La Sala dell'Affresco era affollata il 31 maggio scorso, quando è andato in scena il primo appuntamento organizzato da PD, Polo Laico e Movimento 5 Stelle per ascoltare i cittadini, instaurare un dialogo, raccogliere idee e proposte per la prossima campagna elettorale. La partecipazione è stata ampia e variegata e ha visto il coinvolgimento di semplici cittadini ma anche di esperti dei temi trattati: Giovani e Sicurezza, Ambiente, Cultura e Turismo. Se volessimo trovare un filo conduttore che li accomuna, potremmo dire che è emersa la necessità di far uscire la città dall'isolamento sia fisico che culturale e sociale in cui si trova, fare rete, guardare oltre i confini cittadini per dare un respiro più ampio a una città che è in pieno declino da anni.
Al tavolo Giovani e Sicurezza erano seduti educatori, insegnanti, volontari di numerose associazioni, psicologi e un nutrito gruppo di giovanissimi studenti delle scuole superiori della città, a testimonianza di un forte desiderio di contribuire al benessere della comunità e alla collaborazione tra pubblico e privato. A titolo esemplificativo è stata proposta la possibilità per gli studenti delle scuole superiori di ottenere crediti formativi attraverso iniziative sociali a costo zero, un concetto definito come "Crediti con il cuore" allo scopo di valorizzare l'impegno civico dei giovani, integrandolo nel percorso educativo. Si è tornati sulla necessità di creare per i giovani spazi di aggregazione inclusivi e accessibili. L’idea sarebbe quella di coinvolgere le società sportive, motivandole a rendere gli spazi dedicati allo sport accessibili anche alle persone più fragili, trovando sistemi di "ammortizzatori sociali" per le famiglie in difficoltà, poiché "lo sport include tutti”. È stata manifestata la preoccupazione per la salute mentale dei giovani e la mancanza di presidi per il sostegno psicologico, evidenziando inoltre la necessità di una “educativa di strada”. Il dottor Luca Bellazzi ha preannunciato la presentazione di una ricerca fatta dai medici di base che hanno ospitato nel proprio studio uno psicologo, ottenendo ottimi risultati.
Gli organizzatori del tavolo Ambiente avevano preparato un questionario nei giorni precedenti e lo avevano inviato a vari contatti. Si tratta di un questionario anonimo, che è servito a capire le criticità legate ai rifiuti, alla raccolta differenziata, ai parchi cittadini e al verde urbano. Su quest'ultimo tema, è emerso che molti parchi sono trascurati, la manutenzione non è frequente, molti giochi non sono agibili (per es. al Parco degli Alpini, al parco di piazzale Longo in Brughiera, al giardino dell’asilo Gioia) o, come accade al Baden Powell in viale Petrarca, ci sono state situazioni di degrado ambientale, con acqua sporca nel laghetto e giochi nuovi ma ancora non omologati. È stata poi fornita ai presenti al tavolo una breve panoramica su Parco Parri e sui due nuovi progetti del Comune, il Bosco urbano e il Parco didattico. Il Parco Parri, che è il più esteso parco pubblico cittadino, con una superficie di circa 2 ettari, è affidato a una ditta privata tramite convenzione, con conseguente privatizzazione di molti servizi. Lo stato di degrado in cui si trova è sotto gli occhi di tutti ed è oggetto di una interrogazione dei consiglieri di minoranza proprio in questi giorni. Il Bosco urbano invece fa parte dei progetti di “Vigevano Proxima”, ed è un’area di circa 3 ettari, situata in via Montanelli/via Valletta Fogliano, che il Comune ha presentato come una nuova area verde a disposizione dei cittadini, nell’ottica di portare avanti il discorso di penetrazione del verde, con “la campagna che entra in città”. Sebbene risulti tra gli interventi conclusi, è palese come sia di fatto un’area abbandonata a se stessa, con erba alta, nessuna manutenzione e un’incuria più volte denunciata dalle opposizioni. Infine, il Parco didattico, all’ex Fateci Spazio, tra via Croce e via Treves, è nato dall’idea di valorizzare un’area incolta e bonificare l’edificio attualmente inutilizzato, un tempo centro di aggregazione giovanile, fiore all'occhiello della città, via via depotenziato dalle amministrazioni di centrodestra, fino alla chiusura. Per questo progetto la data di fine lavori è prevista per gennaio 2026 ma fino ad oggi non è stato mosso un dito.
Infine Cultura e Turismo. Dal primo giro di tavolo emerge la stessa percezione su Vigevano da parte di chi non è vigevanese: una città immersa nel torpore, dalle grandi potenzialità non adeguatamente sfruttate. Vengono messi a disposizione dei dati ufficiali del Comune di Vigevano da cui emerge che negli ultimi due anni tutti gli indicatori turistici sono stati in calo (presenze, presenze torre, incassi torre, visite guidate, incassi visite guidate); l’unico dato positivo sono gli incassi per via dell’affitto delle sale (senza affitto sale è negativo). Vengono citati dati di altri castelli dell’Italia Settentrionale, che registrano ingressi e incassi molto al di sopra di quelli del castello di Vigevano. Si evidenzia che per dare un'offerta turistica all'altezza del mondo di oggi occorre capitale umano, competenze, una programmazione di almeno 4-5 anni, che si basi sull'analisi di dati oggettivi e che guardi alle prospettive future. Serve una comunicazione che vada al di là dei confini locali e crei una narrazione interessante e attraente per il turista. Vigevano potrebbe diventare sede universitaria, che attirerebbe giovani e alimenterebbe l'indotto, ma anche in questo caso serve una progettualità. Viene sollevato anche il problema del brand: come è riconoscibile Vigevano? Occorre una politica di marketing territoriale, che è stata fatta in passato ma poi tralasciata. È stato citato l'esempio del Comune di Omegna che, con il coinvolgimento delle associazioni professionali, culturali e sociali, ha fatto un masterplan turistico che comprende un brand, punti di forza e debolezza, ambiti di miglioramento, puntando su un personaggio facilmente riconoscibile. Omegna è diventata la “Città di Rodari”. Vigevano su che cosa potrebbe puntare?