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L'edificio da convertire in residenza condivisa (co-housing) è strategicamente collocato lungo l'asse di comunicazione tra Guidonia e Roma. Tale scelta vuole trasformarsi in un invito rivolto ai maturandi di prepararsi a "lasciare il nido" per poi scegliere, da soli, le proprie strade.
processo
Co-housing è l’evoluzione del progetto re-housing portato avanti nel corso dell’anno precedente. Per questa attività laboratoriale si è deciso di far lavorare gli studenti di due classi quinte del liceo scientifico non più singolarmente, ma in gruppo. I ragazzi hanno subito formato autonomamente gruppi di tre o quattro persone per un totale di sei team per classe.
In un incontro plenario i docenti hanno illustrato il tema dell’anno: progettare la propria residenza collettiva collocata all’interno di un edificio esistente. L’edificio oggetto di progettazione è un fabbricato non ultimato, sito nel settore orientale dell’area metropolitana romana, all’incrocio tra via Tiburtina e via Fiorentini. La scelta operata è in ragione del suo assetto fortemente modulare e sostanzialmente neutro del punto di vista formale: un parallelepipedo caratterizzato da una successione regolare di grandi bucature quadrate, quindi particolarmente adeguato ad ospitare incursioni volumetriche da parte degli studenti-progettisti.
Questo corpo di fabbrica è stato oggetto di approfondimento progettuale per la propria tesi di laura da parte di Roberto Fioretti, ex-studente dell’istituto e oggi architetto. Più in generale il suo lavoro ha riguardato il tema dell’incompiuto e nello specifico ha previsto un intervento in progress sul complesso edilizio (occupazione - saturazione - conquista) con la previsione di destinare una parte della volumetria alle residenze. Queste ultime non sono state volutamente approfondite dal punto di vista tipologico-distributivo per consentire ai futuri utenti la definizione quantitativa e qualitativa degli spazi abitativi. Questo carattere di opera aperta legata ad una progettazione flessibile ha offerto massima libertà agli studenti che, in autonomia, hanno scelto in quale punto dell’edificio collocare il proprio intervento.
Tutti i gruppi hanno accolto l’invito ad estroflettere verso l’esterno l’appartamento immaginando volumi aggettanti dal corpo di fabbrica. Il progetto è stato portato avanti attraverso schemi assonometrici per controllare agilmente le volumetrie e le piante per affinare la distribuzione e collocare le molteplici funzioni previste. In ogni classe è stata appesa una stampa della volumetria di partenza alla quale sono stati giustapposti gli stati di avanzamento del lavoro che, nel corso dei mesi, ha preso poi forma compiuta. Tutto il materiale prodotto è stato consegnato in step successivi unitamente ad una scheda riassuntiva corredata da un breve testo esplicativo delle intenzioni e delle scelte effettuate.
I dodici progetti sono stati poi rielaborati in forma digitale attraverso la realizzazione di due grandi fotomontaggi per cogliere in un solo colpo d’occhio il risultato complessivo (a cura del prof. Vitale).