Continuiamo l’illustrazione dei temi dibattuti nel Pensatoio di febbraio, nei tavoli di lavoro che ne sono scaturiti e nel Pensatoio di novembre. Una massa di idee, riflessioni, proposte, al momento generali, non ancora declinate in modo dettagliato, ma che certo indicano la strada, ovvero l’idea di città che ci caratterizza e che porteremo al tavolo dei potenziali alleati.
Un punto imprescindibile è il potenziamento delle infrastrutture, condizione indispensabile per far uscire Vigevano dall’isolamento che la sta condannando al declino. La città non potrà mai essere attrattiva senza vie di comunicazione agili, in primis, ma non solo, verso Milano. È anche vero che le stesse non bastano se la città non è in grado di offrire lavoro, servizi, cultura, qualità della vita. Al riguardo risulta particolarmente efficace l’analisi del consigliere regionale Simone Negri, secondo cui la destra al governo di Regione Lombardia non ha alcuna “visione organica e complessiva” di come Vigevano debba essere collegata con l’area metropolitana. A suo parere è assolutamente necessaria la costruzione del doppio binario, che consentirebbe un servizio di treni ogni 10-15 minuti, con un conseguente miglioramento del servizio offerto ai viaggiatori. Sul tappeto, in attesa di questa soluzione ottimale, c’è la proposta dell’associazione MI.MO.AL. del raddoppio selettivo dei binari. A lungo termine – sempre a parere di Negri - si potrebbe valutare l’opportunità di far rientrare Vigevano e Lomellina nei corridoi europei del trasporto merci su ferro (es. Mantova). I vantaggi per la città del miglioramento infrastrutturale sarebbero indubbi: migliore qualità della vita dei residenti, maggiore appetibilità per i Milanesi dal punto di vista residenziale, rilancio dell’economia e del settore immobiliare, maggiore flusso di nuovi lavoratori per le aziende, rilancio del turismo e inserimento di Vigevano e Lomellina in pacchetti collegati a Milano e Pavia.
Dal punto di vista ambientale, per contrastare la crisi climatica, si sostiene che non è sufficiente arrestare il consumo di suolo, bisogna recuperarlo e metterlo a verde. Un’azione che parta dalla concezione del suolo come bene scarso, prezioso e collettivo. Urge un piano di ampio respiro per il clima, che preveda la revisione integrale della mobilità cittadina, il miglioramento della qualità dell’aria, la realizzazione di una "green infrastructure", la revisione del piano energetico attraverso la costituzione di Comunità Energetiche Rinnovabili, l’introduzione di cassonetti intelligenti e la revisione della raccolta differenziata.
Si parlava prima di cultura e qualità della vita. Secondo la consigliera regionale Paola Bocci, bisogna uscire dall’approccio tradizionale per cui la cultura è la cenerentola del bilancio comunale; bisogna giungere al riconoscimento del suo ruolo sia come strumento di promozione delle capacità cognitive e critiche della popolazione sia come fattore di sviluppo economico e sociale di un territorio. Esistono bandi – e da qui la necessità di disporre di un ufficio composto da persone esperte – per recuperare aree abbandonate e rigenerarle a nuova vita. L’elenco degli edifici pubblici dismessi purtroppo è lungo e avvilente: dall’esempio più macroscopico e doloroso del Colombarone all’ex macello, all’ex tribunale al lascito Pensa di via Pompei. Vigevano, con il castello, la piazza e le vie del centro, i palazzi storici, il Parco del Ticino, ha un patrimonio storico, artistico e naturalistico di grande pregio ma poco o nulla valorizzato. Occorre uno sforzo per mettere a frutto tutto questo, stringendo alleanze con imprese, associazioni ed enti di formazione, facendo rete con gli altri Comuni della Lomellina, utilizzando gli strumenti tecnologici e i canali comunicativi utili a farla conoscere e a renderla appetibile per i turisti.
Andrea Murari, assessore al Comune di Mantova, ha affermato che l’amministrazione di cui fa parte ha portato avanti una lotta al degrado, trasformando gli edifici abbandonati in spazi pubblici al servizio dei cittadini, che ha modificato profondamente i quartieri e la città nel suo complesso. A riprova che il contrasto alla microcriminalità e al degrado passa più attraverso la rigenerazione urbana e la promozione sociale e culturale che attraverso le telecamere di videosorveglianza e la pura e semplice repressione.
Per finire, i presenti al Pensatoio hanno sottolineato l’importanza della partecipazione dei cittadini alla vita della comunità, come fattore identitario, per sentirsi parte di un tutto, in sicurezza, una sicurezza partecipata.
Elena Gorini