La storia di Alessia Trost:

uscire dai problemi legati ai disturbi alimentari si può!

di Biondi Eleonora 2 D

I disturbi alimentari sono ancora oggi un problema molto diffuso che manifesta disagi e sofferenze interiori di una generazione resa fragile da una società che tende sempre più a discriminare tra corpi di serie A, B e C. In passato si reputava che colpissero prevalentemente il sesso femminile, ma oggi sappiamo che questi interessano anche i maschi e perfino donne vicine all'età della menopausa.

Nessun soggetto sembra quindi essere immune da questo rischio e, soprattutto quando si è particolarmente influenzati dall'immagine corporea, le probabilità di cadere nella trappola dei disturbi alimentari aumenta notevolmente.

Essi infatti, sono strettamente legati alla "valutazione disfunzionale" che la persona fa di sè stessa, cioé la persona sente di valere o non valere come essere umano in relazione all'ago della bilancia che influenza notevolmente il rapporto con il cibo.

Molti sono anche i volti noti che in passato hanno sofferto di questo tipo di disturbo e tra loro ci sono anche tanti giovani sportivi come la campionessa di salto in alto Alessia Trost.

Quella di Alessia sembrava essere la "classica" storia di una stella nascente dello sport: a soli 9 anni riusciva a saltare 1,37 metri e a 11 anni superava l’asticella posizionata oltre il metro e mezzo. Un successo dietro l'altro che però l'ha caricata di un "peso" troppo grande per una giovane ragazza. Lei stessa, parlando della sua vicenda, ha dichiarato: “Ho saltato due metri a 19 anni. Ma quel salto non fu frutto di un percorso, né di alcuna consapevolezza. I due metri, che sono le colonne d’Ercole della mia specialità, sono arrivati troppo presto. Oggi lo posso dire. Mi hanno riempito la testa di cose e non sono stati facili da digerire. I fantasmi sono diventati paure, che sono diventate insicurezze, che sono diventate alibi”. Quelle paure e quelle insicurezze si sono accentuate nel corso del tempo, soprattutto in seguito all’infortunio del 2014 e alla scomparsa in rapida successione del suo storico coach Gianfranco Chessa e della mamma Susanna Forniz a 54 anni. Colpi durissimi arrivati proprio alla vigilia dei Mondiali di Londra 2017 dove la Trost non riuscì a saltare oltre 1,89 metri.

“Ero in un vortice, alimentazione inclusa. - racconta ancora la Trost - La dieta ferrea mi provocava sbalzi d’umore enormi. Ero bulimica: al Mondiale di Londra 2017 pesavo 66,7 chili, dopo l’eliminazione mangiai 40 fette di torta, vergognandomi come una ladra“.

In quell’occasione, però, nella testa di Alessia è scattata la voglia di rivalsa e di rinascita. “Ho capito che Alessia giudicava spietatamente l’atleta. Mi sono liberata dell’autismo del saltatore, dal trip di perfezione. Inizia a vivere, mi sono detta, che magari salti meglio! Mi sono perdonata, accettando di essere più morbida con me stessa e di poter fallire”.

Oggi la Trost sembra essere rinata e attualmente si sta allenando duramente per partecipare ai prossimi giochi olimpici.

“Mi sento di nuovo viva, mi si è riacceso un sogno. Sono tornata in palestra a sollevare bilancieri, Vanzillotta, il mio nuovo allenatore, mi spiega che il salto è molto più naturale di come me l’hanno raccontato. Se ho superato 2 metri una volta, posso ripetermi: sento di potercela fare!”

E noi non possiamo che fare il tifo per lei!