancora più piccoli", ha scritto Milan Kundera. "Per i sentieri vanno i boscaioli. Sulle strade ci sono panchine dalle quali si vede un paesaggio pieno di pecore e mucche al pascolo. È l'Europa, è il cuore dell'Europa, sono le Alpi." Daniele Zovi in questo libro si mette in cammino tracciando un itinerario che è anche interiore, alla scoperta di un mondo vicino e al tempo stesso lontano, simbolico e reale. Racconta gli erbari di Camillo Sbarbaro, lichenologo di fama internazionale oltre che poeta: dei veri e propri "campionari del mondo" perché, come scriveva, "far raccolta di piante è farla di luoghi"; e poi il passo del Monginevro, quello probabilmente attraversato da Annibale e i suoi elefanti; la luce del Monte Bianco descritta da Goethe; la comunità walser a Macugnaga; le sculture di Marco Martalar: leoni, aquile, draghi costruiti con i resti dei boschi devastati dalla tempesta Vaia. Osserva la natura, ascolta gli animali, scopre il silenzio, immagina le vite degli altri: quello che racconta è un percorso sentimentale e conoscitivo che appare inesauribile.