Mi chiamo Roberto Ianigro e sono nato negli ultimi giorni degli anni sessanta a Campobasso. Lì ho trascorso l'infanzia e l'adolescenza, nella più remota provincia dell'impero, un luogo pieno di tranquillità. Una tranquillità assordante. Ricordo le domeniche passate a Roma per far visita ai parenti; sulla via del ritorno, di sera, guardavo gli intensivi di via Tuscolana e mi sembravano bellissimi. Della grande città mi piaceva tutto, incondizionatamente, anche i cartelloni pubblicitari. A Roma sono poi andato per frequentare l'università. Dieci giorni passati nella facoltà d'ingegneria mi hanno chiarito che la mia strada era invece l'architettura. Erano gli anni della Pantera, e a Valle Giulia era possibile, a volte, incrociare il proprio percorso con quello di docenti capaci di raccontare storie che incantavano. Il magnetismo accademico ha subito esercitato su di me il suo potere di attrazione, scaricandosi, fino ad esaurirsi, solo dopo più di vent’anni. Il 1994 l'ho passato a Madrid, approfittando del progetto Erasmus. Un anno bellissimo. Lì ho iniziato la tesi di laurea discussa poi nel luglio del 95. I cinque anni successivi sono stati intensi: servizio civile, abilitazione, tante collaborazioni con l'università, tutte rigorosamente non retribuite, e vari acerbi tentativi di mettere su studi di progettazione.
Nell'estate del 2001 mi arrivò un telegramma inatteso: mi si proponeva di firmare un contratto a tempo indeterminato per una cattedra di Disegno e Storia dell'arte. Avevo fatto il concorso due anni prima, ma chi se lo ricordava! Accetto e sono costretto ad essere più abile di un giocoliere nel riuscire a tenere in aria, facendole ruotare, le tre clavette dell'università, della professione e della scuola. Avevo poco più di trent’anni e potevo farlo. Inizio e concludo anche il dottorato di ricerca tornando ad occuparmi della penisola iberica: il social housing in Spagna negli ultimi venticinque anni. Trai progetti prodotti quello per la sede Melfi ad Isernia è sicuramente la realizzazione a cui tengo di più. Pubblicato più volte, ha ricevuto menzioni e riconoscimenti consentendomi, tra l'altro, di allestire una mostra personale in contemporanea tenuta nella rampa del Borromini di palazzo Carpegna nel 2006 in occasione del premio giovani architettura dell’Accademia di San Luca. Subito dopo sono stato cofondatore dello studio Medir che produrrà, fino al 2014, una quarantina di progetti, consultabili, insieme alle pubblicazioni, nella sezione architettura di questo sito. Le collaborazioni con l'università, dopo quindici anni di lezioni, revisioni per esami e tesi di laurea, si concludono nel 2011 con un corso di progettazione architettonica al primo anno per il quale sono stato professore a contratto.
Dal 2015 mi occupo solo di didattica nei licei e ne sono felice. A ottobre dello stesso anno, in una piccola chiesa di Ischia, in riva al mare, ho sposato Viviana. Da allora sono ancora più felice. Due anni dopo è nato nostro figlio Mattia. Il mio carburante mentale sono i viaggi e ne organizzo uno appena vedo un possibile spiraglio. Di solito indosso T-shirt ideate da me e da ottobre a maggio porto sempre una sciarpa. Amo vedere un film al cinema e giocare a basket. In verità non gioco da un po'. Sarà meglio andare in un parco e correre, per rifare il fiato.