KISS THE GROUND
Di Sabrina Attademo | 10 gennaio 2021
Di Sabrina Attademo | 10 gennaio 2021
Tutto si basa sull’anidride carbonica. Attraverso la fotosintesi le piante immettono il carbonio nel terreno e lo mantengono all’interno del terreno creando la vita. Il terreno è pieno di microrganismi che elaborano i nutrienti necessari alle piante. I microbi infatti, costituiscono gran parte degli organismi viventi: permettono il processo del cibo nel nostro intestino. Perciò, per mantenerci in salute, abbiamo bisogno di campi ricchi di microbi che produrranno piante sane.
Da quando abbiamo iniziato a smesso di seguire i processi naturali e di prenderci cura dei microrganismi? L’aratro, nel corso dei secoli, ha danneggiato il terreno e ha scatenato il fenomeno dell’erosione. Negli anni 30, il “Dust Bowl” è stato la conseguenza lampante di questo problema. I danni maggiori però, sono stati apportati dai pesticidi, che uccidono i microbi alla base del terreno. Lo scienziato Fritz Haber scoprì che l’azoto può diventare un veleno. Venne utilizzato come arma durante la Seconda Guerra Mondiale e nei campi di concentramento e, alla fine del conflitti, nell’agricoltura come pesticidi e fertilizzante. Questo comportamento aumentò la produzione ma ha distrutto la terra. Dagli anni 70 i campi sono stati sottoposti a un cosiddetto stress cronico danneggiando il nostro ecosistema.
Il problema dei pesticidi è che non inquinano solo il cibo che viene cosparso, ma anche l’aria e l’acqua e diventano parte della nostra vita. Il mais da foraggio è cosparso di glifosato, che causa cancro e problemi all’intestino perché distrugge i microrganismi presenti nel nostro corpo. Tra i più colpiti ci sono i bambini che assumono queste sostanze dal latte materno causando in molti tumori infantili e gravi malattie.
Un terreno sano, attraverso la fotosintesi, assorbe l’anidride carbonica. Invece, un terreno danneggiato, libera anidride carbonica e acqua. Questo processo si chiama desertificazione. Un terreno desertificato non è più fertile e aumenta la povertà, i disordini sociali, inondazioni e spingerà le popolazioni ad emigrare. Inoltre, altera il microclima perché rilascia calore e non umidità. Ciò intacca il ciclo dell’acqua e la temperatura. Perciò se permettiamo al suolo di assorbire la CO2, possiamo ridurre i gas serra nell’atmosfera e invertire l’andamento del riscaldamento globale in soli 20 anni. Questo procedimento inverso è l’unica soluzione che ci permetterebbe di eliminare dall’atmosfera le emissioni di gas che sono iniziate durante la seconda rivoluzione industriale. Ridurre le emissioni e utilizzare energia rinnovabile non rigenererà ciò che abbiamo distrutto.
Il suolo necessita di un processo di rigenerazione per ritornare all’equilibrio naturale. Per fare ciò bisogna modificare le tecniche di agricoltura tradizionali. Seminare senza arare è possibile perché la pioggia è sufficiente a far penetrare i semi nel campo. Il terreno ha enormi benefici: viene protetto dall’erosione, stimola la produzione del terriccio, la proliferazione di microrganismi e una maggiore crescita di piante, trattiene più acqua che stimola la pioggia locale e assorbe l’anidride.
Per ricreare la biologia del terreno si utilizza la agroforestazione, ovvero sulla diversificazione delle colture. Ciò permette di ridurre le dimensioni dei terreni coltivati e di avere raccolto tutto l’anno. Il terreno, essendo coperto da vegetazione tutto l’anno, ripristina il ciclo dell’acqua. Questo sistema aumenta i profitti degli agricoltori. Il guadagno di chi ha diverse colture e diversi animali rende la propria attività resiliente perché a prescindere dal prezzo di mercato di un prodotto ci saranno tutti gli altri che compensano.
Al posto di utilizzare i macchinari moderni, dovremmo tornare a farci aiutare dal bestiame. Grazie ai bovini si riesce a trasformare un terreno in via di desertificazione in un terreno fertile in soli 10 anni. Basta che il bestiame non pascoli nuovamente sui campi per circa 9 mesi e per merito degli escrementi e del loro passaggio, inizierà il processo di rigenerazione. L’erba viene mangiata e le radici si staccano liberando carbonio. L’anidride viene riassorbita dalle nuove piante che, attraverso la fotosintesi, riporterà il carbonio nel terreno rendendolo fertile. Inoltre, gli escrementi del bestiame sono ricchi di microrganismi che rigenerano il terreno. Il suolo americano veniva attraversato dai bisonti una volta all’anno, lasciando il tempo al terreno per rigenerarsi. Ora allevamento e agricoltura tendono ad essere separati e resi intensivi, andando contro i ritmi naturali. Gli allevamenti intensivi producono gas serra e l’agricoltura intensiva non riesce ad assorbirli perché non è più ricca di microrganismi.
L’idea è logica e semplice, ma metterla in pratica è ben diverso. Nel 2015, con l’accordo di Parigi, i vari Stati si sono riuniti per capire come affrontare il cambiamento climatico. Le Folle, il ministro francese dell’agricoltura, ha proposto un piano per raggiungere questo scopo. Si basa sulla riduzione di OGM, pesticidi e sostanze sintetiche. Il patto però è stato sottoscritto da solo 30 paesi, e all’appello mancano India, Cina e USA, gli emittenti maggiori di anidride carbonica.
Per far si che i governi cambino idea sull’argomento è necessario che i singoli siano gli iniziatori di questo processo. Ma come? I rifiuti alimentari sono una risorsa. Gli scarti possono essere usati per creare il compost per gli agricoltori. Nella città di San Francisco, tutti i cittadini partecipano alla raccolta e nel corso di due mesi creano compost per fertilizzare naturalmente i campi. Nei paesi in cui non è presente un sistema fognario, utilizzare le latrine per il compost protegge le risorse idriche, fertilizza il terreno e riduce le malattie.
Ognuno di noi può cercare di seguire il più possibile una dieta rigenerativa, ossia mangiare prodotti vegetali e animali che provengono da fattorie sostenibili.
Il punto di forza di questo documentario è che vengono mostrati gli effetti delle tecniche proposte. Nelle ultime scene viene mostrato un terreno desertificato in Cina che in 14 anni è tornato a essere ricco di vegetazione, salvando dalla miseria la popolazione locale. Queste immagini rendono il messaggio chiaro e lo comunicano in modo efficace, trasmettendo tanta speranza allo spettatore. I concetti scientifici sono tecnici ma vengono messi alla portata di tutti: i termini tecnici sono accompagnati dalla definizione e i concetti scientifici vengono semplificati attraverso immagini e grafici.