06_SPECCHIO

a cura di Francesca Aprile

Specchio [specùlum]-Lastra per lo più argentata che fornisce un immagine riflessa degli oggetti. È un tema molto indagato nel corso dei secoli che ha consentito lo sviluppo di diverse interpretazioni a partire dallo specchio visto come occhio della strega, nonché come amuleto sfruttato per controllare e regolare la vita di altri uomini, lo specchio legato alla figura del narcisista e lo specchio in quanto simbolo diretto della visione spirituale, la contemplatio in generale della gnosi. Lo specchio adoperato per creare effetti ottici, ricorrenti soprattutto nel cinema e nella fotografia, utilizzato per deformare la realtà e per mettere in comunicazione il reale con l’immaginario. Nell’arte è stato utilizzato spesso per fornire una visione più estesa all’osservatore e per lasciargli una via di fuga.

Chi vede correttamente la figura dell’uomo? Il fotografo, lo specchio o il pittore? Pablo Picasso

REPERTORIO ICONOGRAFICO

CONNESSIONI TRASVERSALI

06.01

VAN EYCK, ritratto dei coniugi Arnolfini, 1434

Il ritratto dei coniugi Arnolfini è un dipinto olio su tavola del pittore fiammingo Jan Van Eyck che rappresenta il mercante di Lucca Giovanni Arnolfini e la moglie Giovanna Cenami probabilmente nel momento del matrimonio o secondo altre ipotesi, nella celebrazione del giuramento della coppia. Figura chiave dell’immagine è lo specchio convesso, portafortuna della casa, posto alle spalle dei coniugi che accentua la complessità dell’opera. Al suo interno compaiono dettagli occultati alla vista diretta così come altri vengono esclusi. Nella scena rappresentata non vediamo, se non nello specchio, i due testimoni, uno dei quali si ritiene essere il pittore stesso, di contro non compare il piccolo Griffon Terrier ai piedi della coppia che rappresenta la fedeltà coniugale: è una dimenticanza del pittore o una scelta consapevole? Ciò che accomuna le due rappresentazioni è la maniacale definizione dei dettagli.

DETTAGLIO(TEMA PRECEDENTE)

SIMBOLI

PROSPETTIVA

SIMBOLI

DEFORMAZIONE

06.02

ANISH KAPOOR, Sky Mirror, 2007

Lo specchio è l’elemento centrale nella ricerca artistica dell’inglese di adozione Anish Kapoor le cui opere implicano sempre il coinvolgimento sensoriale dell’osservatore mirando a giocare con i sensi alterando e modificando la percezione dellarealtà. Sky Mirror, situata a Kensington Gardens a Londra (e in altri luoghi), è una delle sue opere più fortunate e consiste nella realizzazione di dischi circolari in acciaio inossidabile perfettamente riflettenti sulla superficie concava, A seconda dell’ambiente circostante ottiene un effetto diverso. Si tratta di un vero e proprio “non oggetto” privo di forma propria che muta in relazione alle ore del giorno e all’ambiente circostante distorcendolo e realizzando un foro nel mondo reale per consentirci di affacciarci in un’altra dimensione. Tramite questo espediente dà vita ad un vero e proprio ribaltamento della realtà scambiando cielo e terra.

CERCHIO

CIELO

ACCIAIO

RIBALTAMENTO

06.03

PISTOLETTO, L’etrusco, 1976

Michelangelo Pistoletto, artista, pittore e scultore, protagonista dell’arte povera, realizza numerose opere con superfici riflettenti. L’etrusco è una delle sue opere più famose: Il personaggio viene dal passato e tocca lo specchio entrando nel presente ; dove la mano reale tocca quella virtuale c’è il passaggio tra il passato e il presente, reale e virtuale. Questo passaggio lo ha chiarito in seguito raccontando una performance nella quale rompe uno specchio: “Questa performance è faticosa sono specchi resistenti e quindi c’è una fatica fisica che interviene in una situazione tutt’altro che fisica lo specchio riflette immagini incorporee, è un dare corpo all’incorporeità, fissare momenti che sono fotografie di un istante. è un modo di cancellare questa patina di falsa religiosità che c’è dietro agli specchi quella che ti fa pensare che un Ignoto è dietro lo specchio, aspettandoci al varco, un varco che deve riportarci verso la vita.”

