Chiara Adorno e la lotta contro i frequenti incidenti stradali
Anita Santoro IIE
Chiara Adorno era una giovane ragazza di 19 anni che frequentava il primo anno di Scienze Biologiche presso l’ateneo di Catania. Aveva da poco conseguito la maturità scientifica. Originaria di Solarino, nel siracusano, si era trasferita a Catania per affrontare gli studi universitari. Nessuno avrebbe mai immaginato che quella sera del 7 novembre, mentre tornava dall’università, la sua vita potesse andare in frantumi. Chiara stava attraversando, con il suo fidanzato, sulle strisce pedonali, la circonvallazione (viale Andrea Doria) quando è stata travolta da uno scooter Honda e successivamente da una Punto nera. I due veicoli camminavano ad alta velocità e per Chiara non c’è stato nulla da fare anche quando i soccorsi l’hanno portata in ospedale. Il ragazzo sul motorino è rimasto ferito insieme al fidanzato della ragazza, ma le loro ferite non erano gravi e quindi sono stati dimessi dall’ospedale. Chiara è solo una delle tante vittime che sono morte in incidenti stradali e purtroppo non sarà nemmeno l’ultima se non si iniziano a prendere provvedimenti seri e a rafforzare i controlli. Il tratto di strada dove è morta la ragazza è molto pericoloso e la vita di tantissime persone che lo attraversano, soprattutto universitari, è messa a rischio dall’alta velocità delle auto che sfrecciano su quel percorso. Anni addietro era stato costruito un passaggio pedonale sopraelevato, ma per una serie di problemi, è stato abbattuto. Ancora oggi si parla di una possibile ricostruzione, ma nel viale si continua a morire. Secondo me si dovrebbe ricostruire il cavalcavia o costruire un passaggio sotterraneo. Altra possibile idea potrebbe essere quella di mettere più semafori rispetto a quelli già presenti in quella zona e aggiungere degli autovelox per il controllo elettronico della velocità, così da fare multe a chi procede ad andature troppo elevate. Si dovrebbero aumentare le pattuglie di polizia, dei carabinieri e dei vigili urbani per il controllo degli automobilisti, per verificare se hanno assunto alcool e droghe che sono causa di molti di questi incidenti soprattutto fra i più giovani. Molti universitari, dopo l’incidente, si sono riuniti nelle strade per protestare perché non è normale perdere la vita così facilmente e per ricordare la loro collega CHIARA. Questa protesta non è rivolta solo al comune di Catania, ma a tutti i comuni d’Italia che devono adoperarsi per mettere al sicuro i tratti di strada pericolosi e porre così fine a queste tragedie.