Alessandro Sterpa - PREMIERATO ALL’ITALIANA - Utet.
Leonardo Sciascia spiegava che occorre essere riformisti per ciò che non funziona e conservatori per ciò che funziona. Se si parla di riforme costituzionali, è facile perdere questo punto di vista equilibrato. Il 2024 è l’anno decisivo per il cammino parlamentare della cosiddetta riforma del premierato: una modifica dell’assetto istituzionale repubblicano secondo cui alle elezioni politiche nazionali gli italiani sceglieranno, non solo i parlamentari, ma anche il capo del governo che del parlamento deve avere la fiducia.
Si tratta di una riforma che mira a migliorare la capacità dell’esecutivo di attuare le politiche per le quali è stato eletto, rafforzando rispetto alle mutevoli alleanze parlamentari che per lunghi tratti della nostra storia repubblicana hanno reso breve e complicata l’attività di molti governi. Non manca chi rileva potenziali rischi nel porre mano agli assetti costituzionali sanciti dai costituenti. Alessandro Sterpa si addentra nella riforma del premierato con attenzione e competenza, mettendo in luce le ragioni che l’hanno ispirata e gli obiettivi che intende raggiungere. Una voce autorevole che cerca di illustrare ai cittadini italiani, che saranno probabilmente chiamati ad esprimersi in un referendum, i lineamenti di una questione complessa, spesso ostaggio di estremismi contrapposti e faziosità politica.
Pino Pisicchio - COME FUNZIONANO LE LEGGI ELETTORALI -Giubilei Regnani ed.
Mattarellum, italicum, porcellum, consultellum, proporzionale, maggioritario: una selva inestricabile di sigle astruse ed ammiccamenti che commentatori politici si lanciano dalle pagine dei giornali e dall’etere. Eppure le leggi elettorali sono lo strumento fondamentale con cui la democrazia misura la sua efficienza. E, come raccontavano i vecchi professori di diritto costituzionale, un sistema elettorale funziona se ogni cittadino può, con i suoi mezzi, comprenderlo fino a risalire ai conteggi che determinano l’assegnazione dei seggi. Forse non sarà proprio così, forse una certa complicatezza negli algoritmi è inevitabile. Una cosa però è certa: quanto più le regole per eleggere diventano argomento per “iniziati” tanto più si allontana la pratica di una partecipazione consapevole.
Questo libretto svelto e sintetico, che spiega come funzionano, in Italia e nel mondo, i sistemi elettorali, con parole semplici ed essenziali, vuole essere un piccolo gesto anarchico. Un atto di ribellione contro l’analfabetismo politico di ritorno. Che spesso strangola anche la stessa politica.
Giovanna De Minico (Curatore), Gennaro Ferraiuolo (Curatore) - LEGGE ELETTORALE E DINAMICHE DELLA FORMA DI GOVERNO - Passigli editore.
Le elezioni del 4 marzo 2018 hanno rappresentato senz’altro un momento di passaggio per la politica italiana.
Si è archiviato il disegno di stabilizzare una “democrazia dell’alternanza” fondato su un sistema elettorale di segno maggioritario. Si sono proiettate alla guida del paese – dopo un lungo procedimento di formazione del nuovo esecutivo, complesso e dai tratti inconsueti – forze politiche in origine definite da programmi e progetti in parte antagonisti. Fondamentali in questa fase sono stati il fallimento della precedente proposta di riforma costituzionale del 2016 e il ruolo di riequilibrio variamente assolto rispettivamente dal Capo dello Stato e dalla Corte Costituzionale.
Studiosi di diversa età e collocazione accademica, raccolti intorno alle cattedre di diritto costituzionale e pubblico dell’Università Federico II – espressione di una ricca tradizione – riflettono sulle prospettive della legislazione elettorale, diretta e di ‘contorno’, sull’evoluzione della forma di governo e sulle reciproche profonde intenzioni. Questo volume raccoglie gli atti di un convegno tenutosi nell’aprile 2018 quando gli scenari descritti non apparivano ancora compiutamente delineati.
Francesco Clementi - IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI - Il Mulino.
Memore dell’esperienza fascista, la Costituzione Repubblicana ha tratteggiato appena la figura del Presidente del Consiglio dei ministri.
Fin dalle sue origini, la posizione costituzionale di questa istituzione è stata come sospesa, oscillando tra il ruolo di mediatore tra i partiti che “davano le carte” e quello di primo decisore dell’indirizzo politico. Nel corso dei decenni, la necessità di conferire incisività all’azione di governo, la crisi del sistema dei partiti di massa e infine l’integrazione nell’Unione Europea, hanno reso questa figura sempre più rilevante, anche in termini politicoelettorali. Eppure, ancora oggi del Presidente del Consiglio non è ancora ben codificato il ruolo. Con questo libro riscopriamo sia la tormentata storia di questa incompiuta istituzione sia le sue potenziali prospettive di riforma.
Michele Ainis - CAPOCRAZIA - La Nave di Teseo
Il presidenzialismo è la grande riforma annunciata dal governo Meloni, che potrebbe realizzarsi in questa legislatura dopo decenni di attesa e di dibattiti.
Già l’Italia è un Paese che ama le rivoluzioni ma affossa le riforme, come hanno imparato a proprie spese molti leader nostrani, da Berlusconi a Renzi. Sennonché il presidenzialismo ha le sue forme, i suoi modelli (sono tre). Noi rischiamo viceversa di crearne una maschera deforme, perché siamo la patria del ‘quasismo’, e allora ci inventiamo una riforma quasi presidenziale, quasi parlamentare. Che rafforza il peso del Presidente del Consiglio indebolendo i contrappesi, dal parlamento al Capo dello Stato. D’altronde ne abbiamo collezionate tante, di riforme pasticciate. Niente di nuovo sotto il sole. La verità è che un presidenzialismo sgangherato ce l’abbiamo già: è la capocrazia che domina la vita dei partiti, divenuti feudi d’un principe circondato da mille cortigiani; è il potere solitario dei sindaci e dei governatori; è l’abuso decisionista dei decreti-legge da parte del governo di turno; è una legge elettorale che ci rende spettatori, confiscando la nostra libertà di decidere gli eletti. Per riportare ordine in questa democrazia malata bisogna prendere in mano la Costituzione, denunciarne i tradimenti
E in ultimo interpellare gli Italiani, come accadde con i Padri Costituenti: giganti che guardiamo ormai da troppo lontano.