IMMAGINAZIONE

VARCO

INCORPOREITÀ

06.04

LOOS, American Bar, Vienna, 1908

Adolf Loos l’architetto austriaco che è considerato uno dei pionieri dell’architettura moderna, è l’artefice dell’ “American bar” situato a Vienna, il locale più piccolo del paese, progettato successivamente al soggiorno in America dove trasse ispirazione per riproporre tale architettura e arredamento nella città austriaca. American Bar è un locale caratterizzato dalla presenza di oggetti in ottone, sedili in pelle e murature in marmi pregiati, ma ciò che contribuisce in particolar modo all’immagine del piccolo bar, è la presenza di numerosi specchi, che dilatano lo spazio rendendolo apparentemente più grande. La soluzione adottata da Loos non è banale perché non colloca gli specchi ad un’altezza tale da potercisi riflettere, ma in alto in modo che le travature e il cassettonato si moltiplichino, suggerendo la presenza di altri ambienti al di là delle pareti di fittizie pareti di separazione.

VIENNA

BAR

MOLTIPLICAZIONE

INGANNO

06.05

ELLIOT ERWITT, California Kiss, 1955

California Kiss, celebre fotografia scattata nel 1955 dal fotografo statunitense Elliot Erwitt rappresenta un attimo spontaneo, originale e romantico riflesso in uno specchietto retrovisore che sottolinea i protagonisti dell’immagine evidenziandoli nel dettaglio. Tramite lo specchio il fotografo è in grado di dare un senso surreale all’immagine ritraendo un bacio sospeso su un panorama oceanico come se fosse proiettato su di esso. Si tratta di uno scatto vero ma allo stesso tempo falso: l’immagine rappresentata è virtuale, un puro riflesso che genera una sintesi di quello che è reale-virtuale, romantico-realistico, intimo-distante. La fotografia infatti rappresenta un scena molto intima per chi si trova a far parte dell’immagine stessa, ma allo stesso tempo molto distante poiché lo scatto è solo la rappresentazione della realtà e non la realtà stessa a così come l’immagine riflessa.

INTIMITÀ

MARE

TRAMONTO

AUTOMOBILE

BACIO

06.06

LUIS CAMNITZER, This is a mirror, you are a written sentence, 1968

“this is a mirror, you are a written sentence” (questo è uno specchio, tu sei una frase scritta) un titolo emblematico, attribuito all’opera del tedesco Luis Camnitzer un esponente dell’arte concettuale. Camnitzer nella sua arte utilizza strumenti visivi e linguistici comuni, non necessariamente affascinanti e quindi non necessariamente caratterizzati da valore estetico per liberare il pensiero. Le sue opere infatti mirano a trasmettere un messaggio. Il soggetto vede nello specchio ciò che si colloca di fronte ad esso, e spesso è lui stesso ad essere il protagonista di questa scena riflessa, come nel caso di questa opera. La provocazione consiste nello stimolare il pensiero dell’osservatore e sta a lui credere se ciò che guarda è realmente uno specchio, scegliendo così di essere una frase. A questo punto la domanda è lecita: siamo o non siamo quelli che ogni giorno vediamo nello specchio?

PSICHE

LIBERTÀ

FRASE

LINGUAGGIO

DUBBIO

06.07

MANET, Un bar alle Folies-bergère, 1882

Un bar alle Folies-bergère, dipinto del celebre pre-impressionista ottocentesco Manet rappresenta una ragazza in un famoso bar di Parigi frequentato da una gran folla di persone. La scena è descritta attraverso lo specchio e attraverso lo sguardo della ragazza. È strutturata in modo che l’osservatore possa immedesimarsi l'avventore che dialoga con la barista rappresentato sulla superficie riflettente. Lo specchio posto parallelamente rispetto alla schiena della ragazza ci consente di avere una visuale maggiore della scena in quanto ritrae ciò che vede l’uomo e ciò che vede la ragazza descrivendo così l’atmosfera delle serate in questo locale. Ha inoltre il potere di creare un forte contrasto: l’atteggiamento ludico mostrato dai clienti è in forte contrapposizione con lo stato d’animo della giovane ragazza dietro il bancone, che chiaramente, come ci suggerisce la sua espressione, sembra assente e persa nei suoi pensieri.

OSSERVATORE

LUCE

BELLE EPOQUE

BAR

PROSPETTIVA(TEMA SUCCESSIVO)

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