Il Sigor Aurenzio Camer

© by Vittorio Crapella - i2viu





Un signore particolare (anni '50)....

Abitai, nei primi sette anni, in una piccolissima frazione del comune di Caiolo adiacente al comune di Albosaggia dove tutt'ora vivo. https://www.facebook.com/groups/299885650220250/

Questa frazione, situata a circa 500 m s.l.m. , era composta da cinque famiglie ma per quanto mi riguarda era come se la famiglia fosse unica tutti mi accoglievano, mi accudivano e mi educavano come loro figlio.

Di quegli anni mi sono rimasti pochi ricordi ma alcuni probabilmente hanno lasciato il segno e mi riferisco in particolare a ciò che il signor Camer, con le sue strane cose tecnologiche di quegli anni, aveva suscitato curiosità ed interesse nella mia mente predisposta ad osservare, stupirsi, fantasticare e in parte imparare. (Pure io involontariamente ho contagiato qualcuno)

Aurenzio Camer era un signore di mezza età che si arrangiava in tutto, un "tutto fare" con abilità a volte perfino stupefacenti considerato che era un autodidatta con scolarizzazione solo fino alla terza elementare. Di certo non aveva biblioteche da consultare e tanto meno Internet, quello che sapeva l'aveva visto o imparato da altri e spesso vissuto attraverso l'esperienza personale.

Fece il muratore quando costruì la casa, l'idraulico quando realizzò il bacino per suo uso e consumo e posò le tubazioni per portare l'acqua in casa, il falegname quando si fabbricò tutti i mobili di casa, il meccanico ad ogni occorrenza e in particolare quando trasformò una balilla assai malandata in un carro agricolo.

Possedeva un locale officina con tutti gli attrezzi indispensabili, possedeva la saldatrice ossiacetilenica, la forgia con fucina a carbone, incudine, martelli e attrezzi d'ogni genere.

Si costruì pure un fucile che collaudò però legandolo al tronco di un albero e tirando il grilletto con una funicella stando a debita distanza.

Su un basamento robusto di legno realizzò un argano con tanto di ingranaggi, di frizione e freno che adattava attraverso una cinghia al cerchione della lambretta privata del copertone.

Il sistema lo utilizzava per recuperare la legna dal fondo valle irraggiungibile col carro agricolo.

La legna viaggiava attraverso un carrello che scorreva sul filo a sbalzo teso tra il bosco e il palo opportunamente fissato presso le vicinanze dell'argano.

Riparò provvisoriamente la macchina Dubied per maglieria di mia madre intuendo che il pezzo rotto poteva funzionare fissato al contrario fino al recupero del pezzo nuovo che doveva arrivare da Lecco. Trovava soluzione anche se momentanea a tutto e qualche volta, ora, mi rivedo nei suoi panni.

Sapeva impiantare una teleferica ed era capace, cosa non da tutti, di impalmare due funi cioè conosceva e sapeva eseguire la procedura per unire, collegare tra loro due funi a più trefoli.

La cosa più buffa, strana, insolita e inverosimile fu quella che da solo riuscì a intagliare, sagomare e in fine sistemare nella sua bocca dei denti ricavati da ossa di bue.

Una volta ricordo che preparò degli stampi con del gesso per riprodurre delle campanelle di bronzo (bronze) da mettere al collo delle mucche, so che l'impresa fu assai ardua con la fusione attraverso la fucina e la forgia e non ricordo come finì.

Un mitico personaggio sempre contento, sempre pronto alla battuta, pronto anche all'imprecazione se a suo dire non andava nel verso giusto, credente a suo modo ma di certo con animo umile e buono. Merita di essere ricordato.