E buongiorno a tutti, è Lunedì 29 Agosto e oggi restiamo in Italia.
Siamo nel 1706, a Torino. Il contesto è quello della guerra di secessione spagnola che vede scontrarsi Francesi e Austriaci. In questo conflitto, a fianco dell`Austria si è schierato anche il duca di Savoia, Vittorio Amedeo II e di conseguenza un armata francese ha invaso il ducato di Savoia
I francesi l`anno precedente erano avanzati, espugnando una dopo l'altra tutte le fortezze fedeli ai Savoia, e nell'agosto del 1705 erano arrivati alle porte di Torino. La conquista della città sarebbe stata fondamentale per poter poi dominare tutta l'Italia settentrionale fino all'Adige, sulle cui sponde era schierato l'esercito imperiale al comando del maresciallo Eugenio di Savoia. Una volta arrivate però in vista della città, le truppe francesi interruppero l'avanzata: le perdite subite durante i vari assedi erano state ingenti e il morale dei soldati superstiti era a terra. Così, non disponendo di artiglieria d'assedio di grosso calibro, nel mese di ottobre decisero di ritirarsi di ritirarsi e di rimandare tutto all'anno successivo. Nel 1706 quindi, i francesi di La Feuillade, forti ora di un'armata di 44 mila uomini e di un valido parco di artiglieria, ripartono all'attacco, ma commettono subito una serie di errori: il più grave è quello di non avere tenuto conto degli avvertimenti del maresciallo Vaubun che scriveva: «Il groviglio delle mine vi porterà sino alla fine del mondo e non vi servirà ad altro che a sotterrare vivo quello che avete di meglio fra le vostre truppe». Nei mesi invernali in cui i francesi si erano ritirati, Vittorio Amedeo II aveva infatti provveduto a far rinforzare le difese esterne delle mura della Cittadella con un complesso sistema di gallerie scavate da provetti minatori: la lunghezza complessiva dei cunicoli davanti alla Cittadella aveva raggiunto la bellezza di 14 chilometri, mentre quella davanti alle mura della città 7 chilometri e mezzo.
La battaglia comincia subito con combattimenti durissimi, con continui cannoneggiamenti e l’incessante guerra di mina e contromina. Le gallerie della Cittadella, che i francesi tentano invano di allargare, danno una buona prova di resistenza.
Arriviamo quindi al 29 Agosto. Verso la mezzanotte quattro granatieri francesi si calano in un fossato e raggiungono la porta attraverso la quale si entra nella galleria che conduce all'interno della piazzaforte. Vengono uccisi dai sabaudi di guardia, ma riescono ad aprire la strada ai loro commilitoni che hanno la meglio sul manipolo dei soldati sabaudi. Entrano così nel primo tratto della galleria; ma qui devono scendere una rampa di scale e trovano una porta sbarrata e iniziano a sfondarla. Pietro Micca – conosciuto col soprannome di Passapertut – è di guardia alla scala insieme ad un commilitone dall`altro lato della porta. I due soldati sentono dei colpi di fucile e capiscono subito che non possono riuscire a resistere a lungo. Prendono così la decisione di far scoppiare una carica di polvere nera precedentemente collocata in una nicchia nella parete della scala, allo scopo di provocarne il crollo e di bloccare definitivamente il passaggio ai nemici.
All'esplosivo è applicato un tratto di miccia a rapida combustione ma, per dare il tempo a Pietro Micca e al suo commilitone di porsi in salvo, è necessario collegare a questa una miccia a lenta combustione. Il compagno di Micca inizia a farlo ma per la grande umidità del luogo e il nervosismo del momento no riesce. Micca allora invece di fuggire allontana il compagno dicendogli: "Togliti di lì, tu sei più lungo di un giorno senza pane! Lascia fare a me, salvati”
Detto questo da fuoco a un tratto di miccia molto corto: se fosse stato più lungo, i francesi, ormai sul punto di sfondare la porta, lo avrebbero strappato evitando l'esplosione.
Cerca comunque di mettersi in salvo correndo lungo la scala che porta al cunicolo sottostante. Ha appena raggiunto la galleria del livello basso, quando la bomba esplode demolendo in parte la volta della scala, che si riempi di terra e detriti. I granatieri francesi muoiono tutti e Pietro Micca viene sbalzato molto distante, morendo poco dopo per le lesioni interne e i gas prodotti dall`esplosione.
L'assedio si concluderà con la sconfitta dei francesi pochi giorni dopo, il 7 settembre 1706 e alla conclusione della guerra alcuni anni dopo Vittorio Amedeo II diventerà il primo Re della sua dinastia.
E adesso qualche fatto accaduto oggi che non riusciamo ad approfondire ma che è giusto che sappiate.
Nel 1786 in Massachusetts scoppia la Ribellione di Shays,una serie di violente proteste organizzate da un gruppo di agricoltori americani che si oppongono al modo in cui vengono applicate le riscossioni fiscali statali e locali.
Nel 1944 l'Insurrezione nazionale slovacca prende il via quando 60.000 soldati slovacchi si rivoltano contro i governanti nazisti
Nel 1966 I Beatles si esibiscono per l'ultima volta in un concerto a pagamento, al Candlestick Park di San Francisco.
Nel 1997 viene lanciato Netflix come piattaforma di noleggio DVD
E passiamo alla rubrica Frate Indovino.
Se siete nati oggi AUGURI! condividete il compleanno con:
Il regista Joel, ho creato i bat-capezzoli ma anche quel gran capolavoro di Un giorno di ordinaria follia, Schumacher
Il pilota di formula 1 James, lo schianto, Hunt
Il re del pop, Michael, ho avuto dei grossi traumi da bambino, Jackson
Se morirete oggi, sappiate che siete in buona compagnia, con voi ci sono:
La vincitrice di tre Oscar Ingrid Bergman
Il grandissimo comico Gene Wilder
Il musicista di culto Lee Scratch Perry
E per oggi è tutto, se volete potete ascoltarci su tutte le piattaforme di podcast, i link li trovate nella pagine dei contatti. Vi lasciamo con qualche immagine dei fatti di oggi. Noi ci sentiamo domani, fate i bravi e stupite il mondo.
Pietro Micca nel punto di dar fuoco alla mina volge a Dio e alla Patria i suoi ultimi pensieri di Andrea Gastaldi, 1858
Rappresentazione artistica della ribellione di Shays
Uno scatto dei Beatles al loro ultimo concerto, al Candelstick Park di San Francisco, il 29 agosto 1966
Un convoglio dell'esercito slovacco a Kelemeš (presso Prešov) nell'estate del 1944