Perché scegliere di fare un concorso leopardiano?
di Giulia Rocca 3C
“Ahi pentirommi, e spesso, ma sconsolato, volgerommi indietro”.
Così scrisse il celebre poeta Giacomo Leopardi, nella poesia Il passero solitario.
E così anche noi, prendendo spunto dalla frase, abbiamo scritto un testo, intrecciando la vita del poeta, e il suo modo di scrivere, con il nostro.
Vi chiederete sicuramente a chi mi riferisco utilizzando “noi”, ma adesso vi svelerò questo piccolo segreto, che poi ormai non si può chiamare più segreto, dato che tutta la scuola lo sa.
Il “noi" è riferito a me e alla mia compagna Ylenia Valguarnera.
Insieme ci siamo cimentate nel fare un concorso su Leopardi, a cui abbiamo partecipato l’anno scorso scrivendo un testo che, partendo dagli stati d’animo leopardiani, ci ha portate a riflettere sui nostri sentimenti, sui nostri stati d’animo, per vedere poi che alla fine anche i ragazzi di oggi possono avere tanto in comune con un poeta vissuto secoli fa.
Il concorso leopardiano consisteva nello scrivere un tema ispirato alla poesia “Il passero solitario” e, nello stesso tempo, bisognava parlare dell’adolescenza e della solitudine di cui si potrebbe soffrire a quell’età.
Perché, specialmente in questo periodo, penso che tutti possano sentirsi soli, perché demoralizzati o perché si trovano difronte a delle difficoltà che ci presenta la vita.
Per questo, quando l’insegnante di lettere ha proposto alla classe la partecipazione a questo concorso, io e la mia compagna abbiamo subito detto di sì, perché, grazie a questo concorso, ho avuto l’occasione di mettere i miei sentimenti a nudo, paragonandoli a quelli di un autore molto conosciuto per il suo modo di esprimere i suoi sentimenti, anche in una piccola poesia, e ciò mi ha fatto riflettere molto e ne sono molto felice.
Certo, all’inizio abbiamo incontrato qualche difficoltà, perché non conoscevamo l’autore e le sue opere, ma poi abbiamo fatto una lezione ristretta a tre con l’insegnante e ci siamo messe a scrivere.
Infatti, ancora ricordo la mia espressione quando la professoressa ci ha illustrato il Bando e io nella mia testa pensavo - Mamma mia, è difficile… e chi ci riesce?
E comunque ho partecipato!
Al concorso, oltre a presentare un tema, ho partecipato anche con un disegno che rappresentava il giovane Leopardi (al centro del foglio), sopra di lui il passero solitario e ai lati due ragazzi soli, una ragazza che ammira il panorama con tristezza e il ragazzo, invece, che cerca di uscire dalla solitudine prendendo una strada che lo porterà a fare nuove conoscenze e amicizie.
Una sera, qualche tempo dopo aver scritto e spedito il testo, mentre ero in campagna mi sento chiamare da mio papà che mi dice: - Giulia hai vinto, brava, sei arrivata quarta a livello nazionale!
Io sono rimasta cinque minuti zitta e poi ho risposto con aria scherzosa: - Si vabbè, non mi prendere in giro!
E mio papà allora mi ha risposto con tono serio: - No è verissimo, ti giuro, mi ha appena chiamato il presidente del concorso di Recanati!
Così, a quella risposta di mio padre, io mi sono messa subito a piangere dall’emozione e, per non dirvi una bugia, tutta la sera ancora continuavo a non credere di poter essere riuscita ad arrivare ad un livello così alto.
Talmente in quei giorni ero emozionata che non sapevo più a chi dirlo, anzi peccato che non avevo il numero del papa altrimenti, talmente ero felice, che avrei chiamato pure lui!
Qualche mese dopo la comunicazione della mia vincita, a Recanati hanno fatto la premiazione, a cui purtroppo io non ho potuto partecipare a causa del covid-19, ma anche se io non c’ero, comunque mi hanno nominata durante la premiazione e anche lì mi sono messa a piangere.
Così, dato che non ho potuto fare la premiazione a Recanati, la mia scuola, qualche mese dopo, precisamente il 2 marzo, me ne ha organizzata una.
É stato uno di quei momenti che nella vita non si scordano mai, perché per me si è collegato il presidente del concorso e sono venuti la preside, la vicepreside, la professoressa Liccardi, che mi ha aiutata e invogliata a scrivere il testo, e il professore Alessandra, che mi ha aiutata con il disegno.
E poi c’erano anche i miei compagni, quindi non mancava proprio nessuno, se non i miei genitori, che sono stati comunque nel mio cuore durante la premiazione. Quel giorno sono stata felicissima e ancora ora voglio ringraziare nuovamente tutti coloro che mi sono stati accanto.
Quindi, direi che questa esperienza mi ha fatto capire delle cose molto importanti e cioè la bellezza di stare insieme alle persone a cui vuoi bene e che fanno tanto per te ogni giorno e poi, se proprio vogliamo dirla tutta, mi ha fatto capire di essere una ragazza emotiva (e forse anche un pizzico brava), mi mettevo a piangere in qualsiasi circostanza!