Un Natale pieno di Speranza
Cristina Sardo e Alisia Saraniti 2A
Il Natale è sempre più vicino. le case sono già quasi tutte addobbate, Le strade brillano con le luminarie accese, Le città sono sfavillanti , mercatini , profumo di cannella, stelle di natale, addobbi di ogni tipo, ovunque c’ è aria di festa, si pensa ai regali, si pensa ai pranzi , si pensa alle giocate a carte, ma qualcuno si ricorda che Il Natale è la festa in cui i cristiani celebrano la nascita di Gesù Cristo, che per la chiesa occidentale cade il 25 dicembre. Una festa che invita alla generosità, al perdono, all’unione. Le origini storiche della festa non sono note e sono state spiegate con varie ipotesi. Il Natale in passato era una festa semplice, fatta di cose semplici, ci si riuniva attorno ad una tavola, si consumavano cibi semplici, biscotti rigorosamente fatti in casa da nonne, mamme e zie che insieme impastavano, infornavano e sfornavano dolci deliziosi che riempivano le viuzze di profumi di cannella e di mandorle tostate; si recitavano preghiere e si ascoltavano le novene, cantilene e melodie natalizie in dialetto che un gruppo di giovani musicisti intona davanti ad un tabernacolo allestito con asparago selvatico e arance al cui centro si trova l’immagine di Maria, Gesù e Giuseppe. Il Natale di ora invece è un po’ diverso: è più consumistico, più sfarzoso, più superficiale. Il Natale ormai comincia subito dopo la festa dei morti: pubblicità di panettoni e di luoghi esotici o invernali dove trascorrere le vacanze natalizie, corsa ai regali, piccoli pensieri che poi magari vengono messi da parte o addirittura buttati; la preghiera è spesso un lontano ricordo, difficilmente si pensa a chi è solo, a chi soffre a chi avrebbe bisogno di un gesto, una parola di conforto, di una speranza. Si, Speranza è la parola che vorrei echeggiasse nelle case, tra le vie delle città, nella preghiere dei cristiani, Speranza per noi giovani, Speranza per un mondo migliore, Speranza che la guerra finisca, Speranza che tutti indistintamente possano avere un tetto sulla propria testa, e del cibo sulla propria tavola. Speranza di pace e di amore. Ecco cosa vorrei che celebrasse quest’anno il Natale. La Speranza come attesa di vivere bene il presente.