EDITH BRUCK – SIGNORA AUSCHWITZ. IL DONO DELLA PAROLA – LA NAVE DI TESEO
“Un’impacciata studentessa, rivolgendomi una domanda, mi chiamò ‘signora Auschwitz’. Luogo che abitava il mio corpo e che mi sentivo anche addosso, come una camicia di forza sempre più stretta, che negli ultimi due anni mi stava letteralmente soffocando, senza che fossi capace di liberarmene”. Ha inizio così il viaggio nei tormenti dell’anima di una sopravvissuta, destinata a dibattersi tra i lacci di una memoria cui non si scappa e il desiderio di liberarsi del peso insopportabile di un passato che la inchioda al ruolo di ‘testimone’. Obbligata a rendere conto di un orrore che non si lascia raccontare e rinnova il sentimento di una perdita irreparabile, la ‘sopravvissuta’ non può andare oltre e ritrovare una serena normalità, è costretta ogni volta a ricominciare daccapo. Eppure al destino non si sfugge e il ‘dono della parola’ è anche il suo eterno tormento. Il dovere di non dimenticare si capovolge nella condanna a ricordare e soffrire, e il desiderio di fuga riaccende un insopprimibile senso di colpa. Come se il silenzio sottintendesse un vergognoso tradimento. Un racconto sul dolore della memoria, sulla distanza che lenisce, sull’indifferenza degli altri, sulla disperazione di fronte all’incredulità, sull’eroismo necessario per raccontare l’orrore che si è vissuto.
UMBERTO ECO – IL FASCISMO ETERNO – LA NAVE DI TESEO
“Ritengo sia possibile indicare una lista di caratteristiche tipiche di quello che vorrei chiamare l’ur– fascismo o il fascismo eterno. L’ur-fascismo è ancora intorno a noi, talvolta in abiti civili. Sarebbe così confortevole, per noi, se qualcuno si affacciasse sulla scena del mondo e dicesse: voglio riaprire Auschwitz, voglio che le camicie nere sfilino ancora in parata sulle piazze italiane! Ahimè, la vita non è così facile. L’ur-fascismo può ancora tornare sotto le spoglie più innocenti. Il nostro dovere è di smascherarlo e di puntare l’indice su ognuna delle sue nuove forme – ogni giorno, in ogni parte del mondo”.
LILIANA SEGRE – LA STELLA POLARE DELLA COSTITUZIONE. IL DISCORSO AL SENATO – EINAUDI
Nel centenario della marcia su Roma che dette inizio alla dittatura fascista tocca a Liliana Segre – che nel 1938 fu espulsa da scuola a causa delle leggi razziste e nel 1944 fu deportata ad Auschwitz – presiedere la prima seduta del Senato della XIX legislatura. Ne nasce un discorso memorabile, di rilevanza storica e civile, una dichiarazione d’amore per la Costituzione Repubblicana, “non un pezzo di carta, ma il testamento di centomila morti caduti nella lunga lotta per la libertà”. Se il fascismo è stato “il filo nero che dalle leggi raziali ha portato alla shoah”, l’art. 3 della nostra Costituzione è la stella polare che, afferma la Senatrice Segre, “bandisce le discriminazioni e impone alla Repubblica di rimuovere gli ostacoli che impediscono ai cittadini il pieno sviluppo dei loro diritti, delle loro libertà, della dignità”. Completano il volume una accorta introduzione di Alessia Rastelli, un breve nuovo testo di Liliana Segre e il saggio conclusivo di Daniela Padoan, che situa il discorso al Senato nella parabola di una delle più alte testimoni della Shoah.
CARLO GREPPI – L’ULTIMO TRENO – DONZELLI
Tra il 1943 e il 1945 più di trentamila persone affollano le stazioni dell’Italia centro settentrionale e partono verso l’ignoto, stipate su treni merci e carri bestiame. L’appassionante studio di Carlo Greppi ricostruisce proprio questa fase essenziale nell’esperienza dei deportati e nelle memorie dei salvati, il viaggio verso il lager, e lo fa ripercorrendo le vicende di decine di comunità viaggianti, attraverso le voci di centoventi sopravvissuti. Lo scorrere angosciato del tempo nei vagoni piombati, dove i nazisti sono solo figure sfocate, riempie le narrazioni dei testimoni e accompagna il racconto dei comportamenti dei fascisti, della forza pubblica, dei ferrovieri e della popolazione civile. Durante il tragitto lungo le rotaie, infatti, questi naufraghi spaesati incontrano uomini e donne capaci di gesti di grande coraggio ma anche di codardia e di indifferenza. Viaggiando verso i reticolati d’oltralpe, i deportati fanno amicizia e tentano la fuga, litigano e cantano, ridono e piangono, mentre cercano di catturare le ultime immagini di un mondo che si allontana lentamente e per sempre dietro le loro spalle. Gli scritti dei deportati si rincorrono in un inedito mosaico memoriale, schiudendo ai nostri occhi una geografia della sofferenza, che ci commuove e ci indigna. E che ha molto da dire al nostro presente.
ART SPIEGELMAN – MAUS – EINAUDI
La storia di una famiglia ebraica tra gli anni del dopoguerra e il presente, fra la Germania nazista e gli Stati Uniti. Un padre scampato all’Olocausto, una madre che non c’è più da troppo tempo e un figlio che fa il cartoonist e cerca di trovare un ponte che lo leghi alla vicenda indicibile del padre e gli permetta di ristabilire un rapporto con il genitore anziano. Una storia familiare sullo sfondo della più immane tragedia del Novecento. Raccontato nella forma del fumetto dove gli ebrei sono topi e i nazisti gatti.