Lettera al mio Angioletto

Mario Pagano IVB

Caro angioletto mio,

anche questa sera voglio parlare con te per confidarti una cosa, ma questa è diversa dalle solite, di sicuro mi ritroverò a studiarla sui libri di scuola quando sarò più grande.

La storia che sto per raccontarti nasce in un paese molto lontano dal nostro, il suo nome è Wuhan, una città della Cina. Qui un medico notò qualcosa di strano su dei pazienti che avevano l’influenza. Gli scienziati dopo varie ricerche scoprirono il colpevole, un microbo piccolissimo di nome Covid-19 che, per vederlo da vicino, occorre il microscopio. Lui è un atletico, difatti basta uno starnuto per farlo saltare più di un metro e proprio così che è arrivato in Italia. E’ diventato subito una star, perché radio, tv, giornali e pure i miei genitori non fanno altro che parlarne. Questo virus porta la corona, ma non è un re. Per colpa sua hanno chiuso le scuole e non possiamo giocare nemmeno all’aperto, ma la cosa più brutta è non poter abbracciare i miei nonni, gli zii, i cuginetti e la mia madrina a cui voglio tanto bene.

Mi manca tutto quello che facevo prima, la scuola, i miei compagni, i miei maestri, gli allenamenti di pallavolo ed il corso di batteria. A casa non c’è un clima serenissimo, ringraziando Dio stiamo tutti bene, ma papà sembra preoccupato per il lavoro e la mamma è sempre attaccata al telefono e alla tv per tenersi aggiornata sull’andamento del contagio e sulla salute dei nostri parenti che vivono in Lombardia.

Menomale però che a casa c’è il mio fratellino Gabriele che con il suo sorriso mi fa dimenticare tutto ciò. Lui tra pochi giorni compirà un anno e questo sarà un compleanno inusuale ma speciale nello stesso tempo, perché lo trasmetteremo in chat visione. Per fortuna da alcuni giorni sono iniziate le lezioni in videoconferenza con i maestri ed i miei compagni di classe, una cosa nuova e divertente grazie alla quale possiamo continuare a studiare come se fossimo tutti a scuola. L’arrivo di questo virus ha cambiato le nostre abitudini ed ha prodotto anche effetti positivi sulle nostre famiglie; adesso per esempio mio papà ha più tempo per me, con lui faccio i compiti, cosa che prima non accadeva spesso. A casa, all’improvviso e come se avessimo aperto un ristorante dove tutti siamo chef; ogni giorno si prepara un menù nuovo, pane, pizze, crepes e ti assicuro che ne sto combinando di tutti i colori. Durante la mia permanenza a casa, con l’aiuto dei miei genitori ho realizzato il cartellone con il motto “tutto andrà bene” ed io ci credo tantissimo. Sono felice che ad aiutarci in questa battaglia ci sono tanti angeli buoni come te, dottori, infermieri, farmacisti, volontari, forze dell’ordine e tutte quelle persone che giornalmente mettono a rischio la propria vita per aiutare chi in questo momento ne ha di bisogno. Mamma e papà in questo clima fatto di incertezze mi dicono che non può piovere per sempre, presto comparirà un grande arcobaleno che, con i suoi colori, illuminerà tutto il mondo.