Il Disegno di Legge Sicurezza, recentemente approvato dalla Camera dei Deputati (18 settembre 2024), ha suscitato ampie discussioni a causa di diverse disposizioni ritenute controverse. Tra queste, emergono in particolare:
1. Introduzione del reato di "rivolta" (Art. 415-bis c.p.)
Il DDL prevede l'introduzione del nuovo reato di "rivolta" nel codice penale, punendo con la reclusione da uno a cinque anni chiunque, in occasione di manifestazioni pubbliche, commetta atti di resistenza attiva o passiva che ostacolino le forze dell'ordine. Questa disposizione ha sollevato preoccupazioni riguardo alla possibile limitazione del diritto di protesta e alla criminalizzazione di forme di dissenso non violente.
2. Inasprimento delle pene per blocchi stradali e ferroviari
Il disegno di legge introduce sanzioni più severe per chi organizza o partecipa a blocchi stradali o ferroviari, con pene detentive fino a due anni. Questa misura è vista da molti come una risposta repressiva a forme di protesta sociale, rischiando di colpire duramente manifestazioni spontanee o scioperi.
3. Norme anti-ONG e soccorso in mare
Il DDL prevede sanzioni pecuniarie elevate per le navi delle ONG che effettuano operazioni di soccorso in mare senza rispettare le direttive delle autorità italiane, con multe che possono arrivare fino a un milione di euro. Questa disposizione è stata criticata per la sua potenziale incompatibilità con gli obblighi internazionali di soccorso e per il rischio di ostacolare le operazioni umanitarie nel Mediterraneo.
4. Divieto di vendita di SIM a stranieri senza permesso di soggiorno
Il disegno di legge introduce il divieto per i cittadini extracomunitari sprovvisti di permesso di soggiorno di stipulare contratti per l'acquisto di schede SIM. Questa misura è stata criticata per la sua potenziale discriminazione nei confronti dei migranti irregolari, limitando il loro accesso alle comunicazioni e ai servizi essenziali.
5. Inasprimento delle pene per occupazioni abusive
Il DDL prevede pene più severe per chi occupa illegalmente immobili, con reclusione fino a sette anni. Questa misura è vista come una risposta punitiva a situazioni di emergenza abitativa, senza offrire soluzioni alternative per le persone in difficoltà.
6. Modifica delle competenze dei servizi segreti italiani.
L'articolo 31 del DDL, introduce significative modifiche alle competenze dei servizi segreti italiani, suscitando un acceso dibattito pubblico. In particolare, l'articolo prevede l'estensione delle condotte di reato scriminabili per gli operatori dei servizi di informazione, autorizzandoli a infiltrarsi e persino a dirigere organizzazioni criminali o terroristiche per finalità istituzionali, previa autorizzazione del Presidente del Consiglio dei ministri.
Queste disposizioni hanno sollevato preoccupazioni tra organizzazioni per i diritti umani, sindacati e associazioni della società civile, che temono un restringimento degli spazi di dissenso e una criminalizzazione di comportamenti legati a situazioni di disagio sociale.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una comunicazione ufficiale, ha sottolineato la necessità di garantire che le nuove disposizioni legislative rispettino pienamente i principi costituzionali e gli obblighi internazionali assunti dall'Italia.
In particolare, Mattarella ha evidenziato l'importanza di bilanciare le esigenze di sicurezza con la tutela dei diritti fondamentali dei cittadini, evitando misure che possano risultare discriminatorie o lesive delle libertà individuali. Ha inoltre richiamato l'attenzione sul dovere inderogabile di soccorrere le persone in difficoltà, in linea con le convenzioni internazionali sottoscritte dal nostro Paese.
Il Presidente ha invitato il Parlamento a un'attenta riflessione sulle disposizioni contenute nel DDL S.1236, auspicando un confronto costruttivo che conduca a soluzioni legislative equilibrate e rispettose dei valori democratici e umanitari.
L'associazione Libera, in collaborazione con altre organizzazioni, ha sottolineato che il decreto potrebbe ledere la libertà di manifestazione, un diritto fondamentale sancito dalla Costituzione italiana. Inoltre, l'associazione evidenzia come alcune disposizioni del DDL sembrino mirate a colpire migranti, detenuti, persone senza dimora e minoranze, potenzialmente criminalizzando il dissenso.
Queste osservazioni riflettono l'impegno di Libera nel promuovere una legislazione che tuteli i diritti fondamentali e garantisca giustizia sociale, evitando misure che possano discriminare o emarginare ulteriormente le categorie più vulnerabili.
Anche il Partito Democratico ha espresso una forte opposizione al DDL Sicurezza.
In una dichiarazione ufficiale, il PD ha affermato che il disegno di legge rappresenta un attacco alle libertà individuali e collettive, mirato a reprimere il dissenso e a trasformare i cittadini in sudditi. Il partito critica l'approccio del governo, definendolo come "panpenalismo all’ennesima potenza", poiché affronta ogni problema introducendo nuovi reati e aggravanti senza investire risorse per rafforzare le politiche di sicurezza urbana e coesione sociale. Inoltre, il PD sottolinea che il DDL colpisce soggetti fragili, come donne incinte e bambini, imponendo il carcere invece di misure alternative, e reprime ogni forma di dissenso, anche se esercitato in modo non violento o con resistenza passiva.