LE SORELLE DI MOZART di Beatrice Venezi
Di Leonardo Vezzadini | 8 marzo 2021
Di Leonardo Vezzadini | 8 marzo 2021
Autore: Beatrice Venezi
Genere: saggistica
1a pubblicazione: 2020
Casa editrice: UTET
"Questa è la storia di alcune donne uniche. Musiciste geniali. Compositrici innovative. Interpreti sublimi. Donne uniche capaci di emergere in un mondo che avrebbe fatto volentieri a meno di loro. Che le ha considerate inadatte, sfrontate, scandalose, incapaci. Questa è la storia di alcune donne uniche, in un mondo di uomini".
Nella storia della musica si sono avvicendate straordinarie figure, geni che ci hanno regalato le pagine e le interpretazioni della letteratura musicale più emozionanti e note di sempre. Tuttavia, l’attenzione e il riconoscimento dedicati alle figure femminili di questo prolifico settore culturale sono scarsissimi, se non quasi inesistenti.
La direttrice (o, come preferisce la diretta interessata, direttore) d’orchestra Beatrice Venezi scrive del suo libro Le sorelle di Mozart: «Questa è la storia di alcune donne uniche. Musiciste geniali. Compositrici innovative. Interpreti sublimi. Donne uniche capaci di emergere in un mondo che avrebbe fatto volentieri a meno di loro. Che le ha considerate inadatte, sfrontate, scandalose, incapaci. Questa è la storia di alcune donne uniche, in un mondo di uomini.».
La storiografia ufficiale della musica ha escluso a lungo le donne dagli archivi, ignorando compositrici rivoluzionarie, musiciste innovative e giovani talentuose. Proponiamo oggi, in occasione della Festa della Donna, alcune delle voci femminili più autorevoli dello splendido mondo della musica classica.
Per citare un caso di oscurazione e negligenza, non si può non ricordare una delle sorelle di Mozart: Maria Anna, Nannerl per i cari. Fu un’eccellente pianista e insegnante di musica, considerata da Wolfgang come una delle sue ispirazioni. Il genio austriaco le chiedeva spesso consiglio riguardo ai suoi lavori e voleva sempre che le sue composizioni fossero riviste e “consacrate” dall’eccellente spirito musicale della sorella. Sebbene non ci sia giunta nessuna composizione autografa, è pensabile che Nannerl si sia cimentata anche in questo ambito, probabilmente incoraggiata dal fratello. La sua figura, tuttavia, non era riconosciuta al pari di quella di Amadeus, in quanto dell'Austria tardo-settecentesca (come nel resto dell’Europa), la donna viveva in una condizione di svantaggio lavorativo e mediatico (i lavori delle musiciste erano molto poco pubblicizzati in confronto a quelli dei colleghi) considerevole. L’unico ruolo per cui una donna poteva effettivamente diventare una musicista riconosciuta è quello della cantante lirica: con i grandi lavori operistici nacquero anche famosissimi ruoli femminili che richiesero una tecnica sopraffina (per esempio il famosissimo personaggio della Regina della Notte nel Flauto Magico di Mozart).
Alcune compositrici anche loro parenti o comunque a stretto contatto con figure più note ebbero tuttavia una risonanza leggermente maggiore. È il caso di Fanny Mendelssohn (la sorella di Felix Mendelssohn Bartholdy, un romantico tedesco della prima metà del 1800) e Clara Schumann (moglie di Robert Schumann, contemporaneo, connazionale e amico dei Mendelssohn). Erano entrambe brillanti virtuose del pianoforte, uno strumento pressoché “giovane” e che entra stabilmente nel repertorio con Mozart ma soprattutto con Beethoven.
Il talento di Fanny ebbe difficile espressione in quanto il padre, fermo sostenitore dei pregiudizi nei confronti della donna, cercò sempre di soffocare la sua vocazione. Egli, nel 1820, scrisse: "La musica forse diventerà la sua [di Felix] professione, mentre per te può e deve essere solo un ornamento". Fortunatamente Felix, conscio delle potenzialità artistiche della sorella, la sostenne sempre e la aiutò nella pubblicazione di alcune delle sue opere. Il suo capolavoro è il Trio in re minore, op. 11 per violino, violoncello e pianoforte, che è entrato di diritto nel repertorio cameristico tradizionale.
Ebbe vita più “facile” Clara, i cui studi furono sempre foraggiati dal padre. Innamoratasi in giovane età del brillante compositore Robert Schumann, si trovò, su questo fronte, in totale disaccordo con il genitore, che considerava il ragazzo un musicista mediocre (oggi Schumann è uno dei compositori più apprezzati e riconosciuti del periodo romantico) e incline all’alcolismo. Dopo alcuni anni di tranquillità e prolificità musicale, Robert venne colpito da una malattia mentale che lo portò presto alla pazzia e Clara si ritrovò ad accudirlo, dovendo inevitabilmente interrompere l’attività di musicista. Dopo un tentativo fallito di suicidio, Robert morì nel 1856, lasciando sola la moglie. Negli anni successivi, lei si dedicò alla valorizzazione delle opere del marito e di Brahms, procurandosi non poche inimicizie all’interno del settore. Morì nel 1896, colpita da un ictus durante delle prove orchestrali. Anche in questo caso, il capolavoro assoluto è il Trio in sol minore, op. 17 per violino, violoncello e pianoforte.
Oggi, le donne hanno una posizione sicuramente migliore a quella che avevano in passato: sono molte le musiciste che lavorano nelle orchestre, le grandi interpreti internazionali (per citarne alcune: Martha Argerich, pianista, Anne-Sophie Mutter, violinista, e le cantanti, come la grandissima Maria Callas e altre dopo di lei) e le compositrici che si sono affermate all’interno dello scenario internazionale. Anche il ruolo di direttore d’orchestra, tradizionalmente associato ad una figura autoritaria maschile, sta allargando i suoi orizzonti e vede figure di rilievo che offrono letture altrettanto valide delle partiture classiche. Anche in questo caso, per citarne alcune, ricordiamo Beatrice Venezi, Fiorenza Scappucci, Marin Alsop, Simone Young, solo alcune tra le tantissime degne di menzione. A tal proposito, consiglio vivamente la lettura del libro sopracitato Le sorelle di Mozart, che si prefigge di analizzare il ruolo delle donne nel corso della storia della musica per arrivare ad un resoconto sulla situazione attuale del meraviglioso mondo della musica classica che, per ritornare agli splendori di un tempo deve accogliere tutti i contributi possibili, siano essi da figure maschili o femminili.
La partitura, infatti, non ha barriere e non fa differenze tra sessi:
la musica è un linguaggio universale e tale deve essere l’inclusione che offre.