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La scultura si fa per forza di levare; quella che si fa per via di porre è simile alla pittura.
Michelangelo
Agli studenti è stato proposto un tema plastico-compositivo fondamentalmente basato su operazioni sottrattive: dallo scavo alla scultura. A tutti i ragazzi è stato fornito lo stesso volume di partenza: un parallelepipedo con i lati l’uno doppio dell’altro come accade per il mattone standard. Tale volume è stato posizionato in modo differente per le quattro classi coinvolte.
Le quattro classi coinvolte hanno operato in assonometria. Lo studio della volumetria è stata effettuata prima a mano libera sullo sketch book poi a riga e squadra a matita, passaggio a china su foglio lucido e prova di colore. Per alcune elaborazione ci si è avvalsi del programma di modellazione SketchUp.
Le quarte hanno operato sia in assonometria che in prospettiva senza però avere un vincolo di perfetta corrispondenza tra le due rappresentazioni.
Per comprendere le differenti possibili modalità operative agli studenti sono stati mostrati dei riferimenti tratti dall’arte e dall’architettura: suggestioni e non modelli da copiare. Le scelte sono poi state autonome e personali. Le peculiarità del lavoro proposto, come già accaduto nella precedente edizione, hanno dato la possibilità agli studenti di prendere contatto diretto con l’arte astratta, oggetto di studio del programma di storia dell’Arte del quinto anno, rendendo così concreta l'auspicata interazione tra le due anime della disciplina.
L’ottantina di composizioni singole sono poi state unificate in un unico grande elaborato: un frammento di città nel quale ogni mattone è divenuto un edificio. La zolla urbana è suddivisa in quattro settori da due assi maggiori (cardo e decumano).
Ogni settore è stato assegnato ad una classe. I singoli volumi sono stati colorati utilizzando dodici colori (tre primari, tre secondari e sei terziari).